martedì 30 giugno 2009

IMPRESAMIA-MADE IN ITALY - A breve Igp anche la Mela di Valtellina


Zaia: continua il nostro lavoro a tutela del ricchissimo patrimonio agroalimentare italiano
Il gradimento, crescente, della Mela di Valtellina, prodotta in vari comuni della provincia di Sondrio, risale al secondo dopoguerra. Anche grazie al contributo delle varie cooperative ortofrutticole che, in collaborazione con istituti universitari specializzati nella melicoltura, hanno consolidato il "sistema melo" in Valtellina. Tre le varietà di frutti utilizzati per la produzione della “Mela di Valtellina”: Gala, Golden Delicious e Red Delicious. Il gradimento crescente di questi frutti presso i consumatori trova origine dal territorio di produzione: infatti lo sviluppo est-ovest della valle - situazione unica nei territori alpini a vocazione frutticola - assicura un’esposizione dei terreni a maggiore luminosità, fattore che contribuisce a donare ai frutti particolari caratteristiche di croccantezza, succosità e dolcezza. La conformazione orografica del territorio, che permette un’elevata qualità della radiazione luminosa, abbinata a una rilevante escursione termica giorno-notte, permette lo sviluppo ottimale della maturazione delle mele. Annunciando la pubblicazione della domanda di registrazione del prodotto “Mela di Valtellina” Igp sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione europea, il ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali Luca Zaia (nella foto) ha sottolineato che "continua il nostro lavoro a tutela del ricchissimo patrimonio agroalimentare italiano: anche la mela di Valtellina si avvia ad essere inserita nell’elenco delle indicazioni geografiche tutelate a livello comunitario”. Il prestigio della melicoltura della Valtellina ha permesso anche di attrarre importanti investimenti: ne è esempio l’impianto plurirriguo del Consorzio Sponda Soliva, che gestisce l’irrigazione di 2000 ha, creato negli anni ‘70 e finanziato dai mutui gestiti dal fondo europeo Feoga.

IMPRESAMIA.IT-SVILUPPO - In Liguria erogati primi contributi dall'Agea


Insediamenti di giovani agricoltori, sviluppo di imprese agricole e una agrituristica
In Liguria i primi pagamenti da parte dell'Agenzia nazionale per le erogazioni in agricoltura (Agea). I contributi rientrano negli investimenti dei Programmi di sviluppo rurale in Italia. e finora sono stati erogati 27 premi per l'insediamento di giovani agricoltori per un totale di circa 270 mila euro, 8 contributi per lo sviluppo di imprese agricole per circa 280 mila euro, e 1 contributo ad impresa agrituristica per circa 20 mila euro, per un importo totale di circa 570 mila euro. I pagamenti effettuati, a partire dal 26 giugno, riguardano esclusivamente 36 imprese agricole della Liguria.Dopo i risultati conseguiti nel 2007 e nel 2008 la Liguria si conferma Regione virtuosa per quanto riguarda la gestione e i pagamenti relativi alle misure per investimenti degli agricoltori.La Regione Liguria invita tutti i soggetti interessati a presentare agli enti competenti le domane di pagamento, che già da tempo possono essere istruite e liquidate senza ritardi.Agea ha aperto anche uno sportello per la soluzione dei problemi di foto-interpretazioni del territorio, che ha permesso la soluzione di decine di migliaia di anomalie contenute nei fascicoli aziendali (costituiti dalle aziende agricole tramite i Centri di assistenza agricola), permettendo di sbloccare i pagamenti relativi alle misure a superficie del Psr ed altri importanti contributi destinate alle imprese agricole.Tutte le informazioni relative al Programma di sviluppo rurale 2007-2013, ai bandi ed ai pagamenti erogati, sono disponibili sul sito dell'assessorato all'Agricoltura della Regione Liguria http://www.agriligurianet.it/cgi-bin/liguria/agrinet3/ep/home.do.

IMPRESAMIA.IT-EVENTI - Trentino: vini Müller Thurgau questi sconosciuti


A Cembra dal 1 al 5 luglio, XXII rassegna internazionale e VI edizione del Concorso internazionale
Un’occasione unica per avvicinare e conoscere oltre cento produttori provenienti da Italia, Germania, Repubblica Ceca e Ungheria. Il programma prevede alle 18.00 l’inaugurazione della rassegna con la partecipazione della fanfara alpina di Cembra e del gruppo costumi storici cembrani, dalle 19.00 alle 22.30 degustazioni aperte al pubblico presso la prestigiosa cornice di palazzo Barbi a Cembra. Spazio poi agli eventi di contorno tra cui Adagio con gusto, un’originale rassegna di concerti enogastronomici che coinvolgerà i presenti nella serata di venerdì 3 luglio. Una proposta multisensoriale offerta dall’Apt di Pinè Cembra, per far scoprire i profumi, i sapori, i colori e i frutti della terra trentina, lavorati dalle sapienti mani dei ristoratori e accompagnati da melodie ricercate. La premiazione dei vincitori del VI Concorso internazionale vini Müller Thurgau di sabato 4 luglio verrà arricchita da un altro importante momento di degustazione: “Sapori di…Vini in centro Storico”, itinerario enogastronomico con gli operatori della Strada del Vino e dei Sapori Colline Avisiane, Faedo e valle di Cembra. Approfondimenti inediti sul vino negli incontri tecnici che si svolgeranno durante le mattinate di venerdì 3 e sabato 4 luglio, che presenteranno le prospettive di sviluppo legate alla coltivazione del Müller Thurgau. Le giornate di sabato 4 e domenica 5 luglio saranno allietate dagli spettacoli teatrali I sentieri della memoria, da storie, leggende e contie del Trentino Alto Adige a cura de L’uovo teatro stabile di innovazione dell’Aquila in collaborazione con il Coordinamento teatrale trentino. Rappresentazioni e riflessioni sulle più importanti e suggestive fiabe e leggende riguardanti il Trentino, tramandate da generazione in generazione di fronte al camino nei freddi inverni. Un percorso narrante capace di far scoprire gli aspetti magici e affascinanti della terra trentina e delle sue valli misteriose e selvagge. Le giornate della rassegna ospiteranno inoltre la seconda edizione del simposio di scultura lignea della Valle di Cembra, un percorso allestito in suggestivi avvolti ed anfratti, correlati in vari momenti all’enogastronomia e alla musica.

IMPRESAMIA.IT-MADE IN ITALY - Olio d'oliva sul palcoscenico mondiale


Unasco: contro la crisi è necessaria una nuova collaborazione tra inustria e agricoltura
Anche per l'olio di oliva la tracciabilità è la carta vincente sui mercati internazionali dove chiedono di saperne l'origine. Lo ha spiegato il presidente della Unasco (Unione Nazionale Organizzazioni Coltivatori Olivicoli), Elia Fiorillo in occasione del programma di informazione e promozione dell'olio di oliva al Consolato generale d'Italia a New York ( la campagna di promozione triennale dell'olio extravergine di oliva, in Stati Uniti e Canada è finanziata con il contributo dell'Unione europea e dell'Italia - ndr). "Puntare sulla tracciabilità è il requisito fondamentale per fare il salto di qualità sui mercati internazionali - ha sottolieato Fiorillo - perché nei più importanti Paesi del mondo, sempre più consumatori considerano l'olio extravergine Made in Italy un prodotto alimentare fondamentale per la salute e, pertanto, vogliono conoscerne con precisione l'origine prima di acquistarlo. Per contrapporci al modello spagnolo - ha continuato il presidente - lanciamo l'idea di un nuova collaborazione tra industria e agricoltura, un modo nuovo da superare la crisi economica del settore. Si vuole andare oltre gli accordi di filiera. Il messaggio che vogliamo lanciare è chiaro: una nuova interazione tra industria e mondo agricolo, un patto di lealtà che noi vogliamo suggellare con gli industriali per produrre olio di oliva di alta qualità. In questo momento di crisi - ha concluso Fiorillo - è un modo per entrare nei mercati esteri con produzioni di alta qualità, in un segmento che ancora oggi ha risentito di meno dei venti della recessione".

IMPRESAMIA.IT-SETTORI - IT: 93mila aziende e 390mila addetti


Presentato a Milano il 1° Rapporto di Assinform sul settore IT in Italia
E' il secondo settore in Europa per numero d'imprese con poli di sviluppo Roma e Milano che lavorano su standard internazionali. Infatti, in linea con la tendenza europea, l'IT italiano è costituito per il 92,4% da attività di software, dal 3,6% di hardware e 4% di assistenza tecnica. Con 97mila imprese e 390mila addetti, l'Italia è seconda solo al Regno Unito che è il Paese europeo più sviluppato nel settore informatico, e supera Francia e Germania. Confermata la seconda posizione anche nel rapporto fra il numero di addetti al settore IT sulla popolazione totale.I dati tratti dal 1° Rapporto di Assinform sul settore IT in Italia, mettono in luce che ci sono ben 40 medie imprese italiane di produzione di hardware che, con un fatturato di oltre 1.500 milioni di euro (dati 2006), si collocano al primo posto in Europa, superando i 1.300 milioni di euro generati dalle 46 medie imprese inglesi e lasciandosi molto dietro gli altri Paesi. Non solo, ci sono anche 640 medie e grandi imprese italiane di produzione software e servizi, dove si concentra quasi il 70% degli addetti al settore, con un fatturato di poco superiore ai 19 miliardi euro. Quanto ai punti di criticità del settore emersi dallo studio, Ennio Lucarelli, presidente di Assinform (nella foto), ha indicato l’estrema frammentazione che, in linea con la tipicità della struttura produttiva nazionale, vede l’IT composto per il 94% da piccole imprese, dimensione limitativa dello sviluppo per un settore così esposto alla globalizzazione e sottoposto alla pressione costante del rapido cambiamento tecnologico. Lo confermano il basso margine operativo lordo, che necessariamente comporta una capacità ridotta da parte delle imprese IT italiane a investire in innovazione, che ci colloca ben al di sotto di Germania, del Regno Unito, della media UE 15 e dell’UE 27. La scarsa internazionalizzazione del settore e il deficit della sua bilancia commerciale che, sebbene esprima dal 2005 una tendenza a calare di circa il 18%, nel 2008 continua a registrare un saldo negativo pari a circa 5,1 miliardi di euro.

IMPRESA.IT-LAVORO - Ammortizzatori in deroga anche per gli artigiani


Campagnoli: quasi un grande contratto di solidarietà tra imprese e lavoratori
Per tutte le imprese artigiane dell'Emilia Romagna potrà essere utilizzata la cassa integrazione ordinaria e straordinaria in deroga. Si tratta di strumenti dai quali sinora erano escluse: per le imprese, infatti, c'era unicamente la possibilità di ricorrere alla messa in mobilità dei lavoratori. Grazie all'accordo sottoscritto in Regione tra l'assessore alle Attività produttive Duccio Campagnoli (nella foto), i rappresentanti delle associazioni dell'artigianato e le Segreterie Cgil-Cisl-Uil dell'Emilia-Romagna, è possibile utilizzare lo strumento degli ammortizzatori sociali in deroga anche per i lavoratori dell'artigianato. "E' molto importante - ha commentato Campagnoli - questa ulteriore conferma dell'impegno di responsabilità sociale e di concertazione ribadito da associazioni artigiane e sindacati, nonostante il perdurare della crisi. Con questi interventi, nei prossimi giorni daremo risposta a difficoltà che dal 1° gennaio hanno già riguardato oltre 1500 imprese e più di 6000 lavoratori - ha spiegato l'assessore regionale - con questi accordi diamo corso a soluzioni originali, mettendo a punto una specie di grande contratto di solidarietà per imprese e lavoratori, con una gestione degli orari utile a salvaguardare produttività delle imprese e occupazione". Le imprese che ricorreranno a sospensioni di attività continuative utilizzeranno gli altri strumenti già previsti dalla legislazione nazionale (indennità per i lavoratori per 90 giornate). L'accordo prevede sia la copertura delle riduzione di attività che si sono determinate già a partire dal 1° gennaio, sia degli "accordi di garanzia" sottoscritti da imprese artigiane (che avevano esaurito l'utilizzo delle 90 giornate di sospensione con integrazione al reddito per i lavoratori già prevista sin qui dalla legislazione nazionale) e organizzazioni sindacali per salvaguardare l'occupazione. Anche per questi casi verrà ora utilizzata la cassa integrazione.

IMPRESAMIA.IT-UE - Europa senza fumo entro il 2012


La portata e le caratteristiche delle norme antifumo degli Stati membri sono però diverse
Finora dieci Stati membri dell'Unione europea prevedono una protezione generalizzata contro l'esposizione al fumo di tabacco. Nel contesto della politica antifumo, la Commissione europea ha adottato una proposta di raccomandazione del Consiglio che sollecita tutti gli Stati membri a varare, entro il 2012, strumenti legislativi per proteggere i loro cittadini dall'esposizione al fumo di tabacco. Il tabagismo rimane il maggiore fattore monocausale di decessi prematuri e malattie nell'Unione europea. Secondo stime peraltro caute 79 000 adulti, tra cui 19 000 non fumatori, sono morti nel 2002 nell'UE-25 a causa dell'esposizione al fumo di tabacco nelle loro case (72 000) e sul posto di lavoro (7 300).Attualmente dieci paesi dell'UE dispongono di normative antifumo a carattere generale. Il Regno Unito e l'Irlanda hanno le disposizioni antifumo più rigorose e prevedono il divieto assoluto di fumare nei luoghi pubblici chiusi, sui trasporti pubblici e sul luogo di lavoro. La Bulgaria dovrebbe fare altrettanto nel 2010. Da una recente indagine Eurobarometro emerge che le politiche antifumo godono di una popolarità cre scente: l'84% degli europei è favorevole a uffici e altri posti di lavoro chiusi senza fumo, il 77% è a favore di ristoranti senza fumo e il 61% sostiene che i bar dovrebbero essere senza fumo. La raccomandazione sollecita gli Stati membri ad agire su tre fronti principali : adottare e attuare, entro tre anni dall'adozione della raccomandazione, strumenti legislativi per proteggere appieno i loro cittadini dall'esposizione al fumo di tabacco nei luoghi pubblici chiusi, sul posto di lavoro e sui trasporti pubblici come indicato all'articolo 8 della Convenzione quadro per la lotta contro il tabagismo; accrescere l'efficacia delle leggi antifumo mediante di misure di sostegno come quelle volte a proteggere i bambini, a incoraggiare gli sforzi per rinunciare al tabagismo e l'introduzione di pittogrammi di avvertimento sui pacchetti di sigarette e rafforzare la cooperazione a livello Ue istituendo una rete di centri di riferimento nazionali per la lotta al tabagismo.

IMPRESAMIA.IT-UE - Europa senza fumo entro il 2012

La portata e le caratteristiche delle norme antifumo degli Stati membri sono però diverse
Finora dieci Stati membri dell'Unione europea prevedono una protezione generalizzata contro l'esposizione al fumo di tabacco. Nel contesto della politica antifumo, la Commissione europea ha adottato una proposta di raccomandazione del Consiglio che sollecita tutti gli Stati membri a varare, entro il 2012, strumenti legislativi per proteggere i loro cittadini dall'esposizione al fumo di tabacco. Il tabagismo rimane il maggiore fattore monocausale di decessi prematuri e malattie nell'Unione europea. Secondo stime peraltro caute 79 000 adulti, tra cui 19 000 non fumatori, sono morti nel 2002 nell'UE-25 a causa dell'esposizione al fumo di tabacco nelle loro case (72 000) e sul posto di lavoro (7 300).Attualmente dieci paesi dell'UE dispongono di normative antifumo a carattere generale. Il Regno Unito e l'Irlanda hanno le disposizioni antifumo più rigorose e prevedono il divieto assoluto di fumare nei luoghi pubblici chiusi, sui trasporti pubblici e sul luogo di lavoro. La Bulgaria dovrebbe fare altrettanto nel 2010. Da una recente indagine Eurobarometro emerge che le politiche antifumo godono di una popolarità cre scente: l'84% degli europei è favorevole a uffici e altri posti di lavoro chiusi senza fumo, il 77% è a favore di ristoranti senza fumo e il 61% sostiene che i bar dovrebbero essere senza fumo. La raccomandazione sollecita gli Stati membri ad agire su tre fronti principali : adottare e attuare, entro tre anni dall'adozione della raccomandazione, strumenti legislativi per proteggere appieno i loro cittadini dall'esposizione al fumo di tabacco nei luoghi pubblici chiusi, sul posto di lavoro e sui trasporti pubblici come indicato all'articolo 8 della Convenzione quadro per la lotta contro il tabagismo; accrescere l'efficacia delle leggi antifumo mediante di misure di sostegno come quelle volte a proteggere i bambini, a incoraggiare gli sforzi per rinunciare al tabagismo e l'introduzione di pittogrammi di avvertimento sui pacchetti di sigarette e rafforzare la cooperazione a livello Ue istituendo una rete di centri di riferimento nazionali per la lotta al tabagismo.

IMPRESAMIA.IT-CRISI - Cia: effetti negativi anche sulle imprese agricole


L'ultima manovra può dare solo una semplice boccata d'ossigeno alle imprese
I recenti provvedimenti varati dal Governo non risolvono i problemi in presenza di una congiuntura ancora fortemente negativa. Lo ha detto il il presidente della Cia-Confederazione italiana agricoltori Giuseppe Politi (nella foto) commentando commenta le rilevazioni provvisorie dell'Istat sull'andamento dell'inflazione a giugno che registra il livello più basso (+ 0,5 per cento) dal 1968. ''Sono dati che confermano chiaramente la preoccupante crisi in atto. Siamo in presenza - si legge in una nota della Confederazione- di una congiuntura molto negativa che fa sentire i suoi effetti anche su un settore come quello agricolo che, a differenza di altri, sta reagendo meglio alle difficoltà economiche. La situazione, tuttavia, resta grave. E lo stesso andamento dei prezzi sui campi lo dimostra in maniera palese. A maggio i nostri agricoltori hanno registrato un calo del 12,7% rispetto allo stesso periodo dell'anno passato. Una drastica diminuzione - si legge ancora - che, insieme ad un evidente calo dei consumi, ha contribuito a frenare la corsa dei listini sugli scaffali (+ 1,9% a giugno rispetto all'analogo periodo dello scorso anno e -0,1% nei confronti di maggio) dei prodotti agroalimentari, riducendo la 'forbice' dalla produzione agricola alla tavola''. Secondo il presidente della Cia, per ridare impulso e vigore alle aziende agricole ''sono necessari interventi mirati che permettano di ridurre, soprattutto, i pesanti costi produttivi e di aprire nuove prospettive. Fino ad ora si è andato avanti con meri palliativi che non sanano i problemi aperti''. Gli imprenditori agricoli hanno dimostrato in questi anni volontà di ripresa e anche oggi sono intenzionati a non mollare "ma i numeri che ci ha fornito l'Istat ci dicono - ha aggiunto il presidente della Cia- che non è oggi l'inflazione il pericolo maggiore, ma la presenza di una congiuntura ancora fortemente negativa che bisogna affrontare con rinnovate politiche economiche e di carattere sociale. E' indispensabile - ha concluso Politi- un segnale chiaro e concreto da parte del Governo, che, però, tarda a venire''.

IMPRESAMIA.IT-CRISI - Arriva lo scudo fiscale di Tremonti


Dai capitali che rientreranno dall'estero il Governo si aspetta un'aliquota del 5-8%
La norma sarà introdotta come emendamento al decreto legge approvato venerdì scorso in Consiglio dei ministri. Lo scudo fiscale, cioè l'operazione per per far rientrare in Italia i capitali all'estero, voluto dal ministro dell'Economia, Giulio Tremonti (nella foto) è in attesa del parere delle Autorità europee per essere inserito nell'articolo 12 del decretone estivo con le nuove norme sul contrasto ai paradisi fiscali. L'articolo citato punta a prevenire e reprimere i fenomeni di illecito trasferimento da e verso l'estero da parte di persone fisiche, enti non commerciali e società semplici fiscalmente residenti in Italia. Lo scudo fiscale rientra nell'azione di contrasto contro i paradisi fiscali e il segreto bancario, sempre più necessaria in vista del dopo-crisi.Altre volte il Governo ha adottato lo scudo fiscale (nel 2001 e 2003) ma questa volta si sta pensando a incentivare la misura: chi chi aderirà non sarà più punibile per vari reati tributari e societari evitando ogni accertamento successivo da parte del Fisco. In passato lo scudo ha fatto emergere circa 50 miliardi di euro con aliquota del 2,5% e un incasso di 2 miliardi di euro. Con questa terza manovra, il Governo si aspetta un'aliquota fra il 5-8% dai capitali che saranno riportati in Italia: infatti, la novità è che non basterà denunciare di avere dei capitali nascosti all'estero. Questo per avere un incasso maggiore, a detta del Governo che sta studiando altre clausole come il reinvestimento dei fondi nelle imprese o la sottoscrizione di titoli pubblici il cui ricavato sarebbe destinato al finanziamento dell'economia reale.I capitali italiani all'estero dovrebbero ammontare a circa 550 miliardi di euro, di cui 300 nella sola Svizzera.

venerdì 26 giugno 2009

IMPRESAMIA.IT-CDM - Via libera al decretone estivo: privilegiate le imprese


Obiettivo, far ripartire gli investimenti e la fiducia di imprese e cittadini
Detassazione utili reinvestiti e bonus imprese, Corsi per lavoratori Cig, energia meno cara, rimborsi Alitalia, tasse sospese per l'Abruzzo. Il Consiglio dei ministri ha varato il nuovo decreto legge anti-crisi, che contiene numerose misure tra cui anche la detassazione degli utili delle imprese. ''Il Cipe e il Consiglio dei ministri - ha dichiarato il ministro dello Sviluppo economico Claudio Scajola (nella foto) - hanno adottato una serie di decisioni molto importanti per far ripartire gli investimenti e la fiducia delle imprese e dei cittadini e intensificare l'azione di contrasto della crisi. Il Consiglio dei ministri ha in particolare varato la detassazione per gli utili reinvestiti in macchinari industriali, il bonus per le imprese che evitano la cassa integrazione, il bonus per i lavoratori cassintegrati che decidono di avviare una propria attività norme per l'accelerazione dei pagamenti della Pubblica amministrazione e per aumentare i sostegni alle imprese esportatrici. Sull'energia, per ampliare il mercato e ridurre i prezzi, abbiamo varato norme per sbloccare gli investimenti nelle reti elettriche e una norma importante per calmierare il prezzo del gas a vantaggio delle imprese: nel prossimo inverno 2009-2010 saranno messi sul mercato 5 miliardi di metri cubi di gas a prezzi allineati a quelli medi europei che verranno assegnati con aste non discriminatorie a utilizzatori con consumo costante di gas". Nell'articolo 1 del cosiddetto decretone estivo sono inclusi i progetti di formazione per i lavoratori che altrimenti sarebbero costretti a stare in cassa integrazione "al fine di incentivare la conservazione e la valorizzazione del capitale umano nelle imprese nell'eccezionale periodo di crisi - si legge nel testo - in via sperimentale per gli anni 2009-2010 i lavoratori già destinatari di trattamenti di sostegno al reddito di rapporto di lavoro, possono essere utilizzati dall'impresa di appartenenza in progetti di formazione o riqualificazione che possono includere attività produttiva connessa all'apprendimento". Il provvedimento stabilisce anche che "al lavoratore spetta a titolo retributivo la differenza tra trattamento di sostegno a reddito e retribuzione". Approvato anche il sistema 'Export banca' con la Cassa depositi e Prestiti al servizo della Sace. Il decretone fiscale prevede che tra le operazioni di interesse pubblico che possono essere attivate dalla Cassa rientrino anche le operazioni per sostenere l'internazionalizzazione delle imprese quando le operazioni sono assistite da garanzia o da assicurazione della Sace''I terremotati dell'Abruzzo riprenderanno a pagare le tasse ma a rate e da gennaio 2010: la ripresa della riscossione, sospesa con un'ordinanza dello scorso 6 giugno, avverrà "senza sanzioni e interessi" e attraverso 24 rate mensili. Gli adempimenti diversi dai versamenti dovranno essere effettuati entro marzo 2010. Sarà l'Agenzia delle Entrate a comunicare le modalità di versamenti e adempimenti.Previsti 190 milioni di euro per aumentare gli assegni legati ai contratti di solidarietà: "in via sperimentale per gli anni 2009-2010 - si legge nel testo - l'ammontare del trattamento di integrazione salariale per i contratti di solidarietà è aumentato nella misura del 20% del trattamento perso a seguito della riduzione di orario nel limite massimo di 40 milioni di euro per l'anno 2009 e 150 milioni di euro per l'anno 2010". Mentre l'articolo 19 prevede i rimborsi per le obbligazioni Alitalia in mano ai piccoli azionisti salgono "al 70,97% del valore nominale". Parte anche il sistema "Export banca" con la Cassa depositi e Prestiti al servizo della Sace. Il decretone fiscale prevede che tra le operazioni di interesse pubblico che possono essere attivate dalla Cassa rientrino anche le operazioni per sostenere l'internazionalizzazione delle imprese quando le operazioni sono assistite da garanzia o da assicurazione della Sace.Inoltre, dal primo gennaio 2010 per gli accertamenti sanitari la Commissione medica delle Asl è integrata da un medico dell'Inps come componente effettivo. In ogni caso l'accertamento definitivo è effettuato dall'Inps. A decorrere dal primo gennaio 2010 le domande per ottenere la pensioni, completa della certificazione medica, sono presentate all'Inps.Rifinanziate anche le missioni estere per quattro mesi e prorogata di sesi mesi, con possibilità di proseguire per altri sei, l'operazione "Strade sicure" con l'arrivo di 1250 militari in più che si aggiungono ai precedenti 3000. Lo ha annunciato nella conferenza stampa che si è svolta alla fine del Consiglio dei ministri il ministro della Difesa, Ignazio La Russa.

IMPRESAMIA.IT-UE - Pensioni: in Italia discriminazione di sesso


Berlusconi: in un momento di crisi ci pare fuori tempo intervenire in questa direzione
Ulteriore procedura di infrazione per la mancata parificazione dell'età pensionabile tra donne e uomini nel settore pubblico. "La Commissione - si legge in una nota dell'esecutuvo Ue - ha deciso di avviare un'azione legale contro l'Italia per non avere applicato una sentenza della Corte europea di giustizia sulle differenze nell'età pensionabile fra i lavoratori dipendenti dell'amministrazione pubblica, uomini e donne". In forza dell'articolo 228 del trattato CE Bruxelles invierà a Roma una "lettera di costituzione in mora" in relazione all'omissione da parte dell'Italia di applicare una sentenza dell'anno scorso della Corte di giustizia la quale statuiva che le vigenti disposizioni italiane violavano il principio della parità retributiva per gli uomini e le donne. Su questo argomento il premier Silvio Berlusconi ha commentato che "L'Europa ci chiede di equiparare: stiamo riflettendo, ma in un momento di crisi ci pare fuori tempo intervenire in questa direzione". Ma Bruxelles è categirica sull'argomento, almeno secono le parole del commissario responsabile per le pari opportunità, Vladimír Špidla. "La parità retributiva per le donne e gli uomini è un principio di base dell'Unione europea, ma più di sette mesi dopo che la Corte di giustizia si è pronunciata tacciando di discriminatorio il regime pensionistico dei funzionari pubblici italiani - ha ribadito il commissario - le autorità italiane non hanno ancora agito. L'Italia deve adeguare la sua legislazione alla sentenza della Corte nei tempi più brevi possibili altrimenti rischia un'ulteriore azione legale". Ricordiamo che il 13 novembre 2008, la CGE si è pronunciata contro l'Italia poiché, in base alle leggi italiane, i funzionari pubblici hanno diritto a ricevere la pensione di vecchiaia a età diverse a seconda se siano uomini o donne.Nell'ambito del regime pensionistico gestito dall' Inpadap (Istituto nazionale di previdenza per i dipendenti dell'amministrazione pubblica) l'età generale della pensione per gli uomini è fissata a 65 e per le donne a 60 anni. La Corte ha fatto proprio l'argomento della Commissione che tale regime fosse discriminatorio e contrario all'articolo 141 del trattato CE sul principio della parità di retribuzione tra lavoratori di sesso maschile e quelli di sesso femminile poiché una pensione da lavoro versata da un datore di lavoro a un ex dipendente costituisce una retribuzione ai sensi dell'articolo 141. Il 1° febbraio 2007 la Commissione ha avviato un procedimento contro l'Italia 2007.

IMPRESAMIA.IT-WEEKEND - Aceto balsamico al Palio di San Giovanni


Nel 2008 i campioni raccolti sono stati 1.200
La festa è un'occasione per la Consorteria di esaminare la produzione del tradizionale Aceto balsamico. Da quasi due mesi 120 Maestri assaggiatori, oltre agli assaggiatori e agli allievi sono al lavoro per valutare i 1.300 campioni di Aceto balsamico tradizionale di produzione familiare consegnati alla Consorteria. Solo domenica 28 giugno a Spilamberto, in provincia di Modena, si saprà il nome del vincitore e degli altri 11 finalisti: è il Palio di San Giovanni - la 139° edizione della fiera dedicata al santo patrono - la competizione riservata agli aceti balsamici "tradizionali" prodotti nella loro zona di origine (gli "antichi domini estensi") che si ripete ormai da 43 anni e continua a riscuotere successo tra i cultori del Balsamico. Basti pensare che nel 2008 i campioni raccolti sono stati 1.200, oltre un centinaio in meno rispetto ai partecipanti di quest'anno. In circa 20 serate e dopo oltre 13.000 assaggi complessivi, presso Villa Fabriani sede del Museo e della Consorteria, vengono selezionati gli aceti idonei alla Dop. Le valutazioni della commissione di degustazione riguardano gli standard visivi, olfattivi e gustativi del prodotto. La graduatoria ufficiale, ma ancora segreta, dei migliori 12 Aceti Balsamici tradizionali viene stabilita il primo giorno della fiera di San Giovanni, mercoledì 24 giugno, ma viene resa pubblica domenica 28, intorno alle 18.30 presso la Rocca Rangoni di Spilamberto (nella foto) - al termine dell'assemblea annuale dei soci della Consorteria - e al vincitore viene assegnato l'ambito Palio di San Giovanni. Il primo classificato riceverà prestigiosi premi: oltre al diploma ufficiale della Consorteria, un cucchiaino d'oro per l'assaggio, oltre al "torrione di bronzo" che viene consegnato anche a tutti i semifinalisti: si tratta di un bassorilievo in argento che raffigura il torrione di Spilamberto. Dopo una settimana dalla premiazione, poi, arriva il riconoscimento più importante: il Gran Maestro si reca a casa del vincitore e marchia a fuoco le botti dell'acetaia con il logo della Consorteria. Quest'anno verrà assegnato un premio anche al miglior Aceto balsamico tradizionale di Modena extravecchio dop contenuto nella bottiglietta di Giugiaro. Assistere alla premiazione del Palio è anche un'occasione per visitare la tradizionale Fiera di San Giovanni, dal 24 al 28 giugno a Spilamberto: oltre a celebrare il patrono del paese la manifestazione presenta i prodotti tipici dell'agricoltura, dell'artigianato e dell'industria locale. In programma anche spettacoli, gare sportive, mostre, laboratori per bambini, ristoranti per assaggiare la cucina tipica e lo storico mercatino di via Obici (quest'anno dedicato al Futurismo). Una parte fondamentale della Fiera di San Giovanni è anche la mostra-mercato avicunicola-colombofila, una delle più grandi ed importanti di tutta Italia.

IMPRESAMIA.IT-MADE IN ITALY - Caserta alla conquista dei mercati esteri


Tre iniziative per sostenere l’export agroalimentare
Da Caserta alla Fiera di New York che rende "internazionali" i nuovi prodotti alimentari e delle bevande. E' la Fancy Food Fair in programma dal 28 al 30 giugno presso il Jacob K. Javits Center di New York. Interessante la partecipazione di 19 aziende casertane dei settori latte-caseario, oleario, pasta e vino. Ma non c’è solo questo evento in agenda. Il presidente della commissione internazionalizzazione della Camera di Commercio, Antonio Crispino, è a Mosca per definire gli ultimi dettagli degli accordi sottoscritti a Capri con la direttrice del museo del Cremlino Yelena Gagrina. “Scopo dell’appuntamento – ha spiegato Crispino, accompagnato da Luigi Rao, responsabile dell’ufficio promozione – è quello di mettere a punto le due mostre previste nell’ambito del protocollo”. Ma non è tutto. “Siamo ormai – ha avvertito il presidente dell’ente camerale, Mario Farina – alle ultime battute nella preparazione del Meeting internazionale dei segretari generali delle camere di commercio italiane all’estero. L’evento, il primo del genere che si tiene a Caserta, servirà a dettare le linee strategiche da mettere a disposizione dei nostri imprenditori che puntano a conquistare i mercati esteri o a potenziare la loro presenza”. All’iniziativa, che sarà presentata ufficialmente il 2 luglio, hanno già dato l’adesione oltre 90 aziende. L’evento prenderà il via il 5 luglio per concludersi il 9. Il 6 luglio è fissata una sessione di lavoro sul tema del rilancio del territorio con la partecipazione annunciata e confermata, tra gli altri, del ministro Michela Brambilla, del sottosegretario Alfredo Mantovano del suo collega Nicola Cosentino; del viceministro Adolfo Urso; del presidente della giunta regionale Campania Antonio Bassolino. Non mancheranno i vertici nazionali di Unioncamere e Assocamerestero. “I tre avvenimenti – conclude Farina – devono leggersi come altrettante iniziative volte a favorire e sostenere l’export, che resta una delle voci più interessanti del nostro Pil”.

IMPRESAMIA.IT-CONVEGNI - Torino: scienziati su uso azoto in agricoltura


A dibattito anche le colture da energia e la produzione di biogas da reflui zootecnici
A confronto agronomi, biologi modellisti, fisiologi vegetali, esperti di scienza del suolo e di microbiologia. Ma non solo, anche figure che operano sul territorio a diretto contatto con gli agricoltori: tecnici di organizzazioni professionali agricole, industriali di ditte produttrici di fertilizzanti, funzionari politici con il compito di definire le linee di indirizzo della politica locale. In tutto sono 350 gli scienziati di tutto il mondo partecipaneti alla sedicesima edizione di "Nitrogen Workshop" - convegno internazionale sull'uso dell'azoto in agricoltura, elemento chiave per alimentare le piante coltivate e per regolare l'equilibrio degli ecosistemi agricoli e naturali - in programma dal 28 giugno al 1 luglio al centro congresi TorinoIncontra. Tra i molti temi in programma: quelli sulle tecniche di mitigazione degli effetti negativi indotti dai cambiamenti climatici, che dimostrano come l'agricoltura sia protagonista sulla scena planetaria nella lotta ai cambiamenti climatici.Prevista la presentazione di studi specifici compreso uno sui lombrichi, organismi alleati degli agricoltori nella gestione degli ecosistemi agrari e per le loro capacità di incorporare nel suolo i residui vegetali e stimolare l'attività dei funghi e batteri del suolo, ma capaci di emettere dal loro intestino grandi quantità di gas serra, e sono in questo paragonabili a quanto si osserva per i grandi bovini, da sempre sorvegliati speciali nelle valutazioni sulle emissioni di gas serra. Attese nel congresso pure le valutazioni sull'opportunità agronomica e ambientale dell'impiego delle colture da energia e della digestione dei reflui zootecnici per la produzione di biogas, quali possibili alternative all'uso dei combustibili fossili.Tema specifico dell'edizione di Torino, organizzata dal Dipartimento di Agronomia, Selvicoltura e gestione del territorio dell'Università di Torino e dal Dipartimento di Produzione Vegetale dell'Università di Milano le relazioni tra diverse scale di studio e di applicazione: da quella microscopica per individuare e comprendere i processi a quella macroscopica di indirizzo delle pratiche di coltivazione a livello di campo coltivato, considerando sia le scelte operative che interessano l'azienda agricola, sia quelle che coinvolgono il destino dell'azoto a livello di grande territorio.

IMPRESAMIA.IT-UE - Accordo per le emissioni degli impianti industriali


Manifatturiero, energetico, agroalimentare e zootecnico i settori più interessati alla direttiva
La nuova direttiva fisserà i livelli di emissione a cui gli impianti industriali dovranno adeguarsi nei prossimi anni. Avrà, quindi, un notevole impatto su tutti i settori industriali: manifatturiero, energetico, agroalimentare, zootecnico. Nell'accordo raggiunto al Consiglio Ambiente di Lussemburgo in relazione alla proposta di direttiva sulle emissioni degli impianti industriali, sono state recepite le istanze su flessibilità ed equilibrio portate avanti dal Governo Italiano. La direttiva disciplinerà le condizioni per le autorizzazioni integrate ambientali (AIA) per le attività industriali e fisserà i livelli di emissione a cui gli impianti industriali dovranno adeguarsi nei prossimi anni.Nel corso del negoziato l’Italia, la cui delegazione era guidata dal sottosegretario Roberto Menia (nella foto), in rappresentanza del ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo, si è impegnata affinché il testo contenesse adeguati elementi di flessibilità ed equilibrio. La posizione italiana nasce dall’esigenza di proseguire, senza imporre costi insostenibili alle imprese, nel processo di adeguamento del sistema italiano alla normativa AIA che solo da un anno a questa parte il Governo Berlusconi sta finalmente facendo applicare davvero, rilasciando le Autorizzazioni agli impianti che stanno investendo per adeguarsi ai limiti di emissioni fissati per tutelare l’ambiente. Fino al settembre del 2008 infatti (quando è entrata in attività la nuova commissione per il rilascio delle autorizzazioni nominata dal ministro Prestigiacomo) erano state rilasciate solo 4 AIA (3 nel 2005 dal precedente Governo Berlusconi, 1 in due anni dalla nuova Commissione nominata dal Governo di centrosinistra). La nuova commissione ne ha già rilasciate 25 mentre altre 13 sono in corso di approvazione. Ciò significa che oggi si stanno imponendo al sistema produttivo forti investimenti ambientali. Da qui l’esigenza di flessibilità nel fissare nuovi e più restrittivi parametri per il prossimo futuro. Tra le più importanti proposte italiane accolte nel testo finale:- viene lasciata all’autorità competente sufficiente discrezionalità sui contenuti delle autorizzazioni, in quanto si potranno stabilire disposizioni che si discostino dai livelli di emissione basati sull’applicazione delle migliori tecniche disponibili in casi specifici, con riferimento alle condizioni locali e tecnico-economiche dei singoli impianti;- per quanto riguarda il settore energetico, è stato concesso un periodo transitorio di 5 anni per l’adeguamento dei Grandi Impianti di Combustione ai nuovi valori limite di emissione; - per le raffinerie, è prevista una clausola di revisione con la definizione di una normativa ad hoc che dovrà tener conto delle specificità del loro sistema energetico; - le condizioni delle autorizzazioni potranno essere riesaminate ogni 5 anni; - sono stati esclusi gli impianti di combustione di piccola taglia (sotto i 50MW) che non avrebbero potuto sostenere gli oneri.

IMPRESAMIA.IT-ABRUZZO - Fotovoltaico: grandi possibilità di sviluppo


Laboratorio formativo itinerante Il sole al Mezzogiorno approda a Pescara il 10 luglio
Il fotovoltaico in Abruzzo è ancora tutto da scoprire e la Regione rischia di perdere il treno del Conto Energia. Infatti è solo la 16° regione nella classifica nazionale del fotovoltaico con poco più di 8 MWp installati a fine marzo. Molto indietro se si pensa ai 50 MWp della Puglia leader italiana. “Ma questa classifica è dinamica, si aggiorna quotidianamente – ha affermato Giuseppe Mastropieri, responsabile scientifico dell’iniziativa il Sole al Mezzogiorno di NE Nomisma Energia - l’Abruzzo potrà certamente giocare un ruolo nella geografia del fotovoltaico italiano, ma è necessario uno scatto di reni per recuperare posizioni"È in questa direzione che si inserisce il seminario di NE Nomisma Energia patrocinato dalla CNA Abruzzo, da Assosolare e dal GiFi: l’iniziativa intende fornire le competenze tecniche, normative ed economico-finanziarie necessarie per valutare la fattibilità degli impianti fotovoltaici: in particolare verranno analizzati gli aspetti di progettazione e gestione dei progetti d’investimento in impianti industriali di medie dimensioni (50-200 kWp) sia installati su coperture che su terreni. "Il nostro obiettivo è di fornire alle imprese e ai professionisti che stanno iniziando ad operare nel settore una panoramica delle varie fasi che concorrono allo sviluppo di un progetto fotovoltaico - ha affermato Alessandro Bianchi, amministratore delegato di NE Nomisma energia – Abbiamo messo a punto un format didattico estremamente efficace che sta incontrando forte interesse nei diversi territori del Mezzogiorno”. Nel corso del seminario verranno presentati gli iter autorizzativi vigenti nella Regione Abruzzo con particolare riferimento alla semplificazione normativa introdotta dalla Regione con l’“autorizzazione generalizzata” preventiva per impianti industriali di medie dimensioni (DGR 760/2008) e i consulenti di NE Nomisma Energia forniranno, attraverso un laboratorio guidato in excel, gli strumenti per costruire un business plan di un progetto d’investimento nel settore del fotovoltaico ( NE Nomisma Energia è advisor economico e di mercato scelto dai principali istituti di credito italiani per le due diligence tecniche per la valutazione di bancabilità dei progetti di investimento nel settore del fotovoltaico- ndr). "Le prospettive di sviluppo del fotovoltaico in Abruzzo sono legate soprattutto agli impianti in integrazione architettonica sulle strutture commerciali, produttive e pubbliche - ha aggiunto Mastropieri - Particolarmente vocata appare la fascia costiera, mentre la montagna risulta svantaggiata rispetto allo sviluppo di impianti di grande taglia. Convergenti politiche urbanistiche e infrastrutturali potranno favorire la diffusione degli impianti nei contesti urbani e industriali”.Tra gli interventi previsti i contributi di Mazzanti e Fedi impianti, partner tecnici dell’iniziativa, nonché di Solon, Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas, Marsh per i servizi assicurativi, Leasint del gruppo Intesa – San Paolo, nonché dello studio legale Norton Rose.

IMPRESAMIA.IT-CIPE - Infrastrutture: via libera opere per altri 3,1 mld


Matteoli: è un passo importante per infrastrutturazione Paese
Il Cipe ha dato il via libera alla seconda tranche di interventi infrastrutturali per 3,1 miliardi di euro. Tale stanziamento si aggiunge ai 4,9 miliardi di euro già stanziati. “La delibera del Cipe - ha dichiarato il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Altero Matteoli (nella foto)- è un altro importante passo per la concreta infrastrutturazione del Paese nel rispetto degli impegni e dei programmi di governo. Possono essere cantierati interventi strategici dal Nord al Sud del Paese, che contribuiranno alla crescita economica e salvaguarderanno l’occupazione. Sono grato al presidente Berlusconi e ai colleghi ministri per l’impulso offerto nel privilegiare, in un momento di crisi, le infrastrutture dell’Italia ferme da troppo tempo”. Nelle prossime settimane sarà dato il via libera alla terza tranche di interventi. Si tratta di progetti definitivi di opere le cui procedure di gara possono partire immediatamente. Nella seduta odierna il Comitato interministeriale ha approvato opere di grande rilevanza strategica quali il progetto definitivo della galleria di sicurezza del Frejus, per un costo totale di circa 204 milioni di euro (l’avvio dei lavori è previsto entro l’anno) e dell’asse autostradale Brescia, Bergamo, Milano per un importo di 1,6 miliardi di euro. L’opera sarà cantierata entro il prossimo luglio. Approvati interventi per il completamento dell’ammodernamento dell’autostrada Salerno-Reggio Calabria per un importo di 130 milioni di euro, l’asse stradale Agrigento-Caltanissetta per 990 milioni di euro e l’interporto di Termini Imerese per 80 milioni di euro. Nel quadro delle opere pubbliche approvate dal Cipe sono state stanziate risorse per fronteggiare l’emergenza terremoto in Abruzzo, per le opere ferroviarie e stradali, per i nodi e sistemi metropolitani, per l’intermodalità e gli schemi idrici. 825 milioni di euro sono devoluti alla realizzazione di opere minori e per interventi finalizzati al supporto dei servizi di trasporto. In tale quadro sono stati approvati finanziamenti per l’avvio dei lavori del Terzo valico dei Giovi per 500 milioni di euro e di 950 milioni di euro per la linea ad Alta velocità Brescia-Treviglio. Risorse anche per l’Expo 2015 relativi agli assi metropolitani M4 e M5. Finanziati il sistema metropolitano Campano, i nodi urbani di Cagliari, Palermo, Catania e Bari. Approvato infine il contratto di programma tra l’Anas e il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti per il 2009 che ammonta a circa 1,5 miliardi di euro, al cui interno ci sono risorse per 570 milioni di euro per la manutenzione straordinaria.

IMPRESAMIA.IT-SVILUPPO - Mediterraneo è grande opportunità


Cooperazione su acqua, energia solare, sviluppo urbano sostenibile e trasporti
Si è svolta a Parigi la riunione dell’Unione per il Mediterraneo, iniziativa di cooperazione fra 43 Paesi dell’area. L'Unione per il Mediterraneo è un progetto promosso dal presidente Francese Sarkozy durante il semestre di presidenza Ue, l’anno scorso.
La riunione, cui ha partecipato il ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo (nella foto), ha focalizzato 4 settori cruciali per lo sviluppo sui quali sviluppare le iniziative di cooperazione. Si tratta di: approvvigionamenti idrici, energia solare, sviluppo urbano sostenibile e trasporti.“Sono – ha detto la Prestigiacomo – settori chiave che possono mettere in collegamento i Paesi che hanno aderito e nei quali l’Italia, per la sua posizione, può svolgere un ruolo centrale. Oggi ci siamo confrontati con le principali organizzazioni finanziarie internazionali: la Banca Europea per gli Investimenti (Bei), la World Bank e la Banca Africana per lo sviluppo. Non solo - ha sottolineato il ministro - l'Unione è un'iniziativa economica che può mobilitare risorse, ma si possono mettere in moto progetti interessanti per il mondo imprenditoriale''. Nel corso dell’incontro di Parigi sono stati individuati gli obiettivi e i meccanismi attraverso cui finanziare i progetti di cooperazione.“Il successo della cooperazione in questi campi – ha aggiunto la Prestigiacomo – può fare davvero del Mediterraneo una regione unica di grandi opportunità e di occasioni di sviluppo e può facilitare il dialogo fra i paesi in conflitto e aiutare il processo di pace. L'Unione per il Mediterraneo è un progetto molto ambizioso che non si realizzerà domani e che dovrà trovare forme di governance semplici e trasparenti. Però è un progetto che parte e l'Italia, per la sua posizione geografica, può svolgere un ruolo centrale''.

giovedì 25 giugno 2009

IMPRESAMIA.IT-SISMA - Gruppo Menarini dona 12 mln a dipendenti abruzzesi


Ripresa la produzione con una serie di agevolazioni per i dipendenti
La Menarini Manufacturing L'Aquila conta 130 dipendenti di cui 35 esterni che lavorano stabilmente. Dopo tre settimane da terremoto, il 23 aprile scorso, l'azienda è ripartita con due linee di confezionamento mentre le restanti linee sono diventate di nuovo operative dal 26 aprile. Il 4 maggio sono ripartiti tutti i reparti con le lavorazioni del bulk farmaceutico. Per mantenere i ritmi produttivi, i turni di lavoro sono stati organizzati in modo da venire incontro alle esigenze dei singoli lavoratori e tuttora il raggiungimento del sito produttivo viene supportato con mezzi aziendali. In prima battuta sono stati organizzati con Dompè pha.r.ma dei bus navetta per portare e riportare da lavoro i dipendenti e da inizio maggio l'azienda ha messo a disposizione dei dipendenti auto aziendali per il raggiungimento del posto di lavoroLa Menarini ha garantito il servizio mensa (pranzo e cena) per i lavoratori, allestito in una tenda da campo e è tuutora sospesao il turno di notte. Non solo, l'azienda ha garantito lo stipendio pieno ai dipendenti (anche interinali) per il periodo di chiusura ed è stato istituito un conto corrente per il sostegno alle famiglie disagiate. Inoltre, l'azienda sostiene e sosterrà le spese per le famiglie dei dipendenti che volessero spostarsi in altre zone d'Italia, ai dpendenti viene garantito un supporto economico per le situazioni più problematiche da un punto di vista abitativo e ai residenti a L'Aquila è stata erogata una donazione di 112.549 euro da parte di tutti i dipendenti del Gruppo farmaceutico Menarini.

IMPRESAMIA.IT-CRISI - SARDEGNA: a rischio chimica, tessile ed energia


Lunedì 29 giugno la Commissione industria della Camera dei deputati verificherà lo stato di crisi
La Commissione industria della Camera dei Deputati verificherà lo stato di crisi dell'industria sarda. Infatti, sarà in Sardegna lunedì prossimo proprio con questo scopo. Lo ha reso noto la Cisl comunicando che a Portotorres (nella foto) l'organismo parlamentare sentira in audizione le segreterie regionali confederali che esporranno la difficile situazione produttiva e occupazionale e i ritardi e le inadempienze relativi agli accordi di programma sulla chimica e sull'energia. I sindacati intendono denunciare "i silenzi sull'impegno assunto di rivedere l'intesa Stato-Regione con uno specifico accordo di programma quadro per rilanciare le attivita' produttive in Sardegna". Le segreterie confederali che vogliono affrontare tutte le questioni aperte della chimica, voglio anche denunciare le inadempienze riguardanti Ottana, il settore tessile e le difficoltà delle industrie energivore del Sulcis.La decisione della Commissione industria della Camera di verificare direttamente in Sardegna lo stato di crisi dell'economia isolana - si legge in una nota - assume una notevole rilevanza alla luce della decisione assunta da Cgil, Cisl e Uil di tenere lo sciopero generale dei settori produttivi e dei servizi a rete per il 10 luglio prossimo.L'audizione rafforzerà richiesta dei sindacati confederali al Governo nazionale per riaprire il confronto a Palazzo Chigi sull'emergenza industriale della Sardegna e dei servizi a rete.Non bisogna infatti perdere più tempo di fronte alla continua e costante perdita di posti di lavoro in tutti i settori economici. L'Istat ha rilevato nel primo trimestre 2009 un tasso di disoccupazione al 14,1%, mentre il tasso di occupazione è sceso al 49,4% e il tasso di attività al 57,6% (sono i dati più bassi degli ultimi cinque anni). L'industria continua a perdere posti di lavoro: sono -10.000 negli ultimi dodici mesi.Ai parlamentari sardi e a quelli nazionali verrà chiesto non solo di registrare le drammatiche difficoltà produttive della Sardegna ma di farsi interpreti presso il Governo di riaprire i tavoli del confronto con le parti sociali e la Regione e di rilanciare insieme al sindacato una nuova vertenza con l'Unione europea sul tema energetico, delle telecomunicazioni e trasporti e sul riconoscimento dell'insularità.

IMPRESAMIA.IT-SVILUPPO - Calabria e Toscana con la sponda sud


Progetto di collaborazione Inpromed per una rete permanente di business
La sponda sud del Mediterraneo ha tassi di crescita del 5% l’anno, un’opportunità da gogliere subito. "Un'opportunità - si legge in una nota - che le Regioni Calabria e Toscana vogliono cogliere." Per questo i due assessori alle attività produttive ed allo sviluppo economico, Ambrogio Brenna e Francesco Sulla, hanno stretto un accordo per incrementare gli scambi con Marocco, Tunisia, Egitto ed Albania, a partire dalla modernizzazione ed integrazione delle attività portuali (Gioia Tauro e Livorno in primis). Il progetto di collaborazione si chiama ‘Inpromed’ (international project of mediterranean area) e punta a creare una rete permanente di relazioni economiche tra i sei soggetti a favore delle imprese che operano nei comparti logistica, agroindustria, artigianato di qualità, meccanica e costruzioni. Il primo confronto operativo è avvenuto a Villa San Giovanni (Reggio Calabria) con l’organizzazione del workshop "Logistica portuale e area di libero scambio mediterranea nel 2010". All’incontro, finalizzato all’individuazione delle linee-guida di attività per i prossimi 18 mesi di lavoro, hanno partecipato i rappresentanti calabresi e toscani di Unioncamere, dei Consorzi artigiani, delle Università, l’Autorità portuale di Gioia Tauro, i dirigenti di Sace e Simest e le delegazioni diplomatiche ed economiche di Albania e Marocco, oltre che del Dipartimento delle attività produttive delle due Regioni . "Il punto di forza di ‘Inpromed’ - si legge ancora nella nota - é lo sviluppo di una piattaforma logistica comune tra i sei soggetti mediterranei, grazie all’hub portuale di Gioia Tauro che permette l’integrazione con gli altri scali interessati. L’obiettivo è quello di facilitare la realizzazione di filiere produttive e commerciali per l’import-export tra le aziende dei settori ritenuti di maggiore interesse per tutti i partner". "La Calabria - ha detto Antonio Martini, dirigente generale di Dipartimento attività produttive della Regione Calabria - è il ponte naturale per facilitare nel 2010 l’avvio dell’area di libero scambio nel Mediterraneo e questo nostro progetto è work in progress, aperto alla proposte di categorie e mondo della ricerca". "Oggi - ha affermato Simone Sorbi, responsabile del settore innovazione e ricerca del Dipartimento dello sviluppo economico della Regione Toscana - avviamo un percorso di avvicinamento ai quattro Paesi mediterranei, puntando alla crescita degli scambi attraverso il miglioramento della logistica, ma avendo sempre attenzione alla sostenibilità ambientale".

IMPRESAMIA.IT-UE - Aiuti di Stato: Italia scorretta per posti di lavoro


Giudicati in parte incompatibili con le regole del mercato comune
Italia colpevole di non aver eseguito una sentenza di recupero di aiuti illegali e incompatibili. La Commissione europea ha deciso di deferire l’Italia alla Corte di giustizia delle Comunità europee per non aver dato esecuzione ad una sentenza della Corte del 2004 (causa C-99/02) che confermava una decisione del 1999 con cui la Commissione aveva accertato la concessione, da parte dell’Italia, di aiuti illegali e incompatibili e ne aveva ordinato il recupero. Gli aiuti illegali in questione erano stati concessi sotto forma di esenzione da contributi di previdenza sociale nei casi in cui le imprese non potevano provare l’avvenuta creazione di nuovi posti di lavoro o che i lavoratori assunti avessero difficoltà particolari per l’inserimento o il reinserimento nel mercato del lavoro. Malgrado siano già trascorsi oltre cinque anni da tale sentenza, l’Italia ha recuperato soltanto una piccola parte degli aiuti, complessivamente stimati a circa 281 milioni di euro. La Commissione richiede ora pertanto alla Corte di giustizia di comminare all’Italia ammende ai sensi dell’articolo 228 del trattato CE.Il commissario responsabile per la Concorrenza Neelie Kroes (nella foto) ha osservato: “La Commissione adotterà tutte le misure giuridiche necessarie per garantire che gli Stati membri adempiano ai loro obblighi di recupero degli aiuti illegali ed incompatibili". Il 1° aprile 2004, nella causa C-99/02, la Corte di giustizia ha dichiarato che l'Italia non aveva rispettato gli obblighi di recupero imposti dalla decisione della Commissione dell'11 maggio 1999 (vedi IP/99/321 ). La decisione riguardava misure di aiuto per la promozione dell'occupazione. La Commissione aveva constatato che una parte degli aiuti era incompatibile con il mercato comune in quanto non adatta a conseguire l'obiettivo dichiarato della creazione di posti di lavoro e che doveva quindi essere recuperata presso i beneficiari.L’Italia non ha finora comunicato alla Commissione l’avvenuto recupero completo degli aiuti. In base ai calcoli più recenti presentati dall’Italia, è stato recuperato meno del 20% dell’importo complessivo, stimato a circa 281 milioni di euro, a più di dieci anni dalla decisione di recupero originaria della Commissione e a più di cinque anni dalla precedente sentenza della Corte di giustizia.La Commissione ha pertanto deciso di richiedere alla Corte di giustizia di comminare ammende sotto forma di penalità di mora giornaliera, da calcolare dalla data della sentenza che la Corte di giustizia emetterà fino al momento in cui l’Italia riuscirà a completare il recupero, nonché di una somma forfettaria relativa al periodo trascorso dalla precedente sentenza della Corte del 2004. Per il calcolo delle ammende la Commissione applicherà la propria comunicazione del 2005 sull’applicazione dell’articolo 228 del trattato CE. La proposta terrà pertanto conto della gravità dell’infrazione, del considerevole periodo trascorso dalla precedente sentenza della Corte di giustizia e della situazione dello Stato membro.

IMPRESAMIA.IT-SANITA' - Continua la querelle sulle parafarmacie



MNLF: al Senato l’emendamento Saltamartini che prevede la chiusura delle parafarmacie
Il tentativo di cancellare le liberalizzazioni eliminando le parafarmacie prosegue. Lo si legge in una nota del Movimento Nazionale Liberi Farmacisti (MNLF) nella quale si spiega che in questi giorni viene discusso al Senato l’emendamento Saltamartini che prevede la chiusura delle parafarmacie mentre le farmacie cedono farmaci ansiolitici, antidepressivi, anticoagulanti, antinfiammatori e molti altri senza la dovuta presentazione della ricetta medica.Tale pratica, ormai diffusa su tutto il territorio nazionale - ricordano i liberi farmacisti - non ha niente a che vedere con i casi d’urgenza e necessità permessi da un apposito provvedimento del 2008, ma più semplicemente con il desiderio di sempre maggiori incassi, in pieno disprezzo delle più elementari norme di tutela della salute pubblica e dell’etica professionale. Le farmacie possono - viene sottolineato nella nota - nei casi di patologie croniche o al fine di non interrompere trattamenti terapeutici, consegnare farmaci senza la dovuta prescrizione medica, tale dispensazione deve essere però obbligatoriamente annotata in un registro che nella quasi totalità dei casi è completamente ignorato. Riprova ne è che la comunicazione dei dati relativi ai casi e alla tipologia del ricorso alla cessione dei farmaci senza ricetta previsti nei casi d’urgenza che doveva essere consegnata entro il dicembre del 2008 è slittata di un anno. (nota Min. Lavoro e salute 1/6/2009).Secondo il MNLF tale proroga è stata probabilmente concessa perché i dati da comunicare sono numericamente insignificanti in quanto poche farmacie all’atto della consegna del farmaco senza ricetta registrano l’operazione. Pochi i casi di reale urgenza e necessità, molti quelli di violazione delle disposizioni di legge: infatti, farmacisti laureati e abilitati che operano nelle parafarmacie non possono per legge dispensare farmaci con obbligo di ricetta, contemporaneamente altri farmacisti perché titolari di farmacia cedono gli stessi farmaci con la semplice richiesta verbale. Tale contraddizione non è più sopportabile e gli organismi competenti dovrebbero occuparsene con maggiore attenzione. Questi - secondo il MNLF - sono i problemi reali della distribuzione del farmaco, non le parafarmacie che al contrario sono una risorsa per i cittadini e la società italiana.

IMPRESAMIA.IT-PMI - 5 desk a supporto dell'internazionalizzazione


La Confassoexport li mette subito a disposizione delle imprese italiane
Già operativi cinque desk per l'internazionalizzazione dell Pmi in Dubai, Russia, Brasile, Argentina e Vietnam. Si tratta di basi commerciali a disposizione degli operatori italiani in punti strategicamente importanti per il nostro commercio estero: uffici Assoexport associati alla Confassoexport, l'Associazione confederale delle Assoexport per l'internazionalizzazione delle Pmi, da cui hanno ricevuto mandato e know-how operativo. Lo ha comunicato il segretario generale della Confassoexport, Mauro Broda, spiegando che "abbiamo potuto costatare come la presenza di nostri desk nei Paesi esteri costituisca un punto di riferimento essenziale nel percorso di internazionalizzazione delle aziende". Infatti, gli Assoexport desk si avvalgono di "personale altamente qualificato, che parla italiano, a completa disposizione dei nostri operatori che sbarcano in quei Paesi al seguito delle nostre manifestazioni o fiere - ha spiegato Broda - Nei nostri desk trovano ogni tipo di assistenza linguistica e logistica". Gli Assoexport desk rappresentano un particolare punto di forza a supporto dei progetti che la Confassoexport sta attualmente realizzando nel mondo, in collaborazione con la ConfimpreseItalia, la FACI, il WTC, e altri. "Questi Assoexport desk - ha ribadito Broda - mettono a disposizione dei nostri imprenditori che si recheranno in quei Paesi ogni assistenza promozionale e commerciale, assicurando interpreti, autisti, accompagno, hotel e quant’altro necessario al loro soggiorno e alla loro attività.I mercati in cui ci siamo orientati in questa fase di start up sono Dubai, dove attualmente si sta concentrando l’interesse del mondo e le nuove sedi di Russia, Brasile, Argentina e Vietnam. E abbiamo candidature - ha annunciato il segretario generale - per l’apertura di nuovi Desk in Qatar, Cina, Spagna, Lituania, Polonia, Romania, Bulgaria, Repubblica Slovacca, Repubblica Ceca, con l’obiettivo di aprire almeno 10 desk entro il 2010".

IMPRESAMIA.IT-ABRUZZO- Acqua 99 Cannelle nelle ampolle di Castelli


Protagoniste di un viaggio di rinascita attraverso i luoghi del sisma abruzzese
Le ceramiche protagoniste del suggestivo Viaggio dell’Acqua che oggi, apre i Giochi del Mediterraneo. I maestri ceramisti di Castelli (nella foto), il borgo teramano simbolo dell’arte della ceramica, sono stati scelti dall’organizzazione dei Giochi del Mediterraneo per realizzare l’anfora madre e le ampolle che, in un viaggio simbolo di rinascita, oggi stanno trasportando l’acqua della Fontana delle 99 Cannelle di L’Aquila nei luoghi maggiormente colpiti dal sisma del 6 aprile, fino a giungere doami, venerdì 26 giugno allo stadio Adriatico di Pescara, luogo della cerimonia di apertura dei Giochi.L’acqua intesa come simbolo di vita e di rinascita sarà raccolta dallo stesso materiale, la ceramica, che da un impasto di acqua e terra trae la sua origine. Un’unione che riporta idealmente ad un’idea di pacificazione dell’uomo con gli elementi naturali, capaci di sovvertire la sua esistenza.L’anfora madre (di 96 cm di altezza), le 5 ampolle (di 70 cm) che saranno portate nei luoghi simbolo del sisma e le 23 ampolline (di 42 cm), che il gruppo di bambini, rappresentanti i 23 paesi partecipanti, porteranno in mano pieni simbolicamente dell’acqua del proprio mare e riverseranno nell’anfora madre durante la cerimonia d’apertura del 26 giugno, sono pezzi unici progettati dall’architetto Andrea Faini e realizzati grazie alla maestria degli artigiani di Castelli.Sul fronte recano un’immagine che ritrae una dama mentre versa l’acqua da un’anfora e ai suoi piedi dei puttini che giocano con essa. Una simbologia che vuole richiamare i temi ai quali gli stessi Giochi si ispirano.L’arte della ceramica a Castelli ha origini antichissime che la tradizione fa risalire a circa dieci secoli fa, quando una comunità di monaci benedettini si insediarono nell’Abbazia di San Salvatore e ne iniziarono la produzione. Furono loro a insegnare agli abitanti del paese questa arte che fece conoscere il borgo a tutto il mondo già nel 1500, per vedere il suo massimo splendore nel ‘600 e nel ‘700.A testimonianza di una significativa e radicata tradizione ceramista abruzzese, apprezzata anche fuori dei confini italiani, oggi le maioliche di Castelli sono esposte nei maggiori musei del mondo come il Louvre di Parigi, il Brithish Museum di Londra, il Metropolitan Museum of Art di New York e il Museo Statale Ermitage di San Pietroburgo.

IMPRESAMIA.IT-TURISMO - Berlusconi: bisogna cambiare musica


Presentato il nuovo logo, simbolo di un rinnovato slancio al turismo italiano
L'Italia era il primo Paese per attrattività turistica, poi è stato superato da Francia, Spagna, Usa e Cina. Questo perché negli ultimi anni non c'è stata una vera promozione all'estero, coordinata a livello nazionale e il turismo è stato affidato alle singole Regioni. Oggi, per riportare in Italia i turisti che scelgono altre mete per le loro vacanze “bisogna cambiare musica” perché "il nostro obiettivo è quello di portare il turismo al 20% del nostro Pil" . Lo ha detto il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, nel corso della conferenza stampa di presentazione di "ITALIA", il nuovo logo per sviluppare il turismo in Italia. Il premier ha insistito sull'unicità dell'Italia, "questa meraviglia che Dio ci ha dato e dove viviamo e lavoriamo" ricordando di aver scoperto l'Abruzzo con i suoi superbi panorami e gli innumerevoli beni artistici de L'Aquila e dei comuni limitrofi, purtroppo a causa del devasytante terremoto dello scorso aprile. "Nei 49 comuni colpiti ho contato ben 500 chiese e una strabiliante quantità di opere d'arte - ha commentato Berlusconi - segno tangibile delle nostre radici cristiane". Il premier ha poi annunciato il progetto "Le 7 Vie d'Abruzzo" che da luglio potrà essere visibile sul sito www.italia.it. Una di queste "Vie", la "Via dell'Acqua" farà parte dell'apertuta dei Giochi del Mediterraneo: l'acqua della Fontana delle 99 cannelle de L'Aquila, contenute in anfora e ampolle di ceramica del borgo Castelli, in provincia di Teramo, attraverserà, come simbolo di rinascita, i luoghi del terremto per arrivare a Pescara, sede dei Giochi ( v. notizia in pagina).Approfittando poi della presenza del governatore dell'Abruzzo, Gianni Chiodi, il presidente del Consiglio ha parlato anche della ricostruzione delle zone terremotate commentando che “finalmente la Camera ha approvato il decreto per la ricostruzione, grazie al quale rifaremo L'Aquila e gli altri 48 comuni della regione com'erano. Anzi, io spero che saranno più belli di prima e soprattutto, dal punto di vista sismico, più sicuri". Berlusconi ha quindi confermato che entro l'autunno saranno consegnati a 15 mila persone "appartamenti completamente ammobiliati".Alla conferenza stampa erano presenti anche il ministro del Turismo Michela Brambilla - che ha illustrato il nuovo logo (nella foto), simbolo "dell'eccellenza" e "dell'essenza" del Made in Italy che rende "unico lo stile di vita italiano" - e gli ad di Alitalia e Ferrovie dello Stato, Rocco Sabelli e Mario Moretti ai quali Berlusconi ha ricordato la necessita di proporre "itinerari nazionali comuni" finalizzati a uno scambio di turisti, grazie a un "comitato che raccordi la politica delle aziende italiane di trasporto".(LCh)

IMPRESAMIA.IT-SVILUPPO - Donne sempre di più con laurea in agraria


Coldiretti: riposizionamento delle facoltà di Agraria verso i settori innovativi
Dal 2000 al 2008 è cresciuta del 21,4% la percentuale di donne ai corsi di laurea del gruppo agrario. Lo ha reso noto il presidente della Coldiretti Sergio Marini nel suo intervento al convegno su “Le facoltà di agraria per lo sviluppo del Paese” organizzato dalla Conferenza dei presidi delle Facoltà di Agraria. “E’ un aspetto di cui va tenuto conto - ha affermato Marini - insieme ai molti altri, quali ad esempio la flessione nelle immatricolazioni e la insoddisfazione dei laureati nei riguardi ai successivi sbocchi professionali nonostante si stia assistendo ad un crescente interesse per la "vita country" con un giovane su quattro di età compresa tra i 25 ed i 34 anni che fa l’orto o il giardinaggio, quasi due milioni di under 35 che scelgono di trascorrere le vacanze in campagna, otto ragazzi su dieci che acquistano prodotti alimentari tipici a denominazione di origine e biologici e il sogno di aprire un agriturismo che è sempre più ricorrente tra le nuove generazioni". Secondo il presidente della Coldiretti, l'Università deve saper interpretare il cambiamento in cui è impegnata l’agricoltura verso un nuovo modello di sviluppo e, facendo riferimento al progetto lanciato dalla Coldiretti “Una filiera agricola tutta italiana”, Marini ha sostenuto che esso richiede una ricerca "agricola", perché sia utilizzabile dalle imprese agricole, una ricerca libera, svolta in collaborazione con le imprese, e non dominata, come in passato, solo dalla logica dell’industria, della distribuzione e delle multinazionali. Anzi la ricerca deve essere italaina per sviluppare il Made in Italy nella competizione internazionale. "Il capitale umano - ha aggiunto Marini - è oggi la risorsa fondamentale per lo sviluppo dell’agricoltura e per uscire dalla crisi economica. Non credo che sia un caso che molti giovani imprenditori della Coldiretti, tra cui coloro che hanno recentemente partecipato al concorso Oscar Green, premio per l’innovazione realizzato con l’Alto Patrocinio del Presidente della Repubblica, siano laureati in agraria. Un riposizionamento delle facoltà di Agraria verso i settori innovativi che partono dall’agricoltura e integrano le opportunità offerte dall’ambiente, dalla qualità, dalle nuove frontiere dell’alimentazione, dalle energie rinnovabili e dalla tutela del territorio è essenziale per contribuire allo sviluppo umano e professionale dei giovani imprenditori, dei professionisti che operano nella nuova agricoltura e della dirigenza nel nostro Paese".

martedì 23 giugno 2009

IMPRESAMIA.IT-UE - Latte: presto etichetta obbligatoria d'origine?


Coldiretti: combattere la speculazione con la trasparenza dell'informazione
L'etichettatura d'origine obbligatoria per latte, latticini e formaggi può salvare 40mila allevamenti italiani. Infatti, a fronte del calo delle quotazioni del prezzo del latte alla stalla che sta provocando al chiusura degli allevamenti in tutta Europa, l'Italia tra i grandi paesi produttori (Germania, Francia e Spagna) è l'unico dove la Commissione Europea ha rilevato un aumento dei prezzi al consumo per latte e formaggi. Lo rende noto la Coldiretti in una nota spiegando che "il latte italiano prodotto nella 40mila stalle nazionali è un patrimonio che traina l'intero Made in Italy all'estero che può contare anche su ben 35 riconoscimenti europei per i formaggi ai quali viene destinato ben la metà della produzione di latte nazionale - ribadisce la Coldiretti - Una produzione realizzata da oltre 1,8 milioni di vacche da latte in circa 40mila allevamenti che sono messe a rischio dalla insostenibile forbice dei prezzi tra la stalla e lo scaffale che non consente più di coprire i costi". La nota continua sull'importanza dell'etichettatura obbligatoria: "la speculazione sui prezzi si combatte con la trasparenza dell'informazione a partire dall'introduzione dell'obbligo di indicare in etichetta la provenienza del latte a lunga conservazione (UHT), dei latticini e dei formaggi che troppo spesso utilizzano latte sterile, cagliate, polveri e caseinati importati in grandi quantità dall'estero all'insaputa dei consumatori. In Italia in un anno sono arrivati ben 1,3 miliardi di chili di latte sterile, 86 milioni di chili di cagliate e 130 milioni di chili polvere di latte di cui circa 15 milioni di chili di caseina". Ma "non bisogna perdere tempo - ha affermato Sergio Marini, presidente della Coldiretti (nella foto) - nel dare attuazione all'impegno assunto dal Consiglio europeo la scorsa settimana con il quale si invita la Commissione a presentare un'analisi approfondita del mercato entro i prossimi due mesi, comprese eventuali opzioni per stabilizzare il mercato dei prodotti lattiero-caseari".

IMPRESAMIA.IT-CREDITO - Solo il 22% di prestiti al 90% delle imprese


Il credito bancario va alle grandi aziende che sono anche i peggiori debitori
Le banche erogano il 78% di prestiti e fidi alle grandi imprese che rappresentano solo 10% dei clienti.Lo ha rilevato un'analisi dell'Ufficio Studi della CGIA di Mestre: il 10% dei clienti delle banche, ossia le imprese maggiori, assorbono il 78% del credito erogato. Quelle stesse grandi aziende sono anche responsabili del 77% delle sofferenze bancarie. Insomma, il 90% delle imprese riceve solo il 22% di prestiti e solo nel 23,2% dei casi li ha restituiti fuori tempo. E quel 10% di imprese affidate, le più grandi, sono anche quelle che generano le maggiori sofferenze alle banche. Tanto che il segretario della CGIA di Mestre, Giuseppe Bortolussi (nella foto), ha affermato che "sono quelli che ricevono la quasi totalità dei finanziamenti dalle banche italiane ma anche quelli meno affidabili visto che producono le percentuali di sofferenze più elevate. Un'anomalia tutta italiana che mette in evidenza come il sistema bancario italiano premia i grandi, che hanno un maggiore potere contrattuale, a scapito dei più piccoli. Visto che non di rado a quest'ultimi vengono richiesti rientri in tempi rapidissimi e spesso non giustificati per far fronte alle difficoltà generate dai grandi affidati''. Alla fine dello scorso dicembre, ha rilevato lo studio, i finanziamenti complessivi erogati dalle banche italiane erano 1.304,9 mld di euro. Di questi il 77,9% (in valore assoluto pari a 1.015,9 mld di euro) è stato concesso al 10% degli affidati. Vale a dire alle poche grandi imprese presenti nel Paese. Per contro il restante 22,1% dei clienti delle banche italiane (prevalentemente piccole e medie imprese, lavoratori autonomi e famiglie) hanno ricevuto solo 289 mld di euro (il 22,1% del totale erogato). La quota dei crediti in sofferenza che fanno capo a quel 10% di maggiori affidati ha raggiunto a fine dicembre la media nazionale del 76,8%. Il resto della clientela, ossia il 90%, non ha restituito i prestiti nei tempi stabiliti solo nel 23,2% dei casi. In vetta alla graduatoria si trova Milano dove l'89,2% dei finanziamenti, pari a 263,8 mld di euro è stato destinato alle realtà produttive maggiori. Seguono Roma (86, 5 % con 157,9 miliardi di euro), Bologna (85, 2 % con 47,7 mld di euro) e Biella (81,5% pari a 4,1 mld di euro). Chiude la classifica Taranto con il 53,1% dei prestiti concessi al primo 10% di affidati. Circa le sofferenze che fanno capo ai grandi affidati il totale, allo scorso dicembre, dell'importo totale è stato pari a 40,9 mld di euro, ossia il 76,8% del totale nazionale. Matera (con 86,1%) guida la graduatoria provinciale nazionale. Seguono Biella (85,2%), Pescara (84,2%), Roma (84%) e le altre. Chiude la classifica Pavia col 59,9%.

IMPRESAMIA.IT-LAVORO - Censis: sì a piccola impresa, terziario rischio


Il 20% degli occupati non sono né dipendenti, né completamente autonomi
L'economia italiana poggia sulla grande capacità di tenuta dei piccoli e piccolissimi imprenditori. Sono 4,3 milioni gli imprenditori alla guida di piccole e piccolissime realtà imprenditoriali che non superano la soglia dei 20 addetti, occupano 9,8 milioni di lavoratori e generano un valore aggiunto di 303 miliardi di euro. Garantiscono quindi il 57,6% dell’occupazione nelle imprese manifatturiere e dei servizi, il 44,8% del valore aggiunto prodotto, il 39,2% degli investimenti realizzati. Tra il primo bimestre del 2007 e quello del 2009, a fronte di una contrazione complessiva del 22,5% del volume delle esportazioni italiane, hanno retto meglio le piccolissime imprese (1-9 addetti: -9,5%) e quelle con 10-49 addetti (-13,5%). Tra il primo bimestre del 2008 e quello del 2009 solo il 28,8% delle aziende italiane ha registrato un bilancio positivo sul fronte dell’export, nonostante la cattiva congiuntura, ma tra le piccolissime imprese (con meno di 10 addetti) la quota sale al 33,6% e in quelle con 10-49 addetti al 30,1%. Preoccupa il settore terziario che produce sempre meno occupazione con un numero dei nuovi posti di lavoro creati nel comparto dei servizi è passato da 1 milione 400 mila nel quinquennio 1998-2003 a 735 mila nel quinquennio 2003-2008, riducendosi della metà. Il composito mondo delle attività di servizio alle imprese, della consulenza, della comunicazione, del marketing, da sempre motore di sviluppo del comparto, ha registrato una battuta d’arresto, riducendo di circa un terzo il numero dei nuovi occupati (da 415 mila nel periodo 1998-2003 a 265 mila nel periodo 2003-2008). Nelle attività di servizio avanzato alle imprese la quota dei lavoratori a rischio (a progetto, temporanei, a partita Iva) rappresenta ormai il 22,8% dell’occupazione, il 24,7% nel terziario sociale, il 22,2% nel commercio. Tra le professioni più a rischio ci sono: gli operatori dell’industria dello spettacolo (macchinisti, attrezzisti di scena), tra cui l’incidenza dei lavoratori precari è addirittura dell’85%; istruttori, allenatori, atleti (63,1%); registi, direttori artistici, coreografi, pittori, restauratori (48,5%); ricercatori (45,5%); agenti immobiliari e rappresentanti commerciali (39,5%); annunciatori e presentatori radio e tv, tecnici della produzione televisiva e del mondo della comunicazione (37,8%).Mentre sono 4 milioni 628mila i lavoratori che non sono né dipendenti, né completamente autonomi, ovvero il 20% dell’occupazione complessiva del Paese. Si tratta di un universo costituito da figure professionali estremamente diverse, accomunate dalla condizione di instabilità. Vi rientrano infatti: 2 milioni 323 mila lavoratori dipendenti con contratti a termine (pari al 9,9% degli occupati), tra cui apprendisti e interinali; 370 mila collaboratori a progetto (l’1,6% dell’occupazione); 828 mila partite Iva (il 3,5% dell’occupazione), ovvero consulenti che lavorano per un solo cliente; circa 900 mila semi-professionisti (il 4,3% dell’occupazione), vale a dire autonomi che, pur avendo più di un committente, sono tenuti a rispettare vincoli di orario e di presenza imposti dai clienti presso cui lavorano; 95 mila collaboratori occasionali che lavorano a intermittenza, solo quando si creano opportunità. Nell’anno della crisi, il 2008, il settore del paralavoro ha pagato un prezzo concreto, registrando una perdita netta di 136 mila unità (-2,9%), mentre il lavoro tradizionale, autonomo e dipendente, sostanzialmente teneva. A subire il ridimensionamento più drastico sono stati i lavoratori a partita Iva monocommittenti: quasi 243 mila unità in meno nell’ultimo anno (-22,7%).Inoltre, tra il 2001 e il 2008 il numero di colf e badanti è aumentato da 1 milione 83 mila a 1 milione 484 mila, registrando una crescita del 37%. Dal 2003 al 2007 il numero di famiglie che hanno fatto ricorso a un collaboratore domestico è passato da 1 milione 929 mila a 2 milioni 451 mila (+27%), portando dall’8,7% al 10% la percentuale di famiglie italiane che si avvalgono di questi servizi.(Tratto da "La società solida degli invisibili", un testo elaborato nell’ambito dell’annuale appuntamento di riflessione del Censis)

IMPRESAMIA.IT-CREDITO - Vino: accordo per il finanziamento del magazzino


Una convenzione riservata alle imprese associate
Somme rimborsabili fino a 36 mesi nell'accordo Banca CR Firenze e Consorzio Vino Chianti Classico. La durata del finanziamento è correlata alla natura delle giacenze in invecchiamento e ai tempi di incasso del vino immesso sul mercato mentre i tassi applicati per questo tipo di operazione risultano tra i migliori tra quelli attualmente presenti sul mercato. Il Consorzio Vino Chianti Classico, di cui è presidente Marco Pallanti (nella foto) tutela dal 1924 il vino più noto al mondo e ne valorizza la denominazione, il territorio d'origine, la storia e associa circa 600 fra le più prestigiose aziende vitivinicole della Toscana, di cui circa 350 imbottigliatori, che hanno consentito nel 2008 una produzione di vino Chianti Classico pari a quasi 270mila hl. Il suo marchio, contraddistinto dall'inconfondibile Gallo Nero, garantisce il vero Chianti Classico: autentico, perché l'unico originato dal territorio del Chianti; certificato, perché la sua produzione è controllata dalla vigna alla bottiglia; inimitabile, perché la sua qualità e identità sono protette in Italia e nel mondo. Il territorio di produzione rappresenta uno dei principali distretti agroalimentari a livello nazionale, con un fatturato complessivo stimabile in oltre 500 milioni con una quota dell'attivitàvinicola pari a oltre il 70%. La Banca CR Firenze, fortemente radicata nel territorio in cui opera, rappresenta una realtà in continuo sviluppo e molto attenta all’innovazione e, attraverso Agriventure, la struttura specializzata creata insieme a Intesa Sanpaolo ed esclusivamente dedicata alle imprese della filiera agro-alimentare, vuole con questa nuova iniziativa confermare la propria volontà di sostegno all'economia toscana proponendosi allo stesso tempo come punto di riferimento delle imprese.

IMPRESAMIA.IT-CAMERA - Pmi: Italia dà il via allo Small Business Act


Recepite integralmente le indicazioni suggerite agli Stati Membri dell'Unione Europea
Con Small Business Act, la Ue ha sottolineato l'importanza delle Pmi come creatrici di posti di lavoro. La Commissione Ue ha, quindi, individuato le iniziative essenziali da adottare, sia a livello europeo che degli Stati membri, verso tali realtà produttive, favorendo la creazione di condizioni di concorrenza paritarie per le piccole e medie imprese. Per l'Italia con una mozione di cui è primo firmatario Fabrizio Cicchitto, presidente dei deputati del Pdl (nella foto), la Camera impegna il Governo a recepire integralmente, per primo in Europa, le indicazioni suggerite agli Stati Membri dell'Unione Europea dallo Small Business Act e a realizzare al più presto gli impegni previsti dalla risoluzione approvata il 5 maggio scorso dalla X Commissione (Attività produttive ) della Camera dei deputati, anche attivando un'organica azione di difesa e di sostegno alle imprese del settore dell'abbigliamento dei territori vocati e ricomprendendo in tali azioni l'osservanza da parte dei beneficiari di impegni diretti alla loro permanenza nei luoghi d'origine, al mantenimento e all'incremento della forza lavoro locale, all'assegnazione di lavori e all'eventuale esternalizzazione di processi produttivi ad imprese appartenenti all'indotto in cui esse operano. Altra disposizione quella di dare immediata esecuzione alle misure urgenti a tutela dell'occupazione, alle disposizioni in favore delle piccole e medie imprese, nonché alle ulteriori norme volte al superamento dell'attuale crisi finanziaria, allo scopo previste dal decreto-legge 10 febbraio 2009, n. 5, convertito in legge con modificazioni dall'articolo 1 della legge 9 aprile 2009, n. 33, oltre che di avviare, nei settori e nei distretti in cui operino i "programmi di risanamento e sviluppo", interventi a favore delle reti d'impresa, definendo, anche sul piano normativo, la soggettività giuridica delle reti d'impresa come presupposto per una loro maggiore integrazione economica.La Camera chiede altresì al Governo di intraprendere le occorrenti iniziative affinché sia urgentemente emanato il decreto ministeriale previsto dalla delibera Cipe pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale del 24 marzo 2009 relativa a criteri e modalità di funzionamento del fondo per il finanziamento degli interventi consentiti dagli orientamenti Ue sugli aiuti di Stato per il salvataggio e la ristrutturazione delle imprese in difficoltà ead accelerare i pagamenti delle pubbliche amministrazioni nei confronti delle imprese creditrici e a predisporre le misure previste dalla legge per quanto riguarda la certificazione dei crediti suddetti, onde consentirne lo sconto da parte degli istituti di credito, nonché ad adottare tutte le misure operative atte a garantire effettivamente l'applicazione ed il rispetto delle norme sui termini di pagamento dei fornitori. Ma anche a proseguire nell'impegno per garantire la continuità del credito alle imprese, anche attraverso le risorse previste per i confidi.Il Governo dovrà anche perseguire gli obiettivi di tutela delle piccole e medie imprese nel settore manifatturiero anche attraverso l'attivazione di interventi riguardanti: a) la sottoscrizione di accordi con le organizzazioni rappresentative del sistema del credito per la concessione di prestiti temporanei ed a tassi agevolati volti a mantenere in vita le imprese in difficoltà; b) la semplificazione degli adempimenti amministrativi; c) la riduzione dei carichi fiscali (Iva ed imposte sulla produzione) e degli oneri sociali; d) la concessione di una quota significativa di incentivi per gli investimenti diretti alla ricerca e all'innovazione tecnologica delle PMI manifatturiere; e) la riduzione del costo dell'energia, riportandolo sui livelli degli altri Paesi dell'UE, con particolare riferimento ai settori con elevati consumi energetici, come l'industria tessile. Altri interventi previsti sono: emanare al più presto il regolamento di "Impresa in un giorno"; valutare la possibilità di un intervento per la riduzione delle aliquote contributive che pesano sul costo del lavoro delle imprese artigiane; ad accelerare quanto più possibile, d'intesa con le Regioni, la definizione del "Piano casa" e a considerare la possibilità di ridurre la contribuzione Inail per il settore artigiano (1-00184 - Firmatari: Cicchitto, Cota, Iannaccone, Bocchino, Vignali, Cazzola, Moroni, Fava, Simonetti, Raisi, Baldelli, Allasia, Della Vedova, Reguzzoni, Versace, Torazzi, Mazzuca, Cosenza).

IMPRESAMIA.IT-CRISI - Appello al Governo del meccanotesile: siamo soli


Contrazione degli ordini del 40% per il meccanotessile italiano, secondo produttore mondiale
Le imprese meccanotessili ce la mettono tutta, ma occorre che Governo e banche facciano il loro dovere. Così afferma Sandro Salmoiraghi (nella foto), presidente di Acimit, l'Associazione che rappresenta i costruttori italiani di macchine tessili, in una letter aperta al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e ai ministri Giulio Tremonti e Claudio Scajola per sottolineare la necessità di non lasciare sole le imprese dell'industria delle macchine tessili. In un momento in cui il meccanotessile italiano, secondo produttore mondiale, subisce una contrazione degli ordini del 40%, le aziende sono impegnate a riorganizzarsi per poter giungere al momento della ripresa più competitive, senza disperdere il capitale di conoscenze, umano e tecnologico, che ha contribuito in modo determinante al successo del settore. Nella lettera aperta Acmit chiede al Governo iniziative di carattere economico e legislativo, che siano in grado di traghettare il sistema produttivo italiano dalla crisi alla ripresa. Nel frattempo, però, si deve constatare che il Governo e le banche non stanno aiutando le imprese. Dopo che il Decreto-legge n. 185 ha abolito la commissione di massimo scoperto, gli istituti bancari hanno prontamente introdotto con decisione unilaterale nuove commissioni che di fatto rappresentano costi forse anche piu' alti della commissione stessa. ''In aggiunta agli interessi al tasso debitore su saldi di scoperto per valuta - sottolinea Salmoiraghi- vi è un'ulteriore commissione, tra lo 0,9% e l'1,5% trimestrale, che ora va pagata anche per i fidi richiesti e non utilizzati. Ma anche il Governo ci mette del suo. Nella lettera si legge che il Decreto n. 185, definito ''anticrisi'', non prevede agevolazioni per gli investimenti, come reiteratamente richiesto dalle imprese, ne' modifica, come piu' volte richiesto da Confindustria, la disciplina relativa all'indeducibilita' degli interessi passivi, con il risultato di tassare anche quanto pagato, come interessi, dalle imprese''.

IMPRESAMIA.IT-LAZIO - Crel: economia sana con Pil annuo in crescita


Il rapporto sarà anche la base per il censimento della povertà nel Lazio
Con una crescita annua dell'1,85%, il Pil del Lazio contribuisce per l'11% alla formazione del Pil nazionale. Non solo, il dato del Lazio rappresenta un 70% in più della media delle altre Regioni italiane. Un’economia sana, quindi, come dimostrano i dati del 2008, presentati oggi da Giacomo Troja, presidente del Consiglio Regionale Economia e Lavoro (Crel), che ha illustrato il primo rapporto elaborato proprio dal Crel spiegando come il rapporto sia “la base per impostare politiche di sviluppo dell'economia e dell'occupazione, nonché per dotare il Lazio di un sistema di welfare capace di governare vecchie e nuove povertà". Infatti, il rapporto, coordinato da Carlo Travaglini dell'Università Roma Tre, è molto importante per la Regione che intende lanciare il censimento della povertà, per approntare misure concrete per la lotta alle tante povertà.Dai dati del rapporto Crel emerge la diversa condizione economica e sociale delle cinque province del Lazio: dopo Roma, che contribuisce con oltre l'80% alla formazione del Pil regionale, la provincia più ricca si conferma essere quella di Latina, seguita da Frosinone, Viterbo e Rieti. Inoltre, la provincia pontina è la più giovane dal punto di vista demografico, mentre l'indice di vecchiaia (rapporto tra numero di anziani ogni cento giovani) complessivo del Lazio è del 141%, un po' meno del dato nazionale attestato sul 142,8%.Ben sei i capitoli e gli ambiti sui quali il Crel ha posto l'attenzione: l'economia regionale; popolazione, lavoro e welfare; ambiente il sistema energetico e il sistema dei rifiuti; programmazione e pianificazione; la finanza pubblica regionale; semplificazione amministrativa e tutela del consumatore.“Il rilancio dello sviluppo nella Regione – ha commentato l'assessore all'Economia, Luigi Nieri - passa anche attraverso le politiche messe in atto dalla Giunta per il risanamento ella finanza pubblica, in particolare con il piano di rientro dal deficit della Sanità".In un messaggio inviato da Bruxelles, il presidente del Consiglio Regionale del Lazio Guido Milana, eletto al Parlamento Europeo alle recenti elezioni del 6 e 7 giugno, conferma la validità del rapporto, "con particolare riferimento alla maggiore interazione tra politiche regionali e politiche europee, in un rinnovato rapporto tra Europa e Regioni".