martedì 30 giugno 2009

IMPRESAMIA-MADE IN ITALY - A breve Igp anche la Mela di Valtellina


Zaia: continua il nostro lavoro a tutela del ricchissimo patrimonio agroalimentare italiano
Il gradimento, crescente, della Mela di Valtellina, prodotta in vari comuni della provincia di Sondrio, risale al secondo dopoguerra. Anche grazie al contributo delle varie cooperative ortofrutticole che, in collaborazione con istituti universitari specializzati nella melicoltura, hanno consolidato il "sistema melo" in Valtellina. Tre le varietà di frutti utilizzati per la produzione della “Mela di Valtellina”: Gala, Golden Delicious e Red Delicious. Il gradimento crescente di questi frutti presso i consumatori trova origine dal territorio di produzione: infatti lo sviluppo est-ovest della valle - situazione unica nei territori alpini a vocazione frutticola - assicura un’esposizione dei terreni a maggiore luminosità, fattore che contribuisce a donare ai frutti particolari caratteristiche di croccantezza, succosità e dolcezza. La conformazione orografica del territorio, che permette un’elevata qualità della radiazione luminosa, abbinata a una rilevante escursione termica giorno-notte, permette lo sviluppo ottimale della maturazione delle mele. Annunciando la pubblicazione della domanda di registrazione del prodotto “Mela di Valtellina” Igp sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione europea, il ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali Luca Zaia (nella foto) ha sottolineato che "continua il nostro lavoro a tutela del ricchissimo patrimonio agroalimentare italiano: anche la mela di Valtellina si avvia ad essere inserita nell’elenco delle indicazioni geografiche tutelate a livello comunitario”. Il prestigio della melicoltura della Valtellina ha permesso anche di attrarre importanti investimenti: ne è esempio l’impianto plurirriguo del Consorzio Sponda Soliva, che gestisce l’irrigazione di 2000 ha, creato negli anni ‘70 e finanziato dai mutui gestiti dal fondo europeo Feoga.

IMPRESAMIA.IT-SVILUPPO - In Liguria erogati primi contributi dall'Agea


Insediamenti di giovani agricoltori, sviluppo di imprese agricole e una agrituristica
In Liguria i primi pagamenti da parte dell'Agenzia nazionale per le erogazioni in agricoltura (Agea). I contributi rientrano negli investimenti dei Programmi di sviluppo rurale in Italia. e finora sono stati erogati 27 premi per l'insediamento di giovani agricoltori per un totale di circa 270 mila euro, 8 contributi per lo sviluppo di imprese agricole per circa 280 mila euro, e 1 contributo ad impresa agrituristica per circa 20 mila euro, per un importo totale di circa 570 mila euro. I pagamenti effettuati, a partire dal 26 giugno, riguardano esclusivamente 36 imprese agricole della Liguria.Dopo i risultati conseguiti nel 2007 e nel 2008 la Liguria si conferma Regione virtuosa per quanto riguarda la gestione e i pagamenti relativi alle misure per investimenti degli agricoltori.La Regione Liguria invita tutti i soggetti interessati a presentare agli enti competenti le domane di pagamento, che già da tempo possono essere istruite e liquidate senza ritardi.Agea ha aperto anche uno sportello per la soluzione dei problemi di foto-interpretazioni del territorio, che ha permesso la soluzione di decine di migliaia di anomalie contenute nei fascicoli aziendali (costituiti dalle aziende agricole tramite i Centri di assistenza agricola), permettendo di sbloccare i pagamenti relativi alle misure a superficie del Psr ed altri importanti contributi destinate alle imprese agricole.Tutte le informazioni relative al Programma di sviluppo rurale 2007-2013, ai bandi ed ai pagamenti erogati, sono disponibili sul sito dell'assessorato all'Agricoltura della Regione Liguria http://www.agriligurianet.it/cgi-bin/liguria/agrinet3/ep/home.do.

IMPRESAMIA.IT-EVENTI - Trentino: vini Müller Thurgau questi sconosciuti


A Cembra dal 1 al 5 luglio, XXII rassegna internazionale e VI edizione del Concorso internazionale
Un’occasione unica per avvicinare e conoscere oltre cento produttori provenienti da Italia, Germania, Repubblica Ceca e Ungheria. Il programma prevede alle 18.00 l’inaugurazione della rassegna con la partecipazione della fanfara alpina di Cembra e del gruppo costumi storici cembrani, dalle 19.00 alle 22.30 degustazioni aperte al pubblico presso la prestigiosa cornice di palazzo Barbi a Cembra. Spazio poi agli eventi di contorno tra cui Adagio con gusto, un’originale rassegna di concerti enogastronomici che coinvolgerà i presenti nella serata di venerdì 3 luglio. Una proposta multisensoriale offerta dall’Apt di Pinè Cembra, per far scoprire i profumi, i sapori, i colori e i frutti della terra trentina, lavorati dalle sapienti mani dei ristoratori e accompagnati da melodie ricercate. La premiazione dei vincitori del VI Concorso internazionale vini Müller Thurgau di sabato 4 luglio verrà arricchita da un altro importante momento di degustazione: “Sapori di…Vini in centro Storico”, itinerario enogastronomico con gli operatori della Strada del Vino e dei Sapori Colline Avisiane, Faedo e valle di Cembra. Approfondimenti inediti sul vino negli incontri tecnici che si svolgeranno durante le mattinate di venerdì 3 e sabato 4 luglio, che presenteranno le prospettive di sviluppo legate alla coltivazione del Müller Thurgau. Le giornate di sabato 4 e domenica 5 luglio saranno allietate dagli spettacoli teatrali I sentieri della memoria, da storie, leggende e contie del Trentino Alto Adige a cura de L’uovo teatro stabile di innovazione dell’Aquila in collaborazione con il Coordinamento teatrale trentino. Rappresentazioni e riflessioni sulle più importanti e suggestive fiabe e leggende riguardanti il Trentino, tramandate da generazione in generazione di fronte al camino nei freddi inverni. Un percorso narrante capace di far scoprire gli aspetti magici e affascinanti della terra trentina e delle sue valli misteriose e selvagge. Le giornate della rassegna ospiteranno inoltre la seconda edizione del simposio di scultura lignea della Valle di Cembra, un percorso allestito in suggestivi avvolti ed anfratti, correlati in vari momenti all’enogastronomia e alla musica.

IMPRESAMIA.IT-MADE IN ITALY - Olio d'oliva sul palcoscenico mondiale


Unasco: contro la crisi è necessaria una nuova collaborazione tra inustria e agricoltura
Anche per l'olio di oliva la tracciabilità è la carta vincente sui mercati internazionali dove chiedono di saperne l'origine. Lo ha spiegato il presidente della Unasco (Unione Nazionale Organizzazioni Coltivatori Olivicoli), Elia Fiorillo in occasione del programma di informazione e promozione dell'olio di oliva al Consolato generale d'Italia a New York ( la campagna di promozione triennale dell'olio extravergine di oliva, in Stati Uniti e Canada è finanziata con il contributo dell'Unione europea e dell'Italia - ndr). "Puntare sulla tracciabilità è il requisito fondamentale per fare il salto di qualità sui mercati internazionali - ha sottolieato Fiorillo - perché nei più importanti Paesi del mondo, sempre più consumatori considerano l'olio extravergine Made in Italy un prodotto alimentare fondamentale per la salute e, pertanto, vogliono conoscerne con precisione l'origine prima di acquistarlo. Per contrapporci al modello spagnolo - ha continuato il presidente - lanciamo l'idea di un nuova collaborazione tra industria e agricoltura, un modo nuovo da superare la crisi economica del settore. Si vuole andare oltre gli accordi di filiera. Il messaggio che vogliamo lanciare è chiaro: una nuova interazione tra industria e mondo agricolo, un patto di lealtà che noi vogliamo suggellare con gli industriali per produrre olio di oliva di alta qualità. In questo momento di crisi - ha concluso Fiorillo - è un modo per entrare nei mercati esteri con produzioni di alta qualità, in un segmento che ancora oggi ha risentito di meno dei venti della recessione".

IMPRESAMIA.IT-SETTORI - IT: 93mila aziende e 390mila addetti


Presentato a Milano il 1° Rapporto di Assinform sul settore IT in Italia
E' il secondo settore in Europa per numero d'imprese con poli di sviluppo Roma e Milano che lavorano su standard internazionali. Infatti, in linea con la tendenza europea, l'IT italiano è costituito per il 92,4% da attività di software, dal 3,6% di hardware e 4% di assistenza tecnica. Con 97mila imprese e 390mila addetti, l'Italia è seconda solo al Regno Unito che è il Paese europeo più sviluppato nel settore informatico, e supera Francia e Germania. Confermata la seconda posizione anche nel rapporto fra il numero di addetti al settore IT sulla popolazione totale.I dati tratti dal 1° Rapporto di Assinform sul settore IT in Italia, mettono in luce che ci sono ben 40 medie imprese italiane di produzione di hardware che, con un fatturato di oltre 1.500 milioni di euro (dati 2006), si collocano al primo posto in Europa, superando i 1.300 milioni di euro generati dalle 46 medie imprese inglesi e lasciandosi molto dietro gli altri Paesi. Non solo, ci sono anche 640 medie e grandi imprese italiane di produzione software e servizi, dove si concentra quasi il 70% degli addetti al settore, con un fatturato di poco superiore ai 19 miliardi euro. Quanto ai punti di criticità del settore emersi dallo studio, Ennio Lucarelli, presidente di Assinform (nella foto), ha indicato l’estrema frammentazione che, in linea con la tipicità della struttura produttiva nazionale, vede l’IT composto per il 94% da piccole imprese, dimensione limitativa dello sviluppo per un settore così esposto alla globalizzazione e sottoposto alla pressione costante del rapido cambiamento tecnologico. Lo confermano il basso margine operativo lordo, che necessariamente comporta una capacità ridotta da parte delle imprese IT italiane a investire in innovazione, che ci colloca ben al di sotto di Germania, del Regno Unito, della media UE 15 e dell’UE 27. La scarsa internazionalizzazione del settore e il deficit della sua bilancia commerciale che, sebbene esprima dal 2005 una tendenza a calare di circa il 18%, nel 2008 continua a registrare un saldo negativo pari a circa 5,1 miliardi di euro.

IMPRESA.IT-LAVORO - Ammortizzatori in deroga anche per gli artigiani


Campagnoli: quasi un grande contratto di solidarietà tra imprese e lavoratori
Per tutte le imprese artigiane dell'Emilia Romagna potrà essere utilizzata la cassa integrazione ordinaria e straordinaria in deroga. Si tratta di strumenti dai quali sinora erano escluse: per le imprese, infatti, c'era unicamente la possibilità di ricorrere alla messa in mobilità dei lavoratori. Grazie all'accordo sottoscritto in Regione tra l'assessore alle Attività produttive Duccio Campagnoli (nella foto), i rappresentanti delle associazioni dell'artigianato e le Segreterie Cgil-Cisl-Uil dell'Emilia-Romagna, è possibile utilizzare lo strumento degli ammortizzatori sociali in deroga anche per i lavoratori dell'artigianato. "E' molto importante - ha commentato Campagnoli - questa ulteriore conferma dell'impegno di responsabilità sociale e di concertazione ribadito da associazioni artigiane e sindacati, nonostante il perdurare della crisi. Con questi interventi, nei prossimi giorni daremo risposta a difficoltà che dal 1° gennaio hanno già riguardato oltre 1500 imprese e più di 6000 lavoratori - ha spiegato l'assessore regionale - con questi accordi diamo corso a soluzioni originali, mettendo a punto una specie di grande contratto di solidarietà per imprese e lavoratori, con una gestione degli orari utile a salvaguardare produttività delle imprese e occupazione". Le imprese che ricorreranno a sospensioni di attività continuative utilizzeranno gli altri strumenti già previsti dalla legislazione nazionale (indennità per i lavoratori per 90 giornate). L'accordo prevede sia la copertura delle riduzione di attività che si sono determinate già a partire dal 1° gennaio, sia degli "accordi di garanzia" sottoscritti da imprese artigiane (che avevano esaurito l'utilizzo delle 90 giornate di sospensione con integrazione al reddito per i lavoratori già prevista sin qui dalla legislazione nazionale) e organizzazioni sindacali per salvaguardare l'occupazione. Anche per questi casi verrà ora utilizzata la cassa integrazione.

IMPRESAMIA.IT-UE - Europa senza fumo entro il 2012


La portata e le caratteristiche delle norme antifumo degli Stati membri sono però diverse
Finora dieci Stati membri dell'Unione europea prevedono una protezione generalizzata contro l'esposizione al fumo di tabacco. Nel contesto della politica antifumo, la Commissione europea ha adottato una proposta di raccomandazione del Consiglio che sollecita tutti gli Stati membri a varare, entro il 2012, strumenti legislativi per proteggere i loro cittadini dall'esposizione al fumo di tabacco. Il tabagismo rimane il maggiore fattore monocausale di decessi prematuri e malattie nell'Unione europea. Secondo stime peraltro caute 79 000 adulti, tra cui 19 000 non fumatori, sono morti nel 2002 nell'UE-25 a causa dell'esposizione al fumo di tabacco nelle loro case (72 000) e sul posto di lavoro (7 300).Attualmente dieci paesi dell'UE dispongono di normative antifumo a carattere generale. Il Regno Unito e l'Irlanda hanno le disposizioni antifumo più rigorose e prevedono il divieto assoluto di fumare nei luoghi pubblici chiusi, sui trasporti pubblici e sul luogo di lavoro. La Bulgaria dovrebbe fare altrettanto nel 2010. Da una recente indagine Eurobarometro emerge che le politiche antifumo godono di una popolarità cre scente: l'84% degli europei è favorevole a uffici e altri posti di lavoro chiusi senza fumo, il 77% è a favore di ristoranti senza fumo e il 61% sostiene che i bar dovrebbero essere senza fumo. La raccomandazione sollecita gli Stati membri ad agire su tre fronti principali : adottare e attuare, entro tre anni dall'adozione della raccomandazione, strumenti legislativi per proteggere appieno i loro cittadini dall'esposizione al fumo di tabacco nei luoghi pubblici chiusi, sul posto di lavoro e sui trasporti pubblici come indicato all'articolo 8 della Convenzione quadro per la lotta contro il tabagismo; accrescere l'efficacia delle leggi antifumo mediante di misure di sostegno come quelle volte a proteggere i bambini, a incoraggiare gli sforzi per rinunciare al tabagismo e l'introduzione di pittogrammi di avvertimento sui pacchetti di sigarette e rafforzare la cooperazione a livello Ue istituendo una rete di centri di riferimento nazionali per la lotta al tabagismo.

IMPRESAMIA.IT-UE - Europa senza fumo entro il 2012

La portata e le caratteristiche delle norme antifumo degli Stati membri sono però diverse
Finora dieci Stati membri dell'Unione europea prevedono una protezione generalizzata contro l'esposizione al fumo di tabacco. Nel contesto della politica antifumo, la Commissione europea ha adottato una proposta di raccomandazione del Consiglio che sollecita tutti gli Stati membri a varare, entro il 2012, strumenti legislativi per proteggere i loro cittadini dall'esposizione al fumo di tabacco. Il tabagismo rimane il maggiore fattore monocausale di decessi prematuri e malattie nell'Unione europea. Secondo stime peraltro caute 79 000 adulti, tra cui 19 000 non fumatori, sono morti nel 2002 nell'UE-25 a causa dell'esposizione al fumo di tabacco nelle loro case (72 000) e sul posto di lavoro (7 300).Attualmente dieci paesi dell'UE dispongono di normative antifumo a carattere generale. Il Regno Unito e l'Irlanda hanno le disposizioni antifumo più rigorose e prevedono il divieto assoluto di fumare nei luoghi pubblici chiusi, sui trasporti pubblici e sul luogo di lavoro. La Bulgaria dovrebbe fare altrettanto nel 2010. Da una recente indagine Eurobarometro emerge che le politiche antifumo godono di una popolarità cre scente: l'84% degli europei è favorevole a uffici e altri posti di lavoro chiusi senza fumo, il 77% è a favore di ristoranti senza fumo e il 61% sostiene che i bar dovrebbero essere senza fumo. La raccomandazione sollecita gli Stati membri ad agire su tre fronti principali : adottare e attuare, entro tre anni dall'adozione della raccomandazione, strumenti legislativi per proteggere appieno i loro cittadini dall'esposizione al fumo di tabacco nei luoghi pubblici chiusi, sul posto di lavoro e sui trasporti pubblici come indicato all'articolo 8 della Convenzione quadro per la lotta contro il tabagismo; accrescere l'efficacia delle leggi antifumo mediante di misure di sostegno come quelle volte a proteggere i bambini, a incoraggiare gli sforzi per rinunciare al tabagismo e l'introduzione di pittogrammi di avvertimento sui pacchetti di sigarette e rafforzare la cooperazione a livello Ue istituendo una rete di centri di riferimento nazionali per la lotta al tabagismo.

IMPRESAMIA.IT-CRISI - Cia: effetti negativi anche sulle imprese agricole


L'ultima manovra può dare solo una semplice boccata d'ossigeno alle imprese
I recenti provvedimenti varati dal Governo non risolvono i problemi in presenza di una congiuntura ancora fortemente negativa. Lo ha detto il il presidente della Cia-Confederazione italiana agricoltori Giuseppe Politi (nella foto) commentando commenta le rilevazioni provvisorie dell'Istat sull'andamento dell'inflazione a giugno che registra il livello più basso (+ 0,5 per cento) dal 1968. ''Sono dati che confermano chiaramente la preoccupante crisi in atto. Siamo in presenza - si legge in una nota della Confederazione- di una congiuntura molto negativa che fa sentire i suoi effetti anche su un settore come quello agricolo che, a differenza di altri, sta reagendo meglio alle difficoltà economiche. La situazione, tuttavia, resta grave. E lo stesso andamento dei prezzi sui campi lo dimostra in maniera palese. A maggio i nostri agricoltori hanno registrato un calo del 12,7% rispetto allo stesso periodo dell'anno passato. Una drastica diminuzione - si legge ancora - che, insieme ad un evidente calo dei consumi, ha contribuito a frenare la corsa dei listini sugli scaffali (+ 1,9% a giugno rispetto all'analogo periodo dello scorso anno e -0,1% nei confronti di maggio) dei prodotti agroalimentari, riducendo la 'forbice' dalla produzione agricola alla tavola''. Secondo il presidente della Cia, per ridare impulso e vigore alle aziende agricole ''sono necessari interventi mirati che permettano di ridurre, soprattutto, i pesanti costi produttivi e di aprire nuove prospettive. Fino ad ora si è andato avanti con meri palliativi che non sanano i problemi aperti''. Gli imprenditori agricoli hanno dimostrato in questi anni volontà di ripresa e anche oggi sono intenzionati a non mollare "ma i numeri che ci ha fornito l'Istat ci dicono - ha aggiunto il presidente della Cia- che non è oggi l'inflazione il pericolo maggiore, ma la presenza di una congiuntura ancora fortemente negativa che bisogna affrontare con rinnovate politiche economiche e di carattere sociale. E' indispensabile - ha concluso Politi- un segnale chiaro e concreto da parte del Governo, che, però, tarda a venire''.

IMPRESAMIA.IT-CRISI - Arriva lo scudo fiscale di Tremonti


Dai capitali che rientreranno dall'estero il Governo si aspetta un'aliquota del 5-8%
La norma sarà introdotta come emendamento al decreto legge approvato venerdì scorso in Consiglio dei ministri. Lo scudo fiscale, cioè l'operazione per per far rientrare in Italia i capitali all'estero, voluto dal ministro dell'Economia, Giulio Tremonti (nella foto) è in attesa del parere delle Autorità europee per essere inserito nell'articolo 12 del decretone estivo con le nuove norme sul contrasto ai paradisi fiscali. L'articolo citato punta a prevenire e reprimere i fenomeni di illecito trasferimento da e verso l'estero da parte di persone fisiche, enti non commerciali e società semplici fiscalmente residenti in Italia. Lo scudo fiscale rientra nell'azione di contrasto contro i paradisi fiscali e il segreto bancario, sempre più necessaria in vista del dopo-crisi.Altre volte il Governo ha adottato lo scudo fiscale (nel 2001 e 2003) ma questa volta si sta pensando a incentivare la misura: chi chi aderirà non sarà più punibile per vari reati tributari e societari evitando ogni accertamento successivo da parte del Fisco. In passato lo scudo ha fatto emergere circa 50 miliardi di euro con aliquota del 2,5% e un incasso di 2 miliardi di euro. Con questa terza manovra, il Governo si aspetta un'aliquota fra il 5-8% dai capitali che saranno riportati in Italia: infatti, la novità è che non basterà denunciare di avere dei capitali nascosti all'estero. Questo per avere un incasso maggiore, a detta del Governo che sta studiando altre clausole come il reinvestimento dei fondi nelle imprese o la sottoscrizione di titoli pubblici il cui ricavato sarebbe destinato al finanziamento dell'economia reale.I capitali italiani all'estero dovrebbero ammontare a circa 550 miliardi di euro, di cui 300 nella sola Svizzera.