martedì 16 giugno 2009

IMPRESAMIA.IT-POL - Del Governo il 90% delle leggi approvate


Gaudioso: il Parlamento dovrebbe svolgere una funzione di indirizzo nei confronti del Governo
In un anno di legislatura su 68 leggi approvate in Parlamento, 61 sono state di iniziativa del Governo. Ben il 90% del totale. E' quanto emerge da "Camere aperte", il primo rapporto sulle attività dei parlamentari nel primo anno della XVI legislatura, presentato dall'Osservatorio civico sul Parlamento italiano, promosso da Cittadinanzattiva, Controllo cittadino e Open polis. Il rapporto sottolinea la quasi assoluta assenza di iniziativa legislativa autonoma delle Camere. Il Parlamento, infatti, si è occupato quasi totalmente di tradurre in legge le iniziative del Governo. Ancora più netta la mancanza di attenzione nei confronti dei disegni di legge presentati dal popolo o dalle Regioni. I 21 ddl di iniziativa regionale e i 12 di iniziativa popolare non sono stati mai stati presi in considerazione da Camera e Senato.E' una realtà che "lascia sconfortati - ha commentato il vicesegretario di Cittadinanzattiva Antonio Gaudioso - Il Parlamento dovrebbe svolgere una funzione di indirizzo nei confronti del Governo e non viceversa, in un'ottica di collaborazione istituzionale. Ma questa è possibile - ha sottolineato Gaudioso - solo se il Parlamento esprime una propria autorevolezza". Un'autorevolezza che non puo' esserci quando viene a mancare un rapporto diretto tra elettore ed eletto, come quando "non si possono esprimere le preferenze o avere un ruolo sulla scelta dei candidati". Il cittadino in questo caso "si trova solo a ratificare - ha concluso il vicesegretario - scelte fatte da altri, così come per lo stesso Parlamento". Dal rapporto "Camere aperte" veniamo a sapere che le donne sono decisamente più attive e presenti degli uomini. Tra i deputati, le donne hanno un indice di attività medio di 2,7, mentre gli uomini si attestano più in basso (2,2). Al Senato la differenza è ancora più marcata: vincono le donne 3 a 2. Ma nelle presenze alle votazioni, le differenze tra i sessi si assottigliano. Alla Camera, le donne sono risultate presenti nell’82% dei casi a fronte di una presenza dei colleghi dell’80%; situazione simile al Senato: donne presenti nell’85% delle votazioni, uomini 82%.Non solo. ci sono parlamentari iperattivi e “fannulloni”: Angela Napoli, eletta in Calabria nelle liste del PdL, è la deputata più attiva, al pari della senatrice Donatella Poretti, eletta per il PD in Puglia: entrambe ricevono un 10 nei loro indici di attività. Alla Camera la Napoli è seguita da Rita Bernardini (PD, eletta in Sicilia) e Gabriella Carlucci (PdL, Puglia), mentre al Senato, dietro la Poretti troviamo Elio Lannutti (IdV, Veneto) e Rosario Giorgio Costa (PdL, Puglia). Tra i meno attivi, invece, il deputato Denis Verdini, tra i coordinatori del PdL ed eletto in Toscana, che ha ricevuto uno 0,09, e il senatore del PdL Marcello Pera, ex presidente del Senato eletto nel Lazio, con lo 0,18. Il podio dei “fannulloni” è completato da Niccolò Ghedini (PdL, Veneto) e Massimo D’Alema (PD, Puglia) per la Camera dei deputati, e da Beppe Pisanu (PdL, Sardegna) e Marcello Dell’Utri (PdL, Lombardia) per il Senato. In generale, solo il 2,6% dei Parlamentari italiani raggiunge un indice di attività sufficiente, cioè pari o superiore a 6: la media è 2,3.Regione che vai, parlamentare che trovi: analizzando l’indice di attività e le presenze dei parlamentari in base ai collegi elettorali di riferimento emerge che i deputati che rappresentano la regione Molise sono, in media, i più attivi, con un indice di attività di 3,9. Segue il Friuli-Venezia Giulia (3,4), Calabria (2,8), Emilia Romagna (2,7) e Trentino Alto Adige (2,7). I meno attivi, invece, sono i deputati di Campania (1,9), Abruzzo (1,9), Liguria (1,5) e Valle D’Aosta (1,4). In proporzione, fanno meglio anche i deputati che rappresentano i collegi esteri: Europa (3,2), Americhe (2,1).Simile la situazione nel caso dei senatori: i più attivi si trovano in Molise ed Emilia Romagna (3,1 ciascuno) e in Toscana (2,9), mentre i meno attivi rappresentano la Liguria (2), l’Abruzzo (1,9), la Campania (1,9) e le Marche (1,7). Il quadro delle presenze alle votazioni offre, ancora una volta, uno scenario quasi opposto rispetto a quello dell’indice di attività. I deputati più presenti sono quelli di Valle D’Aosta (98%), Umbria (91%), Basilicata (86%) e Liguria (84%), mentre i meno presenti alle votazioni sono proprio i deputati del Molise (66%). Poco meglio vanno in Trentino Alto Adige (78%), Puglia (77%) e Lazio (76%). Da parte loro, i senatori più presenti alle votazioni sono quelli di Friuli-Venezia Giulia (94%), Calabria e Molise (91% ciascuno), mentre al fondo troviamo i senatori di Lazio (80%), Sicilia (76%) e Abruzzo (70%).

IMPRESAMIA.IT-UE - Italia: prorogati gli aiuti di Stato alle banche


UE - Italia: prorogati gli aiuti di Stato alle banche Il provvedimento mira a stabilizzare i mercati finanziari attraverso il finanziamento delle banche
Si tratta di aiuti destinati a porre rimedio a un grave turbamento dell'economia di uno Stato membro. La Commissione europea ha autorizzato, ai sensi delle norme sugli aiuti di Stato previste dal trattato CE, la proroga di un regime italiano di garanzia a favore delle banche. La Commissione ha ritenuto la proroga delle misure, approvate in origine il 13 novembre 2008, in linea con la comunicazione contenente gli orientamenti sugli aiuti di Stato per il superamento della crisi finanziaria. In particolare, le misure oggetto della proroga sono limitate nel tempo e nella portata. Esse sono quindi compatibili con l'articolo 87, paragrafo 3, lettera b), del trattato CE che autorizza gli aiuti destinati a porre rimedio a un grave turbamento dell'economia di uno Stato membro. "La proroga del regime di garanzia a favore delle banche - ha dichiarato il commissario responsabile per la concorrenza, Neelie Kroes ( nella foto) - fornisce all'Italia uno strumento per mantenere la fiducia nel suo sistema finanziario e quindi per sostenere l'economia, limitando nel contempo distorsioni della concorrenza".La Commissione ha ritenuto che le misure fossero ben mirate, proporzionate e limitate nel tempo e nella portata ed ha pertanto concluso che il regime è uno strumento adeguato per mantenere la fiducia sul mercato finanziario italiano e per sostenere la liquidità del sistema bancario.La proroga del regime di garanzia a favore delle banche, che mira a stabilizzare i mercati finanziari sostenendo il finanziamento delle banche nel medio e lungo-termine, è stata notificata alla Commissione il 29 maggio 2009. A parte la proroga, tutte le condizioni (come le istituzioni che possono beneficiare delle misure e le condizioni di remunerazione e di salvaguardia) restano le stesse della decisione iniziale.

IMPRESAMIA.IT-CLASS ACTION - Landi: manca il diritto al risarcimento


Rafforzare il ruolo dell'Antitrust come difesa contro comportamenti dannosi per i consumatori
Ammontano a 52 milioni le sanzioni per pratiche commerciali scorrette, spesso alle stesse imprese. E, pur avendo avuto più sanzioni nel corso dello stesso anno, molte di queste imprese non demordono, perciò è “indispensabile aggiungere alle sanzioni - ha affermato in una nota Paolo Landi, segretario generale di Adiconsum (nella foto) - il diritto al risarcimento per le vittime con la class action”. E' positivo il giudizio dei consumatori sulla relazione svolta dal Presidente dell’Antitrust, Antonio Catricalà, un’attività ampia rigorosa che ha permesso in molti casi una corretta applicazione delle leggi da parte di imprese sempre più propense a pratiche commerciali scorrette, tuttavia molte di queste imprese hanno avuto più sanzioni nel corso dello stesso anno e nonostante ciò perseguono in questa attività. È, quindi, indispensabile prevedere anche in Italia un diritto al risarcimento con l’azione collettiva. Una legge che il Parlamento avrebbe dovuto migliorare e che invece ha reso più inefficace del precedente.Dello stesso parere - viene sottolineato nelle nota di Adiconsum - anche il Presidente Catricalà che nella sua relazione afferma: “Avevamo auspicato che il rinvio della legge servisse a migliorarla, la soluzione che oggi si profila sembra di segno contrario”.Adiconsum - si legge ancora - è favorevole al rafforzamento del ruolo di questa autorità non solo per contrastare comportamenti non concorrenziali e non trasparenti in settori nuovi (come false offerte di lavoro, prodotti civetta, promesse di vincite o cibi miracolosi), ma anche nei settori tradizionali quali quello dei carburanti dove continuamente si ripetono fenomeni di cartello a danno dei consumatori.

IMPRESAMIA.IT-BIO – Emilia Romagna: lotta alla vespa cinese del castagno


Un parassita per combattere l’insetto
Il Servizio fitosanitario della Regione, in collaborazione con il Consorzio fitosanitario di Reggio Emilia e l´Istituto di Entomologia dell´Università di Torino, ha scelto di utilizzare un parassita per combattere la vespa cinese del castagno (Dryocosmus kuriphilus Yasamatsu), insetto in grado di provocare seri danni alla castanicoltura della regione. Senza l’utilizzo di prodotti chimici, ma attraverso questo parassita (Torymus sinesis) si è riusciti a combattere parassitizzare le larve di vespa cinese.Secondo lo studio condotto dal prof. Alberto Alma dell’Università di Torino, il parassita non può essere allevato in grandi quantità in laboratorio; di conseguenza è necessario favorirne l´adattamento e la proliferazione negli ambienti montani.Per questo i ricercatori dell´Università di Torino hanno liberato gli adulti dell´imenottero parassitoide nei pressi di giovani castagni, facilmente controllabili per le ridotte dimensioni della chioma, sulle quali si sono sviluppate le galle, segno inconfondibile della presenza della vespa. Nel prossimo autunno-inverno si procederà alla raccolta di tutte le galle che, nel frattempo, si manifesteranno sulle piante interessate dal lancio; da queste saranno raccolti nuovi esemplari di Torymus che, nella successiva primavera, potranno essere diffusi in altri castagneti.

IMPRESAMIA.IT-UE - Da luglio aboliti gli standard minimi ortofrutta


La decisione rientra nell'ambito delle procedure di semplificazione burocratica per la nuova Pac1
Organizzazioni dei consumatori segnalano il rischio di acquistare prodotti scadenti a prezzo alto. Si pensi infatti agli ortofrutticoli confezionati, che sempre più spesso per ragioni di praticità e convenienza acquistiamo nei supermercati: la totale assenza di vincoli circa l’omogeneità del prodotto renderà di fatto lecito mettere in evidenza un primo strato di frutti, di ortaggi o di verdure migliori per poi riempire la parte sottostante della confezione con merce di poco valore. Tutto questo perché a partire dal luglio 2009, secondo quanto previsto dal regolamento (Ce) n. 1221/2008, saranno abrogate le norme che disciplinano gli standard minimi di forma e dimensione per la commercializzazione dei seguenti 26 tipi di prodotti ortofrutticoli freschi: albicocche, carciofi, asparagi, melanzane, avocado, fagioli, cavoli di Bruxelles, carote, cavolfiori, ciliegie, zucchine, cetrioli, funghi coltivati, aglio, nocciole in guscio, cavoli cappucci, porri, meloni, cipolle, piselli, prugne, sedani da coste, spinaci, noci in guscio, cocomeri e cicoria witloof. Le regole restano invece in vigore per altri 10 tipi di prodotti, ritenuti pi rappresentativi per il mercato: mele, agrumi, pere, kiwi, insalate in genere, pesche e nettarine, fragole, peperoni, uva da tavola e pomodori; anche per questi, tuttavia, è riconosciuta agli Stati membri la facoltà di autorizzare la vendita di pezzature al di sotto degli standard, purché sull’etichetta sia apposta la dicitura prodotto destinato alla trasformazione.Una decisione che sta facendo discutere: innanzitutto viene criticato il vero e proprio abuso del voto di qualità da parte della Commissione per giungere all’approvazione formale del regolamento, nonostante il parere contrario nel Comitato di gestione di ben 16 Paesi, tra cui l’Italia (solo 9 i favorevoli, quasi tutti nordeuropei). Una deregulation, quindi, imposta dall’alto, senza tenere in alcuna considerazione le perplessità espresse dai principali Paesi produttori. Dal punto di vista della sostanza, invece, il nuovo regolamento preoccupa i produttori italiani primi nella Ue con un fatturato, compreso l’indotto, di 22,8 miliardi di euro che temono la concorrenza sleale dei Paesi dell’Est, favoriti dal venir meno degli standard minimi per la commercializzazione. Il sistema fino ad ora in vigore, infatti, disciplinando la classificazione dell’ortofrutta in categorie e calibri per garantire l’omogeneità dei prodotti presenti in un imballaggio, tutelava maggiormente le imprese agricole in grado di garantire gli standard qualitativi più elevati.Per maggiori informazioni, www.adiconsum.it

IMPRESAMIA.IT-CRISI - Catricalà: rischio nuovo protezionismo


Nella relazione annuale il presidente Antitrust ha esortato ad andare avanti sulle liberalizzazioni
Occorre vigilare con attenzione affinché le aziende non scarichino i costi della crisi sui consumatori. Lo ha detto il presidente dell'Antitrust, Antonio Catricalà (nella foto), nella sua relazione annuale, ammonendo che la dura recessione economica possa alimentare i rischi di protezionismo con l'effetto di scaricare i costi della crisi sui consumatori e di non risolvere gli annosi problemi di bassa crescita dell'economia italiana. "Il pericolo, latente in tutti i mercati, si manifesta in particolare in quelli caratterizzati da intrecci e posizioni dominanti - ha sottolineato Catricalà - le minacce al mercato interno sono attentati alla prosperità del continente, assicurata da oltre 50 anni di liberi scambi''.Il presidente dell'Antitrust ha sottolineato che l'anno scorso sono state varate alcune importanti riforme come la riforma della pubblica amministrazione, ma al tempo stesso sollecita a scoraggiare ''in Parlamento lo stillicidio di iniziative volte a restaurare gli equilibri del passato a detrimento dei consumatori'', riferendosi al caso delle parafarmacie, del mantenimento di un tetto antitrust per la distribuzione del gas, e l'abrogazione della facolta di recesso annuale nei contratti del settore assicurativo. Infatti, occorre andare avanti con le liberalizzazioni e non abbassare la guardia sul protezionismo perché "nel nostro Paese i vincoli di finanza pubblica, giustamente considerati dal Governo - ha ribadito Catricalà - ci mettono di fronte a una scelta obbligata e virtuosa: possiamo solo incoraggiare le liberalizzazioni e lo sviluppo di autonome iniziative imprenditoriali". Parlando della reputazione delle banche italiane e della trasparenza spesso troppo scarsa nei confronti dei clienti, il presidente Antitrust ha affermato che "stabilità e redditività degli enti creditizi discendono anche da fattori reputazionali, che oggi sembrano compromessi più che in altri periodi - ha spiegato- parte della sfiducia è dovuta alle prassi contrattuali spesso troppo articolate e difficilmente comprensibili da parte dei risparmiatori". Proprio per questo motivo, ha spiegato Catricalà, «vanno fatti ulteriori passi in avanti sulla strada della trasparenza, intrapresa solo ora con timidezza".

IMPRESAMIA.IT-IL CASO - Vignali: tutelare i piccoli azionisti di IT Holding


I marchi sono stati venduti anche se c'erano offerte concrete che garantivano il risanamento
Continua a fare notizia il caso del Gruppo IT Holding, che IM-Impresa Mia ha seguito fin dall'inizio. Oggi pubblichiamo l'interrogazione rivolta la ministro dello sviluppo economico, Claudio Scajola, dal deputato del Pdl, Raffaello Vignali (nella foto), ex presidente nazionale della Compagnia delle Opere, noto come il "paladino delle Pmi" e famoso anche per aver partecipato alla costituzione della Fondazione per la Sussidiarietà. Facciamo un breve riepilogo della vicenda: IT Holding, società della moda che fa capo a Tonino Perna aveva oltre 1.800 dipendenti e nel 2007 aveva ricavato 637 milioni di euro controllando Ferré, Malo ed Exté (inoltre aveva in licenza marchi altrettanto noti, come Versace Jeans Couture, Versace Sport, Just Cavalli, C'N'C Costume National e Galliano). L'azienda è la più grande del Molise e rappresenta un pezzo cruciale dell'economia molisana, visto che nella regione coordina un gruppo di società, anche di contoterzisti e fornitori,che disegnano, producono e distribuiscono pret-a-porter e accessori. Quì di seguito il testo dell'interrogazione Vignali.Il gruppo IT Holding è certamente una realtà importante nel settore del lusso. Annovera la titolarità di importanti marchi, quali ad esempio: Gianfranco Ferrè, Malo, Extè, e quindi anche, attraverso la controllata ITTIERRE, Just Cavalli, C'N'C' Costume National, Versace Jeans, John Galliano;l'azione quotata al segmento «Star» a luglio 2007 raggiungeva quotazioni superiori a 2,20 euro per azione con un incremento del 28 per cento circa sulla quotazione di inizio 2007. Un «trend» positivo della IT Holding che però, in un contesto borsistico quale quello del 2007, in cui il mercato azionario italiano ha subito una flessione media del listino del 7 per cento circa inspiegabilmente andava scemando, «scivolando», con consistenti escursioni negative di prezzo giornaliero, addirittura ad un valore di 1,08 euro, quindi con un calo superiore al 50 per cento rispetto ai massimi (2,20 euro) e del 32,50 per cento rispetto alla quotazione di inizio 2007; il mercato azionario nel 2008 subiva un ribasso del 50 per cento mentre l'azione IT Holding dell'83 per cento (da 1,08 euro ai minimi di 0,18 euro) e questo sempre con l'assoluto silenzio ed assenza degli organi di vigilanza. L'azienda, a fronte di questi cali repentini e ingiustificati ha rassicurato il «timore» del mercato sulla reale correttezza delle poste di bilancio pubblicate. IT Holding nella seconda parte del semestre 2008 chiedeva di riscadenzare il pagamento di affidamenti scaduti con il sistema bancario, il quale concedeva una proroga anche alla luce delle trattative in stato avanzato con fondi di investimento esteri pronti ad entrare nella compagine, o rilevare il marchio «Ferrè». Quest'ultimo, a bilancio per 149.000.000 di euro, riceveva un'offerta per la sua cessione di 120-140 milioni di euro;questa iniezione di liquidità avrebbe sicuramente riportato serenità sia nella gestione aziendale che nel sistema finanziario. Nel dicembre 2008 avviene un cambio ai vertici della direzione, anche al fine di trattare con i fondi di investimento cinesi interessati. A fine gennaio 2009 il consiglio di amministrazione di ITH dava mandato all'amministratore delegato, dottor Nebuloni, di verificare urgentemente se esistevano le condizioni per chiudere la trattativa con il fondo cinese. Domenica 8 febbraio 2009, riunendosi l'ultimo consiglio di amministrazione e verificando «inspiegabilmente» l'assenza delle condizioni per chiudere l'accordo, veniva diramato un comunicato con cui si chiedeva con effetto immediato la sospensione alle contrattazioni dell'azione al segmento «Star»;alla luce dei primi stati di insolvenza, veniva applicata la legge Marzano con l'amministrazione straordinaria, prima alla controllata Ittierre e poi a tutta la «galassia» IT Holding;appena incaricati i tre nuovi commissari (Ciccoli, Chimenti e Spada), succedevano eventi quasi «impensabili»: immediatamente 5 banche (Unicredit, S. Paolo Intesa, Banco Popolare, BPER e Banca popolare di Milano) concedevano una linea di credito di trenta milioni di euro; veniva rinnovata la licenza a produrre con Just Cavalli fino alla stagione autunno-inverno 2014/2015; Banca Ifis (società di factoring) concedeva una linea di euro 12,5 milioni a favore dei fornitori italiani di Ittierre; la regione Molise si rendeva garante al fine di assicurare il livello occupazionale sia diretto che dell'indotto della galassia ITH; veniva rinnovata la licenza a produrre con C'N'C' Costume National;con la messa in stato di liquidazione della IT Holding gli «attivi» non potranno soddisfare le passività aziendali e conseguentemente si manifesterà una evidente perdita per i piccoli azionisti;l'interrogante si chiede come mai si sia proceduto alla vendita dei marchi quando c'erano offerte concrete a prezzi di mercato che garantivano il risanamento: se nell'ambito dell'attività dei commissari si sia tenuto adeguatamente conto della tutela degli interessi dei piccoli azionisti preoccupati dalla vicenda e quali siano le modalità operative attraverso le quali i commissari intendano risolvere questa difficile situazione; se si intenda procedere da parte dei commissari alla riammissione del titolo alle contrattazioni di borsa.