mercoledì 2 settembre 2009

IMPRESAMIA.IT-CRISI - Marche al secondo posto dopo la Toscana


E la ripresa si fa ancora attendere
Una ricerca del Centro Studi Sintesi di Mestre che, studiando il Pil, l’export, la cassa integrazione, il reddito delle famiglie e le transazioni immobiliari, ha identificato in Toscana e Marche le Regioni più colpite dall’intensità della crisi. Quest'ultima è alle prese con la crisi della Antonio Merloni di Fabriano, del settore mobiliero di Pesaro fino al maceratese che vede nel comparto economico tolentinate la situazione più critica (acque agitate alla Poltrona Frau e alle Pelletterie 1907). Problemi stanno attraversando anche altre imprese di spicco come l'Aethra, Fincantieri e la Cnh. Difficilissima la situazione nel Piceno con la Manuli che ha richiamato i dipendenti, senza però riaccendere la catena di montaggio, e la Novico alle prese con una tribolata amministrazione straordinaria. In tale contesto i sindacati hanno chiesto al Governo di rendere "operativi gli accordi di programma per il Fabrianese e per il Piceno e convochi un taviolo con Regioni e parti sociali per attivare iniziative a sostegno della ripresa e dei redditi".

IMPRESAMIA.IT-EVENTI - Harrods dedica una vetrina ai vini piemontesi


Promozione londinese dal 1° settembre al 4 ottobre nel tempio dello shopping
Da Harrods, storico simbolo del più raffinato shopping londinese - e precisamente nel wine shop del piano interrato dove si trovano le migliori etichette del mondo - è in corso fino al 4 ottobre una promozione dedicata a 60 vini del Piemonte, un'occasione unica per far conoscere la varietà delle produzioni regionali. "L'opportunità di organizzare questa promozione è nata nel 2008, partecipando per la prima volta alla London International Wine & Spirits Fair - ha commentato Mino Taricco, Assessore all'Agricoltura, tutela della fauna e della flora della Regione Piemonte - noi possiamo offrire un patrimonio unico quanto a livelli qualitativi, e la scelta di Harrods lo conferma. Nei suoi scaffali per la prima volta gran parte dei vini piemontesi saranno protagonisti e questa sarà anche un'occasione per far conoscere il territorio e le spettacolari dimore storiche che ospitano le Enoteche Regionali. Un'azione quindi 'di sistema', che testimonia l'impegno costante della Regione e dei protagonisti della vita economica locale nel cogliere ogni possibilità per promuovere il 'brand Piemonte' accanto a singoli prodotti o filiere". Per organizzare l'evento, nel mese di luglio, Alistair Viner, buyer di Harrods responsabile della sezione vini, è stato ospitato in Piemonte dove, visitando 26 cantine in 5 giorni, ha esaminato circa 200 vini tra i quali ha selezionato i protagonisti della promozione: dai più nobili Barolo a vini rari come il Loazzolo, ad altri con un ottimo rapporto qualità-prezzo. Oltre a prodotti molto tradizionali, sono state scelte alcune novità - assemblaggi di vitigni autoctoni e internazionali - e formati più insoliti, come le bottiglie Magnum da 3, 6 e perfino 12 litri, molto amate dagli anglosassoni. Le "Albeisa", particolari bottiglie "autoctone" che caratterizzano la produzione enologica delle colline di Langa e Roero, saranno parte della scenografia scelta da Harrods per la vetrina dedicata al Piemonte. Da sottolineare che "per Harrods - ha spiegato Viner - ho scelto una gamma di prodotti diversi, con l'obiettivo di soddisfare i gusti e le tasche di una vasta clientela".La promozione, in particolare la campagna di comunicazione, è sostenuta dalla Regione Piemonte, in collaborazione con il Centro Estero per l'Internazionalizzazione. sostegno regionale contribuirà anche alla realizzazione del "grand tasting" del 22 settembre, per il quale sono previsti circa 150 ospiti che potranno degustare tutti i vini selezionati da Harrods e ricevere il pacchetto di gadget di promozione del Piemonte e delle sue Enoteche Regionali: borsa, grembiule da sommelier, tasca porta bicchiere e cavatappi, oltre a materiale informativo sui vini e sui "percorsi dei vini" del territorio.

IMPRESAMIA.IT-WEEKEND - Festival dei Borghi più belli d'Italia


Si svolgerà dal 4 al 6 settembre nel borgo trentino di Rango
I Borghi più Belli d'Italia si ritroveranno insieme a Rango, piccolo gioiello di storia nel comune di Bleggio superiore, in provincia di Trento, nel cuore delle Alpi, sede scelta dal comitato dei "Borghi più belli d'Italia" per celebrare la quarta edizione (2006 a Castellaro Lagusello, 2007 a Chianalea di Scilla, 2008 a Castiglione del Lago). Un evento unico, itinerante, capace di attirare curiosi e appassionati e soprattutto, di unire in un vincolo di amicizia l'Italia dei comuni e dei campanili. Il Festival dei Borghi è la festa del Club de "I Borghi più belli d'Italia", un club del tutto speciale, di cui oggi fanno parte 183 borghi: tra essi un comune assai vicino a Rango, ovvero San Lorenzo in Banale, che ospiterà la cerimonia di apertura del festival. La manifestazione avrà luogo tra il 4 e il 6 settembre prossimi e già cominciano i preparativi. L'edizione di quest'anno del Festival vivrà su numerosi momenti celebrativi e di festa: con musica e spettacolo di alto livello (con il concerto di sabato di Niccolò Fabi), ma anche con un importante progetto con i borghi dell'Abruzzo, recentemente colpiti dal terremoto: sarà questa l'occasione per unirsi in un ideale gemellaggio, ricco di solidarietà e partecipazione. Anche per questo uno dei temi che saranno affrontati nel corso di una giornata di studio nella prestigiosa cornice di Castel Campo, sarà quello della protezione e del restauro di centri storici nelle zone sismiche: protagonisti e testimoni saranno i borghi friulani, umbri ed abruzzesi oltre ad esperti e tecnici che esporranno le loro esperienze e studi che hanno reso il Trentino all'avanguardia. La festa di Rango - un luogo speciale per tanti motivi: ultimo villaggio prima del passo del Durone e il Lago di Garda, centro medievale ottimamente conservato - darà anche l'occasione per promuovere e valorizzare i prodotti tipici di questo piccolo borgo medievale fermatosi nel tempo: in primo luogo le noci, ma poi il salame alle noci, le patate e il granturco. Naturalmente, assieme alle bontà e alle bellezze di Rango, saranno presenti quelle di S. Lorenzo in Banale, dove si aprirà la kermesse e di tutti i borghi d'Italia.

IMPRESAMIA.IT-UE - Cina, mercato meno interessante


I punti critici per gli investitori europei segnalati dalla Commercio dell'Unione europea in Cina
La Camera di Commercio dell'Unione europea in Cina nel suo position-paper annuale, ha dichiarato che negli ultimi tre anni sono cresciuti in Cina l'intervento del Governo nelle politiche industriali e le restrizioni sugli investimenti stranieri, rendendo il Paese meno interessante per le compagnie europee. In particolare, nel documento Ue sono riportati alcuni punti critici per l'accesso al mercato, i diritti sulla proprietà intellettuale e la trasparenza nella regolamentazione e nell'implementazione. Per quanto riguarda l'accesso al mercato le compagnie cinesi acquistano case automobilistiche dell'Unione europea, ma gli stranieri devono ancora entrare in Cina in joint venture al 50% e non possono avere più di due impianti; in materia di appalti pubblici, i gestori esteri di turbine eoliche non ottengono un contratto dal 2005 a causa di un procedimento di gara truccato a favore delle compagnie domestiche; una società europea che per anni è stata leader del mercato della crittografia commerciale in Cina, si trova oggi in difficoltà a causa di nuove regole che impongono ai suoi clienti di avvalersi di fornitori certificati dal Governo (ma nessuna impresa estera ha ottenuto la certificazione, in quella che la Camera definisce una palese discriminazione); gli operatori esteri per i sistemi di prenotazione elettronici di agenzie viaggi e compagnie aeree sono ancora esclusi dal mercato cinese, sette anni dopo che Pechino ha aderito all'Organizzazione Mondiale del Commercio; le società straniere sono tagliate fuori dal fiorente mercato del turismo in uscita e la nuova legge postale proibisce espressamente alle compagnie con investimenti esteri di spedire articoli domestici, mossa definita dalla Camera come un atto di protezionismo e un passo indietro.In merito ai diritti sulla proprietà intellettuale, le informazioni riservate richieste dai laboratori di prova cinesi vanno ben oltre quanto necessario alla certificazione e spesso i dati vengono fatti trapelare con i concorrenti cinesi e le preoccupazioni in merito alla diffusione di informazioni confidenziali diminuiranno le probabilità che le aziende europee svolgano attività di ricerca e sviluppo in Cina, dal momento che la bozza sulla Legge dei Brevetti richiede che le società presentino le innovazioni per la "valutazione di riservatezza" prima di chiedere il brevetto all'estero.Sulla trasparenza nella regolamentazione e nell'implementazione, il periodo concesso per la consultazione pubblica sulle proposte di legge è stato allungato nel 2008 a 24 giorni dai 21 giorni del 2007, ma resta molto più corto rispetto allo standard internazionale di 60 giorni; il ministero del Commercio non ha fornito prove sufficienti per spiegare il rifiuto dell'offerta presentata a marzo da Coca Cola per l'acquisto della Huiyan, produttore locale bibite analcoliche, facendo nascere il sospetto che si sia trattato di una mossa di protezionismo mascherato. Non solo, la Cina impone alle aziende straniere standard più elevati sulla la tutela dell'ambiente e le leggi sul lavoro, concedendo sovvenzioni di nascosto alle aziende domestiche.

IMPRESAMIA.IT-DISTRETTI - Tessile Prato:in calo fatturato 72% aziende


In controtendenza, il caso di due aziende con performance decisamente interessanti
Il Centro studi economico e finanziario "ESG89" ha realizzato un’esclusiva analisi sul distretto tessile nella Toscana, analizzando le 311 società top, con fatturato superiore a un milione e cinquecentomila euro, operanti nel comparto: i dati considerati anno riferimento alla chiusura d’esercizio 2008 (ultimo bilancio disponibile). I dati presi in esame videnziano una sostanziale contrazione dei fatturati per la maggior parte degli operatori del settore. “Scorrendo i dati di bilancio 2008 pervenuti - ha spiegato Giovanni Giorgetti, direttore del Centro studi ESG89 - il panorama del comparto risulterebbe gravemente in difficoltà. Nulla di nuovo. Ma la vera necessità, ora, sembra essere la capacità di convertire il distretto passando da una produzione a basso valore aggiunto a una fortemente qualitativa e innovativa. Non sarà indolore per l’occupazione del territorio”. Però “i recenti dati di alcune maison della moda italiana che stanno aggredendo i mercati emergenti - conclude Giorgetti - sembrano essere confortanti e ben auguranti per il 2010”.Nello specifico, il Centro studi economico e finanziario ESG89 ha esaminato i microsettori che influiscono maggiormente sul tessuto economico della Regione: il comparto della Tessitura e Finissaggio e quello dell’Abbigliamento e Accessori. Il dato che affiora dall’analisi stilata, per quanto concerne la Tessitura e il Finissaggio, su 217 società prese in considerazione solamente 56 hanno realizzato un incremento di fatturato nell’ultimo esercizio, mentre le restanti 161 hanno subito una flessione. Per quanto concerne le aziende produttrici di Abbigliamento e Accessori, la situazione non migliora: su 94 aziende analizzate, solamente 37 hanno fatto registrare un trend di fatturato positivo, in contrazione invece le altre 57. Nella provincia di Prato inoltre, dove sono localizzate le aziende più performanti del settore, la situazione sembra decisamente aggravarsi, in quanto su 205 aziende prese come campione, che svolgono attività collegate direttamente col distretto Tessile, solamente 58 hanno aumentato nel 2008 il loro giro d’affari, il 72% invece ha subito una netta flessione. Contrariamente a quella che sembra una tendenza affermata per quasi tutti gli operatori del settore, esistono però delle società che in questo particolare contesto economico sono riuscite a conseguire delle performance decisamente interessanti e in controtendenza. Si pongono in evidenza, per aver sviluppato nell’ultimo esercizio il proprio volume d’affari alcune aziende in particolare, ubicate entrambe nella provincia di Prato: SPRING-FIL Srl e LANIFICIO FRATELLI BALLI Spa. La prima, sostiene il Centro studi ESG89, ha realizzato un trend positivo di fatturato del 23%, passando da un giro d’affari di 25.646.100 euro a 31.559.988 euro. mentre la seconda ha incrementato il volume della produzione del 15% passando da 18.804.492 euro a 21.520.907 euro e conseguendo un trend positivo anche sugli utili netti del 179%.

IMPRESAMIA.IT-FOCUS - Zaia: agricoltura, primo motore economia


L'appello del ministro a difendere l’identità produttiva del nostro Paese
Al Meeting di Rimini il ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, Luca Zaia, ha affermato che lo sviluppo dell’agricoltura è l'antidoto indispensabile allo strapotere dell’economia di carta e che "il modello di agricoltura che vogliamo è quello fondato sulle identità produttive e territoriali, in questo modo si difende l’economia dei territori ". Parole importanti quelle dette da Zaia intervenendo all’incontro sul tema “Certezza e sicurezza alimentare: la sfida del nuovo millennio”, nell’ambito della trentesima edizione Meeting di Rimini per l’Amicizia tra i popoli, e che meritano di essere lette con attenzione.“In un mondo in cui 1,2 miliardi di persone sanno cosa sono i crampi della fame e circa tre milioni di individui ogni anno muoiono perché non hanno da mangiare - ha esordito il ministro - la vera questione è cosa si debba fare per porre fine a questa vergogna. Ci dobbiamo chiedere cosa dobbiamo fare per rispettare veramente il contratto sociale. Il primo dovere del cittadino della polis è quello di riconoscere il valore dell’agricoltura - ha ribadito Zaia - come fondamento della vita di tutti e come motore primo dell’economia. Per uscire dall’emergenza alimentare, noi proponiamo una strada nuova, non più quella degli aiuti a pioggia. Come ha sottolineato l’economista zambese Dambisa Moyo, cosa ne è stato dei mille miliardi di dollari in aiuti piovuti sull’Africa dal dopoguerra a oggi? Non hanno risolto il problema della fame, ma sono serviti solo a deresponsabilizzare una classe dirigente locale indifferente, quando non corrotta. A tutto questo – ha continuato il ministro – noi contrapponiamo la strategia dello sviluppo dell’agricoltura, antidoto indispensabile allo strapotere dell’economia di carta. Combattiamo la logica per cui il cibo viene usato come un qualsiasi prodotto finanziario. Se il cibo entra nei mercati finanziari e diventa oggetto di speculazioni, significa che siamo in un mondo che ha perso i suoi valori. Siamo contro l’omologazione dell’alimentazione – ha ribadito – e siamo contro gli Ogm, che non garantiscono maggiore reddito agli agricoltori e non servono ad assicurare cibo alla popolazione. La difesa del modello di produzione e di alimentazione passa attraverso la battaglia per l’etichettatura di tutti i prodotti e il contrasto ad ogni forma di agropirateria e di frode, contro chi vorrebbe attentare alla nostra salute. Così come passa attraverso la difesa della nostra identità produttiva in sede Wto. Sul fronte della povertà in Italia – ha poi aggiunto il ministro - il 13% della popolazione si trova in difficoltà e si spreca l’equivalente di 600 mila pasti al giorno. Per fortuna esistono realtà come quella del Banco Alimentare, che compiono quell' ultimo miglio di solidarietà che dà sollievo a milioni di persone e che indica una strategia che condividiamo. Dobbiamo operare una rivoluzione - ha indicato Zaia - e diventare, da cittadini consumisti, a cittadini consumatori, con una nuova autocoscienza. Non pretendiamo più la mela perfetta, o la rugiada sull’insalata del supermercato. Piuttosto, consumiamo locale, consumiamo di stagione. La territorialità e la stagionalità - ha concluso Zaia - sono lo strumento migliore per combattere gli sprechi, aiutare l’ambiente e migliorare la redditività dei contadini. E difendiamo l’identità produttiva del nostro Paese: dietro ogni prodotto tipico c’è un contadino, e c’è anche una famiglia cristiana”.

IMPRESAMIA.IT-IMPRESE - In Italia 250mila sono imprenditori immigrati


Dardanello: fare impresa è la carta giusta per integrarsi prima e meglio
Nel secondo trimestre di quest'anno, cioè nel periodo aprile-giugno, l'imprenditoria immigrata è aumentata dell'1,7% e ormai sono quasi 250mila i piccoli imprenditori titolari di aziende individuali che al 30 giugno scorso risultavano iscritti ai registri delle Camere di commercio, pari al 7,3% di tutte le aziende di questo tipo. È quanto ha registrato la rilevazione trimestrale di Unioncamere Movimprese. Gli imprenditori stranieri provengono per il 39,6% dall'Africa, con capofila Marocco seguito a distanza da Senegal, Tunisia, Egitto e Nigeria. Seguono i titolari di imprese di nazionalità europea (26,1%) e asiatica (23,5%). "L'impresa è uno strumento fortissimo di promozione e di aggregazione sociale - ha commentato il presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello (nella foto) e lo è ancora di più quando ad esserne protagonisti sono dei cittadini immigrati. A questi piccoli e coraggiosi imprenditori non dobbiamo far mancare l'appoggio indispensabile delle istituzioni, perché - ha aggiunto - con le loro iniziative possono dare un contributo importante all'affermazione di un modello di integrazione tutto italiano, centrato sul valore del territorio e della piccola impresa". Le attività preferite dagli imprenditori immigrati sono senza dubbio quelle del commercio: 106.719 le aziende rilevate alla fine di giugno, pari al 43,2% di tutte quelle con un titolare nato al di fuori dell'Ue. Seguono quelle connesse con le costruzioni (27,2%) e quelle manifatturiere (11,2%). Complessivamente, in questi tre settori opera l'82,3% di tutti i titolari immigrati. La Toscana è, dal punto di vista territoriale, terra di elezione: a Prato in particolare le imprese di immigrati sfiorano il 32% di tutte le imprese individuali del territorio. Oltre a Toscana, Lombardia e Liguria registrano una presenza di imprese di immigrati superiore al 10%.

IMPRESAMIA.IT-TRASPORTI - Adiconsum: peso per la ripresa economica


L'Associazione chiede un Piano dei Trasporti Nazionale
Riprendono le attività produttive, mentre i mali del trasporto restano: perdita bagagli, ritardi degli aerei, sistema ferroviario lumaca e tagli al Sud, caos nelle arterie stradali di accesso alle aree urbane, vie del mare non sviluppate, imbuti Autostradali quali la Salerno-Reggio Calabria ed il Passante di Mestre segneranno anche i mesi autunnali e invernali. Così denuncia l'Associazione dei consumatori in una nota. “Adiconsum denuncia le vergogne nazionali di un sistema dei Trasporti colabrodo, che avrà effetti pesanti nei prossimi mesi sull’intera economia italiana: subito un Piano dei Trasporti Nazionale. Un’estate rovente, non solo dal punta di vista climatico, si è consumata da poco – dichiara Paolo Landi segretario generale di Adiconsum (nella foto) - e migliaia di turisti hanno subito raggiri e disagi in ogni segmento del sistema dei trasporti del Paese". "E’ un vero e proprio colabrodo- aggiunge Pietro Giordano, segretario nazionale di Adiconsum - che nei periodi di vacanza comprime lo sviluppo possibile del nostro turismo e che nei mesi autunnali e invernali, sarà, come è sempre stato un vincolo allo sviluppo per l’economia italiana. Adiconsum denuncia un sistema dei trasporti fatto da autostrade “budello” e ad “imbuto” che rallentano l’enorme flusso di trasporto merci e finiscono per bloccare gli investimenti produttivi ed il turismo culturale e invernale, soprattutto nelle aree deboli del Paese; un trasporto aereo che mostra la corda sotto i colpi di servizi inefficienti e di compagnie low cost e non, che troppo spesso fanno accumulare ritardi da guiness dei primati a passeggeri che prendono gli aerei per velocizzare i propri spostamenti per affari. Completano il quadro desolante – continua Giordano – vie del mare non sviluppate ed un sistema ferroviario che nella maggior parte delle Regioni, nei prossimi mesi, farà soffrire le pene dell’inferno a centinaia di pendolari costretti a spostarsi per lavoro e che al Sud diventa un vero e proprio calvario per chi decide di spostarsi ad esempio da Trapani a Gela, da Roma a Taranto o da Roma a Reggio Calabria, coprendo col doppio del tempo, da otto a dieci ore, distanze che nelle tratte più remunerative si percorrono in 3-4 ore. Adiconsum ribadisce la necessità di investimenti pubblici e privati, in infrastrutture produttive, soprattutto nelle aree deboli del Paese e più poteri alle Autorità di controllo in un sistema dei trasporti che si liberalizza sempre di più. Il Governo intervenga varando con urgenza un Piano dei Trasporti, che trovi le necessarie sinergie tra tutti i comparti (Aereo, Stradale e autostradale, Ferroviario, Vie del Mare, Trasporto urbano avanzato) del settore, concertato con le Associazioni dei Consumatori e le Associazioni del mondo produttivo e dei trasporti.

IMPRESAMIA.IT-ECO - Scajola: aumentare interscambio Pmi con Africa


Parte dal Sudafrica e dal Mozambico la nuova politica italiana per l’Africa
L’Africa è il Continente del futuro e il presidente Berlusconi ha voluto porre in primo piano nell’agenda del G8 la questione africana: il dicastero da me presieduto ha approntato un Piano Africa per dare nuovo impulso ai rapporti economici e commerciali e stimolare gli operatori italiani ad investire in quest’area. Così ha commentato da Maputo il ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola, a conclusione della sua missione nell’Africa Australe nel corso della quale ha ottenuto formali impegni a sviluppare concrete iniziative di partenariato con il Sudafrica e il Mozambico. "Nella missione abbiamo avuto incontri ad alto livello, in particolare in Sudafrica e Mozambico - ha spiegato il ministro - con esponenti dei Governi e delle imprese. Incontri finalizzati alla crescita dell’interscambio con una maggiore attenzione nei confronti delle imprese italiane, soprattutto piccole e medie. Vogliamo aiutare l’Africa a crescere per crescere assieme”. Negli incontri avuti a Pretoria con i ministri del Commercio e Industria e dello Sviluppo economico del Governo sudafricano, è stato espresso grande interesse per l’ampliamento dei già solidi rapporti commerciali tra Italia e Sudafrica: un interscambio di quasi 4 miliardi di euro, ma con rilevanti potenzialità. L’Italia, grande esportatrice soprattutto nei settori della meccanica e dell’alta tecnologia, aspira a divenire un partner privilegiato del Sudafrica, soprattutto nel turismo, lavori pubblici, trasporti ed energia, anche alla luce degli investimenti per i Campionati Mondiali di calcio del 2010. I rappresentanti del Governo del Sudafrica hanno sottolineato l’attenzione per il nostro sistema di piccole e medie imprese, vero motore propulsivo del tessuto produttivo italiano, affinché possano collaborare attraverso scambi di esperienze e attività di formazione, sulla base dei buoni risultati già conseguiti mediante i corsi Ice, per sviluppare il loro tessuto imprenditoriale e renderlo competitivo sui mercati internazionali. Calorosa l’accoglienza riservata alla delegazione italiana anche in Mozambico, grazie alla consolidata amicizia che intercorre tra i due Paesi, risalente agli accordi di pace di Roma del ’92. Forte l’attenzione delle nostre imprese verso questo mercato, come dimostrano gli oltre 40 espositori che hanno affollato il Padiglione Italia della Fiera Internazionale di Maputo, organizzato dall’Ice. Nella fitta agenda di incontri istituzionali - presidente della Repubblica, primo ministro, ministro del Commercio e dell’Industria, ministro dell’Energia - sono stati definiti i settori strategici sui quali fondare un vero e proprio partenariato industriale tra i due Paesi: grandi opere (come il Ponte sullo Zambesi appena inaugurato e realizzato grazie all’apporto determinante delle imprese italiane), agro-industria in tutta la filiera (dalla coltivazione alla conservazione) ed energia, dove un accordo di collaborazione dà il via a progetti su idroelettrico, eolico, solare e biodiesel. Tra i progetti già in cantiere, è in fase di organizzazione una settimana italiana nell’Africa Australe, per promuovere il sistema Italia attraverso le piccole e medie imprese, eventi culturali, coinvolgendo anche alcune grandi eccellenze del Made in Italy. In questo ambito, è prevista un’estensione sudafricana della mitica Mille Miglia: un’opportunità rilevante di conoscenza del gusto, del genio, della tecnologia e delle capacità imprenditoriali italiane.

IMPRESAMIA.IT-CONCORSO - Juvenes Translatores per le scuole secondarie della Ue


Iscrizioni dal 1° settembre al 20 ottobre
Aperte le iscrizioni al terzo concorso Juvenes Translatores per le scuole secondarie dell'Unione europea che avranno la possibilità di cimentarsi nella traduzione di un testo in una lingua di propria scelta e di vincere un premio. Questo concorso di crescente popolarità seguirà le stesse modalità che hanno valso il successo alle due precedenti edizioni. Le iscrizioni sono aperte dal 1° settembre al 20 ottobre a tutte le scuole secondarie che desiderano partecipare." Un concorso iniziato come progetto pilota è diventato un evento di rilievo molto atteso dell'anno scolastico - ha dichiarato Leonard Orban, commissario europeo per il multilinguismo - lo scopo del concorso è offrire agli studenti la possibilità di applicare le competenze linguistiche acquisite, di cimentarsi nel mestiere del traduttore e di sensibilizzare all'arte della traduzione. A giudicare dalla risposta delle scuole e dei partecipanti ai concorsi precedenti, questi obiettivi sono stati raggiunti. Siamo particolarmente lieti del fatto che alcuni dei vincitori abbiano scelto lo studio della traduzione all'università", ha affermato il commissario Orban. Nella prima fase le scuole secondarie di tutti gli Stati membri sono invitate a iscriversi utilizzando il modulo online disponibile sul sito Internet del concorsohttp://ec.europa.eu/translation/contest/index.htmFra le scuole iscritte, sarà selezionata una serie di scuole di ciascuno Stato membro tramite un sorteggio elettronico . Il numero di scuole è limitato e corrisponde al doppio del numero di voti attribuiti a ciascuno Stato membro in seno al Consiglio dell'Unione europea, come indicato nella tabella seguente:Francia, Germania, Italia, Regno Unito 58 Pol onia, Spagna 54 Romania 28 Paesi Bassi 26 Belgi o, Repubblica ceca, Grecia, Ungheria, Portogallo 24 Austria, Bulgaria, S vezia 20 D animarca, Finlandia, Irlanda, Lituania, Slovacchia 14 C ipro, Estonia, Lettonia, Lussemburgo, Slovenia 8 Malta 6
Nella seconda fase ogni scuola comunicherà i nominativi di un massimo di cinque studenti nati nel 1992 . Contemporaneamente, gli studenti indicheranno le lingue da cui e verso cui intendono tradurre, scegliendo fra le 23 lingue ufficiali dell'Unione europea (ad esempio, dal polacco in romeno o dal maltese in finlandese).Il concorso avrà luogo il 24 novembre 2009 e le prove di traduzione si svolgeranno simultaneamente in tutti gli Stati membri sotto la supervisione delle scuole. I partecipanti disporranno di due ore di tempo per tradurre un testo che sarà inviato alle scuole poco prima dell'inizio delle prove. Sono permessi i dizionari, ma non potranno essere utilizzati strumenti elettronici.Alla fine delle prove, le traduzioni saranno valutate da un a giuria composta da traduttori della direzione generale della traduzione della Commissione europea, che sceglierà la migliore traduzione di ciascuno Stato membro.I vincitori saranno invitati a una cerimonia di premiazione a Bruxelles , cui presenzierà il commissario europeo per il multilinguismo . Durante il loro soggiorno a Bruxelles i vincitori avranno l'occasione di fare conoscenza gli uni con gli altri e di incontrare traduttori dell'Unione europea.L e lingue dell'UE: http://europa.eu/languages/it/homeDG Tra duzione: http://ec.europa.eu/dgs/translation/

IMPRESAMIA.IT-UE - Vecchia lampadina, addio


Dal 1° settembre saranno sostituite sul mercato da quelle ad alta efficienza energetica
Con la sostituzione a livello mondiale delle lampade ad incandescenza per uso domestico con tecnologie di ultima generazione (risparmio energetico e led) risparmieremo ben 46 miliardi di euro in elettricità e 239 milioni di tonnellate di CO2, pari alla produzione di 228 centrali elettriche o a 685 milioni di barili di petrolio in un anno. A livello europeo il risparmio in elettricità sarebbe pari a 10 miliardi di euro e la riduzione di CO2 di 38 milioni di tonnellate, pari alla produzione di 52 centrali elettriche o a 156 milioni di barili di petrolio in un anno, secondo quanto emerge da uno studio del Centro di Ricerca&Sviluppo.In Italia, annualmente, si vendono, nel canale della grande distribuzione, oltre 3.000.000 di lampade ad incandescenza da 100Watt e per il momento solo 1.500.000 di lampade a risparmio energetico da 18 e 20 Watt corrispondenti ad una 100Watt ad incandescenza. L'illuminazione in generale copre circa il 19% dell'uso di elettricità nel mondo e si basa per quasi tre quarti su soluzioni antiquate e energeticamente inefficienti. L'adozione di soluzioni per l'illuminazione moderne, a basso consumo e facilmente accessibili porterebbe ad un risparmio medio immediato del 40% di elettricità.

IMPRESAMIA.IT-AUTO - In produzione solo vetture Euro 5


Dal 1° settembre scatta l'obbligo per i costruttori di auto
Dal primo settembre tutte le omologazionì, cioè i nuovi modelli di veicoli o le nuove versioni di modelli già esistenti, dovranno rispettare la normativa europea anti-inquinamento che prevede nuovi e più rigidi limiti di emissioni rispetto alla precedente Euro 4 che potrà ancora circolare nelle giornate di blocco del traffico. Ma le auto Euro 5 già sono in circolazione e secondo i dati dell'Unrae, nei primi sei mesi dell'anno in Italia ne sono state immatricolate 125.951 e i modelli più venduti sono Fiat 500 (23.901, sempre nel primo semestre), Volkswagen Golf (22.786) e Fiat Grande Punto (11.237). Seguono Audi A4 (7.938 unità), Alfa Romeo Mi.To (5.134) e Lancia Delta (4.647).
Attualmente le case automobilistiche che offrono in Italia più modelli Euro 5 sono Mercedes (13), Volkswagen e Opel (8) e Bmw (7). Seguono, con 5 modelli ciascuna, Toyota e Fiat. Il Lingotto, oltre a 500 e Grande Punto, offre Bravo, Idea e Sedici. C'è poi Alfa Romeo con 4 modelli (Mi.To, 159, Brera e Spider), mentre Lancia ne offre 2 (Delta e Musa). Ci sono poi alcune auto 'Euro 6' (la normativa più severa dell'Euro 5 entrerà in vigore dal 1/1/2015) ma si contano sulla 'punta delle dità: tra queste la Bmw 330d, mentre le Mercedes R, ML e GL 320 'hanno tutte le potenzialità per rispettare la normativa, come spiega la casa di Stoccarda.Rispetto alla normativa Euro 4, l' Euro 5 prevede, per i motori diesel, una riduzione dell'80% del particolato (dai 25 mg/km degli Euro 4 ai 5 mg/km degli Euro 5) e del 28% degli ossidi di azoto emessi (da 250 mg/km a 180) e per i motori a benzina un calo del 25% degli ossidi di azoto (da 80 mg/km a 60). Confermati i limiti per altri due inquinanti (monossido di carbonio per benzina e diesel, idrocarburi totali per benzina), mentre viene fissato, per i motori a benzina, il tetto di 68 mg/km per gli idrocarburi non metanici.Anche dal primo gennaio 2011, comunque, potrebbe continuare ad essere immatricolato qualche veicolo Euro 4. Alcuni automobilisti potranno convertire la loro auto Euro 4 in Euro 5.s ein possesso di un modello recente. Per tutti gli altri Euro 4, invece, la trasformazione in Euro 5 non è conveniente dal punto di vista economico.

IMPRESAMIA.IT-CONSUMI: lumache affare da 200 mln


Secondo un'analisi della Cia, il 50% degli italiani le mangia
Il 50% degli italiani ne è goloso, il 30% non ne mangia affatto e il 20% non le ritiene apprezzabili al gusto: le lumache tornano ad affascinare le tavole di una buona parte del BelPaese, dove si stima muovano un giro d'affari di oltre 200 milioni di euro. La tendenza emerge da un'analisi della Cia-Confederazione italiana agricoltori.''Rimaniamo - spiega la Cia in una nota - forti importatori: dei circa 365 mila quintali consumati dagli italiani ogni anno, più di 240 mila giungono dall'estero. Il segmento produttivo in Italia è comunque vivace: gli allevamenti, infatti, sono più di 6 mila per una superficie di oltre 7.500 ettari. L'elicicoltura mondiale produce, invece, più di 6.200 tonnellate di lumache''. Il prezzo al consumo praticato dagli allevamenti italiani, si legge nella nota ''è compreso tra 8 e 13 euro al chilo. Una vera prelibatezza a prezzi accessibili, anche in considerazione che il prodotto viene venduto pronto per la cucina''.

IMPRESAMIA.IT-ANTITRUST - Catricalà: gare trasparenti per i servizi nei musei


La denuncia è partita da Confcultura
L'Antitrust allunga l'occhio sui servizi offerti dai musei: caffe', ristorazione, librerie e organizzazione di eventi. Sui questi servizi aggiuntivi, il presidente Antonio Catricalà (nella foto) chiede di garantire "a tutte le imprese parità di condizioni di accesso" attraverso gare trasparenti e non discriminatorie. L'invito dell'Antitrust arriva dopo una denuncia dell'associazione Confcultura che riunisce la maggior parte delle imprese concessionarie dei servizi museali. Infatti, con l’emanazione della Legge n. 4/93 (Legge Ronchey) sono state istituzionalizzate nei musei, biblioteche ed archivi di Stato le attività volte ad informare il pubblico, ad accoglierlo nelle varie strutture e ad assisterlo tramite vari strumenti (guide, cataloghi, visite guidate, supporti audiovisivi, ecc) ma anche ad intrattenerlo in strutture di ristoro (bar e ristoranti) e ad offrirgli la possibilità di acquistare oggetti ispirati al patrimonio museale nei negozi dell’arte.

IMPRESAMIA.IT-VINO - Vendemmia 2009: Francia primo produttore mondiale


Ma l'Italia dovrebbe rimanere anche nel 2009 il primo esportatore mondiale di vino
Con un raccolto previsto di 48 milioni di ettolitri, la Francia sorpassa l'Italia dove la vendemmia anticipata dal caldo di una decina di giorni dovrebbe portare in cantina 47 milioni di ettolitri. Almeno secondo quanto afferma in una nota la Coldiretti che tuttavia assegna all'Italia la leadership sul mercato internazionale. Infatti, sul mercato il Made in Italy sembra mostrare una maggiore resistenza rispetto alla produzione del concorrente francese, che evidenzia un vero crollo sia all'interno dei confini nazionali che all'estero, tanto che esportazioni di vino Made in Italy - si legge nella nota - restano pressoché stabili in quantità (-0,3%), mentre quelle francesi si sono ridotte del 16% nel primo trimestre del 2009 ma con valori praticamente dimezzati per lo champagne (-41%) nell'intero semestre: con questi dati l'Italia dovrebbe quindi confermare la propria leadership sul mercato internazionale e rimanere anche nel 2009 il primo esportatore mondiale di vino, che rappresenta peraltro la prima voce dell'export agroalimentare. Grazie soprattutto all'alta qualità della produzione che per ben il 60% potrà essere commercializzata sotto una delle 477 denominazioni di origine (Docg, Doc e Igt) riconosciute in Italia. Una produzione, realizzata per quasi i due terzi - precisa la Coldiretti - in Veneto, Puglia, Emilia Romagna e Sicilia, con un equilibrio tra vini rossi o rosati e bianchi anche se ci sarà una leggera prevalenza dei primi. In Italia - si legge ancora nella nota - i consumi familiari di vino nel primo semestre sono diminuiti in quantità del 2,9% ma con un aumento del 2% per i Doc/Docg mentre in Francia c'è stato un crollo generalizzato del 17% per i vini bianchi da tavola e del 23% per rossi e rosé.

IMPRESAMIA.IT-IL CASO - L'influenza H1N1 allarma le aziende


La maggior parte delle imprese non ha un piano per gestire le conseguenze di una pandemia
La rapida diffusione della H1N1 (la cosiddetta "febbre suina") non comporterà solo problemi di ordine di tipo sanitario, lasciando a letto circa due miliardi di persone in tutto il pianete, ma anche gravi conseguenze economiche per le aziende per un calo generalizzato della produttività e meno viaggi d'affari. E gli esperti l'allarme: la maggior parte delle imprese non ha un piano per gestire le conseguenze di una pandemia e questo potrebbe mettere a rischio la tenuta stessa delle organizzazioni di business, aggravando ulteriormente i danni prodotti dalla recessione. Una delle misure più attese è lo stop, o comunque una netta riduzione, dei voli aziendali. Già oggi molte multinazionali stanno autorizzando gli spostamenti di top e middle manager solo in caso di estrema necessità e questo rende più complicato concludere alcuni affari che richiedono trattative in presenza. Secondo il broker assicurativo Marsh, le aziende devono attrezzarsi da subito per non arrivare impreparate al boom del contagio. Partendo da una revisione delle politiche aziendali in materia di norme igieniche ed esami medici, assistenza sanitaria e antivirale, incluse le forniture di antibatterici, maschere e altro materiale sanitario. Per poi proseguire con la mappatura di possibili misure di distanziamento e altri strumenti per limitare l'esposizione alla malattia e la realizzazione di test sulla tenuta dei piani di business continuity. Di quest'ultimo aspetto si occupa Aon, colosso del mercato assicurativo che consiglia alle aziende di predisporre un documento per dipendenti e collaboratori contenente una serie di misure igieniche per minimizzare i rischi di contagio da parenti e conoscenti, oltre che cercare di capire se sono in grado di reggere in caso di assenze di massa tra i lavoro.

IMPRESAMIA.IT-MADE IN ITALY - Progetto per carta identità del miele


Il progetto sarà presentato dall’11 al 13 settembre alla “Settimana del miele” di Montalcino
A Montalcino, per la prima volta in Italia, sta partendo un progetto di ricerca, promosso dalla Provincia di Siena insieme al dipartimento di Scienze ambientali dell’Università di Siena, finalizzato alla mappatura dei pollini tipici del territorio. L’obiettivo è stabilire con certezza l’origine geografica dei vasetti prodotti in una determinata area, e garantirne così l’assoluta tracciabilità. Il progetto sarà presentato alla “Settimana del miele” di Montalcino, in programma dall’11 al 13 settembre, uno degli appuntamenti di riferimento del settore. La ricerca parte dalla constatazione che ogni miele contiene quantità più o meno elevate di granuli pollinici che derivano in gran parte dai fiori stessi sui quali il nettare è stato raccolto. Sulla base del riconoscimento di tali pollini è così possibile risalire all’origine botanica e geografica del miele, un prodotto particolarmente legato al proprio territorio di produzione“Ad oggi - ha spiegato Diana Persia, promotore del progetto - l’identificazione dei pollini del miele era basata sull’analisi melissopalinologica, ovvero la loro osservazione al microscopio ed il loro riconoscimento visivo, ma si tratta di una metodica che presenta dei limiti dovuti alla sua non oggettività, in quanto influenzata dall’esperienza e dall’abilità dell’operatore. Oggi una possibile alternativa è basata sull’analisi del Dna dei pollini. Il nostro progetto di ricerca prevede l’esame di due specie botaniche tipiche dell’area di Montalcino, la sulla e il castagno: dai campioni di miele e dai pollini dei fiori raccolti nei campi estrarremo il Dna, che verrà isolato e purificato. Su questo - ha aggiunto - effettueremo le analisi genetiche volte all’identificazione di sequenze di Dna specifiche per la specie considerata. A questo punto verificheremo quanto di quel Dna è presente nel campione. Le analisi melissopalinologiche serviranno come guida e confronto dei risultati ottenuti, che saranno resi noti nel giro di un anno”. Attualmente a tutela della tipicità del miele, la direttiva comunitaria prevede che in etichetta debba essere indicata l’origine geografica - nome regionale, territoriale o topografico - solo se il miele proviene totalmente dal luogo indicato. Pertanto la possibilità di determinare con esattezza l’origine del miele rappresenterebbe un importante valore aggiunto per gli apicoltori di un territorio, utile a contrastare le numerose frodi del settore e a puntare sulla qualità.

IMPRESAMIA.IT-REGIONI - Liguria interviene su richiesta Ue accise gasolio


Il rimborso richiesto dalla Ue porterebbe molte aziende a rischio chiusura
L’Unione Europea chiede all’Italia la restituzione delle agevolazioni sulle accise del gasolio concesse agli agricoltori che producono in serra e la Regione Liguria interviene per trovare una soluzione che non penalizzi soprattutto il settore florovivaistico. Gli agricoltori, infatti, consumano mediamente oltre 20 milioni di litri di gasolio per il riscaldamento delle serre. Sopratutto per le produzioni del settore florovivaistico. Nel 2000, il governo allora in carica allora decise, come regime di aiuti di stato per le aziende agricole, di esentare dal pagamento delle accise (tasse) sul gasolio acquistato dalle aziende agricole che producono in serra per il riscaldamento delle stesse, a sostegno del settore e anche a causa del costante aumento del carburante che incideva, come oggi tra il 15 e il 20 % sui costi aziendali, mentre per le altre aziende agricole l’aliquota di agevolazione fiscale sull’acquisto di carburante rimase, come oggi, ridotta al 22%. Nell’ottobre del 2000, la Commissione Europea chiese al Governo Italiano precisazioni in merito all’aiuto di stato sotto forma di esenzione decisa dal Ministero delle Politiche agricole: le risposte fornite furono allora giudicate insufficienti dal Bruxelles, tanto che la Commissione annunciò più volte l’apertura di un procedimento di ingiunzione di pagamento per gli anni che vanno dal 3 ottobre 2000 al 2004. Il procedimento è stato concluso con una Decisione della Commissione UE che è stata notificata il 14 luglio al Governo Italiano. Tale decisione prevede la richiesta perentoria di recuperare entro quattro mesi quello che i beneficiari hanno percepito dal 2000 al 2004 sotto forma di sconto fiscale, compreso gli interessi. I produttori agricoli in serra in questi anni hanno usato questo beneficio a sostegno della loro azienda con un’attenzione particolare, acquistando esclusivamente il quantitativo di gasolio necessario per far funzionare il riscaldamento nelle produzioni, valutando ogni volta se il prezzo finale del gasolio fosse congruo rispetto ai prezzi che l’azienda avrebbe ricavato dalle produzioni realizzate. "In quanto coordinatore del settore Florovivaismo degli assessori di tutte le Regioni - ha dichiarato l’assessore Giancarlo Cassini – e come assessore Regionale all’Agricoltura della Liguria ho chiesto a tutti gli assessori regionali che la questione diventi centrale nella prima Commissione Politiche Agricole che faremo nei prossimi giorni, con la richiesta di un incontro urgente al ministro Zaia per trovare una posizione comune a difesa delle nostre aziende agricole. Ma la cosa che deve essere chiara – ha poi aggiunto – che noi diciamo "no" al pagamento da parte dei produttori agricoli, loro non hanno nessuna colpa di questa vertenza Unione Europea-Stato. Il ricorso alla Corte di Giustizia Ue da parte del Governo può essere una strada praticabile, il problema è fare presto e soprattutto tenere presente cosa vorrebbe dire l’applicazione di tale procedimento sanzionatorio per l’agricoltura in serra nel nostro Paese. Per molte di esse – ha concluso Cassini – un esborso così esoso potrebbe voler dire rischio chiusura, con la conseguente perdita di centinaia di posti di lavoro".

IMPRESAMIA.IT-PMI - Opportinità di sviluppo da ambiente


Convenzione ENEA-CNA per formazione e qualificazione delle Pmi
Le piccole imprese, fondamentali nella strategia italiana per il raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità ambientale e riduzione della CO2 fissati dalla UE e, al tempo stesso, possono cogliere in tale strategia importanti opportunità di sviluppo e crescita competitiva. CNA ed ENEA, per supportare le PMI in questa fase di profondo cambiamento, hanno firmato una convenzione per avviare una collaborazione in materia di formazione e qualificazione al fine di dotare le imprese associate alla CNA di maggiori competenze e di qualificarne le professionalità nei settori della generazione distribuita, dell’efficienza energetica e delle fonti rinnovabili. Gli obiettivi di fondo sono relativi alla creazione, sul territorio nazionale, di una rete di micro, piccole e medie imprese competenti e qualificate ad operare secondo i principi di efficienza e sostenibilità, a cui i consumatori possono rivolgersi con fiducia per l’installazione e manutenzione di impianti, e per la progettazione e costruzione “sostenibile” in campo edile. Si determinerà in tal modo anche una crescita occupazionale del settore stimata in circa 200.000 unità. La partnership ENEA-CNA mette insieme le sinergie di un soggetto primario nel campo della formazione e del trasferimento tecnologico in campo energetico, quale l’ENEA, e la conoscenza del settore artigiano e delle PMI, nonché la capillarità sul territorio della CNA. Con questa collaborazione si intende dare un contributo importante non solo per sostenere le imprese nel cogliere le opportunità derivanti dal rapido sviluppo di nuovi settori innovativi quali l’efficienza energetica e le fonti rinnovabili, ma anche per aiutare il nostro Paese a rispettare gli impegni assunti al livello Europeo ed internazionale, impegni che diventeranno ancora più importanti a seguito della recente approvazione del pacchetto Europeo sul clima e del prossimo appuntamento globale di Copenaghen. Nell’ambito dell’accordo ENEA-CNA prima di tutto si svilupperanno dei percorsi di formazione mista, in presenza e a distanza per meglio coniugare il lavoro con la formazione. Poi si qualificherà il personale delle PMI e infine si individuerà una procedura per il rilascio di un “marchio di qualità” per le imprese che impiegano personale qualificato. La collaborazione tra ENEA e CNA costituisce garanzia di competenza assoluta sia nella qualificazione delle nuove figure professionali che in quella delle imprese che volontariamente aderiranno all’iniziativa.

IMPRESAMIA.IT-COMMERCIO - Ristorazione: di stranieri il 40% nuovi esercizi


Sommariva: immigrati trasformano il progetto famiglia in un progetto aziendale
La ristorazione italiana è sempre più multietnica e il 40% di bar e ristoranti fa capo a immigrati che cucinano specialità italiane: ogni anno chiude il 20% di pubblici esercizi (circa 50 mila unità rispetto ai 250 mila totali) e aprono ristoranti etnici, specializzati nella cucine di altri Paesi. Negli ultimi 9 anni sono praticamente raddoppiati, passando dalle 2.511 unità del 2000 agli oltre 4.000 del 2009, e sono prevalentemente cinesi (65% del totale). A descrivere i cambiamenti del settore che rispecchiano una società sempre più multirazziale è il direttore generale della Fipe-Confcommercio, Edi Sommariva, che sottolinea come l'ingresso degli immigrati sia facilitato dal fatto di "aver l'abitudine a trasformare il progetto famiglia in un progetto aziendale". "Avviare un bar o un ristorante a gestione familiare - ha sottolineato Sommariva - consente risparmi nei costi di gestione di oltre il 50% rispetto a un locale con un titolare e 3 dipendenti. In questo sono favoriti gli stranieri, che contrariamente agli italiani sono abituati a lavorare con tutta la famiglia. Grazie alle agevolazioni fiscali, e alla possibilità di aprire i locali dalla mattina presto alla sera tardi, gli immigrati perciò decidono di rischiare, aprono un esercizio e si assicurano quel margine minimo per poter andare avanti". Secondo Sommariva, al giorno d'oggi poter contare sulla famiglia è un requisito necessario per poter avviare un pubblico esercizio, considerando che "quella di bar e ristoranti in Italia è una rete ipertrofica, esorbitante, con bassissima produttività". Il continuo aumento della presenza degli stranieri nella ristorazione Made in Italy presenta però, secondo il direttore generale della Fipe, dei rischi per le tipicità alimentari italiane. "Le nostre tradizioni - aggiunge Sommariva - sono uniche, legate al prodotto, e l'aumento di ristoratori che le conoscono solo marginalmente rischia di danneggiare la filiera". Se aumentano gli immigrati nel settore della ristorazione, sono poi in crescita anche i ristoranti multietnici: negli ultimi 9 anni sono quasi raddoppiati, passando a 4.000 unità. I ristoranti più diffusi rimangono sempre quelli cinesi (65% del totale), seguiti dai giapponesi, che però "si sono fermati negli ultimi anni per i prezzi più alti", e dagli altri orientali (vietnamiti e coreani). Aumentano, anche se non esistono dati ufficiali in proposito trattandosi di artigiani e non di pubblici esercizi, i locali 'kebab', sempre più apprezzati in Italia. In proposito, Sommariva ha definito non giusti i provvedimenti presi in alcune cittadine italiane per limitare questi locali: "oggi per aprire un pubblico esercizio - ha concluso - vince concessa una licenza, e poi ci si può fare quello che vuole. Piuttosto la strada su cui puntare è dare privilegi fiscali a chi si impegna per mantenere le tradizioni".

IMPRESAMIA.IT-SICUREZZA - No di Zaia e Sartori a proibizionismo vino


Concordi sul valore del comparto vitivinicolo per il Made in Italy
"Bisogna finirla di considerare ubriaco chi beve due bicchieri: è in atto una criminalizzazione del vino che non ha senso alcuno e che sta uccidendo uno dei comparti più pregiati del Made in Italy". Così un'intervista alla rivista Quattroruote, il ministro delle Politiche agricole, Luca Zaia invita a guardare con attenzione le statistiche sugli incidenti: solo il 2,09% è causato da guidatori in stato d'ebbrezza, gente ben al di sopra dello 0,5: "Non vedo perché dovrei rinunciare a bere con intelligenza e moderazione, solo perché ci sono irresponsabili che si ubriacano - spiega Zaia - E perché non si guarda con altrettanta severità alle altre cause degli incidenti? Vogliamo parlare del fumo o dei farmaci che danno sonnolenza? Degli antistaminici che migliaia di italiani prendono in primavera per combattere le allergie? O dei tranquillanti? Temo siano più pericolosi dei fatidici due bicchieri, ma nessuno se ne occupa". Dello stesso avviso Andrea Sartori, presidente dell'Unione Italiana Vini (Uiv) che condividendo le affermazioni di Zaia sulla questione dei limiti di tasso alcolemico nel sangue ha affermato in una nota che " la nostra posizione a riguardo è da tempo molto chiara: tasso zero per neo-patentati, per giovani fino a 21 anni e guidatori professionali, mantenendo per tutti gli altri l'attuale limite di 0,5 g/l, largamente condiviso in Europa - ha spiegato - e questo appare anche l'orientamento del Governo nel tanto discusso testo unificato sulla sicurezza stradale, già approvato alla Camera in sede legislativa dalla Commissione trasporti". Per il presidente dell'Uiv, ''le affermazioni di Zaia sono assolutamente di buon senso, poiché le campagne proibizionistiche, la storia insegna, sono sempre state controproducenti, senza contare poi le pesanti ricadute economiche su un comparto radicato nella nostra cultura, quello vitivinicolo, che sta attraversando una fase molto delicata. Lo confermano - si legge nella nota - anche i recenti dati del nostro export vinicolo negli Usa, in calo nel primo semestre di quest'anno di quasi il 20% in valore''. Per Sartori si rende necessario un approccio educativo al problema dell'abuso " valorizzando e non demonizzando un nostro patrimonio straordinario anche in termini salutistici, poiché - ha concluso - il vino é parte integrante della dieta mediterranea, i cui benefici sono riconosciuti da tutto il mondo scientifico''.

IMPRESAMIA.IT-PMI - Scajola: 700 mln per gli investimenti innovativi


Uno strumento che rafforza la competitività del sistema industriale
La politica industriale del Governo Berlusconi scommette sui risultati di ricerca e sull’innovazione garantendo a chi può eccellere gli strumenti per affrontare il mercato globale. Lo ha detto il ministro dello Sviluppo Economico, Claudio Scajola (nella foto), ricordando che “il provvedimento risponde all’esigenza di utilizzare di uno strumento selettivo e non generalista per il sostegno di investimenti produttivi e orientato al rafforzamento della competitività del nostro sistema industriale”. Scajola ha inoltre sottolineato che “si interviene nei confronti dei soggetti istituzionalmente preposti all’attuazione delle misure di agevolazione affinché favoriscano interventi innovativi da parte delle piccole e medie imprese”. Tutto questo grazie a uno specifico decreto firmato dal ministro. In particolare, si tratta di un regime di aiuti, istituito sulla base delle nuove regole comunitarie, che - attingendo a diversi fondi e programmi - prevede agevolazioni per investimenti produttivi nelle aree tecnologiche, individuate dai “Progetti di Innovazione Industriale”, per l’efficienza energetica, la mobilità sostenibile, le nuove tecnologie per il “made in Italy”, la vita e quelle innovative per i beni e le attività culturali, lo sviluppo di piccole imprese di nuova costituzione; l’industrializzazione dei risultati delle attività di ricerca e sviluppo sperimentale e, infine, per la realizzazione di investimenti volti al risparmio energetico e alla riduzione degli impatti ambientali.
Le risorse dovrebbero consentire l’avvio di circa 300 nuovi progetti avanzati e, in media, si prevede che ciascuna iniziativa innescherà impieghi per 4-5 milioni di euro, di cui metà a carico delle casse pubbliche. Il decreto agevolerà anche i programmi di investimento ad alto contenuto di innovazione nelle quattro Regioni Convergenza, ossia Campania, Puglia, Calabria e Sicilia, utilizzando le disponibilità comunitarie 2007-2013 provenienti dal Programma Operativo Nazionale “Ricerca e Competitività” e dal Programma Operativo Interregionale “Energie Rinnovabili e Risparmio Energetico”. Il nuovo regime reca novità pure per le grandi imprese che investono in programmi di prevalente sviluppo sperimentale in grado di accrescere il progresso tecnologico del Paese: anche i progetti ammessi alla procedura negoziale (tra ente erogatore e operatori economici interessati) possono essere agevolati attraverso il Fondo speciale rotativo per l’innovazione tecnologica. La documentazioni è scaricabile nel sito del Ministero: http://www.sviluppoeconomico.gov.it/primopiano/dettaglio_primopiano.php?sezione=primopiano&tema_dir=tema2&id_primopiano=357