giovedì 18 giugno 2009

IMPRESAMIA.IT-IMPRESE - Neiver: 40 anni al servizio del cliente


La società, presente in Italia con Vicolungo Outlets e Castelguelfo Outlet
Dall’introduzione nel settore immobiliare del concetto “chiavi in mano” agli outlet, sino a Micropolix. La società immobiliare europea leader nello sviluppo, investimento e gestione di asset immobiliari ha rivoluzionato negli anni ‘70 il settore immobiliare con l’introduzione del concetto di “chiavi in mano” basato sull’offrire progetti su misura adattandoli alle esigenze di ciascun cliente, per poi imporsi all’attenzione degli operatori negli anni ‘90 grazie alla creazione dei primi parchi imprenditoriali con servizi integrati. Inoltre Neinver è stata la prima società a importare in Spagna, e successivamente in Polonia, il concetto di outlet con il marchio Factory. Nel 2008 la società si è nuovamente distinta per il lancio del progetto pioneristico Micropolix, un centro dedicato all’intrattenimento educativo per l’infanzia unico in Europa.Oggi, a distanza di quarant’anni dalla sua fondazione, la società - a capitale interamente spagnolo - è diventata uno dei principali attori nel settore immobiliare europeo e ha sviluppato superfici per oltre 370.000 m² con un investimento di 368 milioni di euro. Presente in 5 Paesi europei, la società gestisce attualmente un portfolio che comprende 25 poli commerciali e industriali. In Italia è presente in Italia dal 2004, dove conta 2 centri outlet: Vicolungo Outlets, di cui è stato inaugurato l’ampliamento lo scorso Aprile, e Castel Guelfo Outlet (nella foto). Nel Giugno del 2008 la società ha, infatti, acquisito per conto del fondo Irus, di cui è gestore, la 1° fase dell’outlet di Castel Guelfo e stipulato un preliminare d’acquisto per la 2° fase, di cui si attende il completamento entro l’anno.

IMPRESAMIA.IT-CRISI - Confindustria: Pil 2009 -4,9%. Nel 2010 +0,7%


Nel 2009 ci saranno meno occupati (-1,8%) ma nel 2010 ci sarà una lieve risalita ( 0,2%).
E' l'eredità negativa del 2008 (-2,1%) più la contrazione del primo trimestre (-2,6%) a formare il risultato negativo. Lo comunica il Centro studi della Confindustria che, tuttavia, per la seconda parte dell'anno prevede un leggero aumento (+0,5% annualizzato sul primo semestre). Nel 2010 - si legge - ci sara' un incremento dello 0,7%. L'export trainerà l'economia italiana fuori dalla recessione (+2,5% in volume dopo il -17,3% di quest'anno), grazie soprattutto al maggior dinamismo dei Paesi emergenti che da soli spiegheranno quasi tutta la crescita globale dell'anno venturo, con un effetto temporaneamente amplificato della ricostruzione delle scorte. I consumi, in calo nel 2009 (-1,9%), saliranno in linea con il Pil grazie a una maggiore propensione alla spesa legata al ritorno della fiducia, con i guadagni delle retribuzioni reali compensati dall'ulteriore lieve riduzione dell'occupazione (che scende del 3,4% tra il 2007 e il 2010). Per quanto riguarda il deficit pubblico, secondo le previsioni della Confindustria, nel 2009 salirà al 114,7% del Pil e al 117,5% nel 2010, dal 105,7% del 2008. Il livello del deficit per il 2009 è attribuibile principalmente alla dinamica delle entrate, che, per la prima volta dal Dopoguerra sono stimate in diminuzione: -1,4% rispetto al 2008. E il gettito delle entrate tributarie dei primi quattro mesi conferma questa dinamica: -3,8% rispetto ai primi quattro mesi del 2008; e le imposte indirette, strettamente legate alle fasi cicliche, hanno registrato un vero crollo (-5,7%), ma anche le dirette sono scese (-2%). La contrazione del Pil nominale sara' pero' ancora piu' forte e fa si' che nel 2009 le entrate in rapporto al Pil salgono al 47,2% (dal 46,6% del 2008). Nel 2010 caleranno al 47% in presenza di ripresa del Pil nominale (+2,2%). La spesa pubblica salira' del 52,2% del Pil nel 2009 e si attestera' al 51,7% nel 2010 mostrando un debole rallentamento. Il saldo primario nel 2009 - conclude l'ufficio studi della Confindustria - verra' quasi azzerato in percentuale del Pil (0,1%) e comincera' a risalire nel 2010 (0,4% del Pil). Continua la contrazione dell'occupazione, più accentuata nell'industria dove per il 2009 si stima una flessione del 6,8% rispetto al 2008 (257 mila unita'). La crisi si propagherà anche ai servizi, l'unico comparto in crescita nella media del 2008: gli occupati diminuiranno dell'1,8% nel 2009 per tornare pero' a crescere nel 2010 ( 0,2%). Pesanti invece le previsioni sulla disoccupazione. Il tasso crescerà infatti, per il Csc, all'8,6% nel 2009 e al 9,3% nel 2010, "livello che non veniva piu' toccato dal 2000".

IMPRESAMIA.IT-SISMA - Approvati gli aiuti per 5500 aziende agricole


Sostegno del Governo e delle Istituzioni alle imprese agricole e agoalimentari
Sarà erogata subito la prima tranche di 9 milioni e 500mila euro, il restante 50% a partire dalla metà di ottobre.Usufruiranno degli aiuti le aree che sono state individuate dal Decreto del Commissario delegato per il terremoto dalla Presidenza del Consiglio dei ministri. “Vogliamo che il comparto agricolo e agroalimentare abruzzese torni al più presto in attività e che questa regione possa ripartire, forte del sostegno del Governo e delle istituzioni”. Lo ha detto il ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, Luca Zaia (nella foto), dopo che il Comitato di gestione aiuti diretti ha approvato le misure di intervento, richieste proprio dal ministro Zaia in favore delle zone terremotate dell’Abruzzo. L’approvazione è avvenuta all’unanimità.I pagamenti, cui Agea darà seguito immediatamente, come assicurato dal ministro Zaia in persona, riguarderanno 5500 aziende agricole abruzzesi, per uno stanziamento di 9 Mln e 500 mila euro, pari a circa il 50% dell’ammontare complessivo degli aiuti richiesti dagli agricoltori. Il restante 50% verrà erogato da Agea a partire dal 16 ottobre 2009. “Abbiamo promesso agli abruzzesi che non li avremmo lasciati soli - ha commentato Zaia - e così è stato. Ci vorrà del tempo perché tutto torni com’era, ma stiamo facendo tutto ciò che è possibile perché gli agricoltori dell’Abruzzo tornino presto al lavoro e alle loro case. Il mio grazie va anche alla Commissione Europea che ha dato il suo via libera al pacchetto di aiuti da noi predisposto”.

IMPRESAMIA.IT-UE - Mamma e papà 1 mese di congedo in più


Le parti sociali europee firmano la revisione dell'accordo quadro
La durata del congedo parentale è stato portato da tre a quattro mesi per genitore e si applica a tutti i lavoratori dipendenti. A prescindere dalla forma del loro contratto. Questo è il risultato di sei mesi di negoziati tra le parti sociali europee e rispecchia i cambiamenti intervenuti nella società e sul mercato del lavoro dopo la firma del primo accordo quadro sul congedo parentale avvenuta nel 1995. Vladimír Špidla, commissario responsabile per l'occupazione, gli affari sociali e le pari opportunità (nella foto), presente all'atto della firma ufficiale ha commentato che "questo accordo è la prova che il partenariato sociale europeo funziona e produce risultati concreti per i lavoratori e le imprese in Europa. Obiettivi prioritari - ha sottolineato il commissario - per la parità delle donne e degli uomini a riprova della volontà di trovare soluzioni per migliorare l'equilibrio tra vita familiare e vita professionale, tenendo nel contempo conto della diversità dei quadri normativi nazionali, delle pratiche e delle tradizioni" . Il nuovo accordo innalza la durata del congedo parentale portandolo da 3 a 4 mesi per ciascun genitore. Uno dei 4 mesi sarà non trasferibile da un genitore all'altro; chiarisce che si applica a tutti i lavoratori, indipendentemente dalla forma del loro contratto (lavoro a tempo determinato, part-time, ecc.); offre anche la possibilità ai genitori che ritornano al lavoro dopo il congedo parentale di chiedere l'adattamento delle loro condizioni di lavoro (ad esempio dell'orario di lavoro) e conferisce una maggiore protezione non solo contro il licenziamento ma anche contro ogni trattamento sfavorevole legato all'esercizio del diritto al congedo parentale. La Commissione deve ora esaminare le disposizioni dell'accordo. Entro l'estate essa proporrà al Consiglio l'attuazione dell'accordo tramite direttiva in applicazione delle disposizioni del trattato in merito al dialogo sociale. La direttiva dev'essere adottata dal Consiglio a maggioranza qualificata.

IMPRESAMIA.IT-CHIMICA - Scajola: in tre anni Eni investirà 700 milioni


Tavolo della Chimica: Eni illustra il piano industriale e Scajola annuncia commissariamento Vinyls
Eni garantirà investimenti nella chimica per 700 milioni di euro tra il 2009 e il 2012. E' quanto emerso dal Piano industriale della società illustrato nel corso del Tavolo della Chimica presieduto dal ministro dello Sviluppo Economico, Claudio Scajola (nella foto). “La chimica di base resta essenziale per un grande Paese industriale come l’Italia. Per questo il Governo - ha affermato il ministro - le imprese e il sindacato si impegneranno a ristrutturare e rilanciare il settore, pur in questo periodo di difficoltà”. Eni ha confermato l’interesse per la chimica - si legge nella nota del Ministero - definendo un quadro di riorganizzazione e investimenti per garantire l’equilibrio finanziario di lungo periodo e stabilizzare il quadro occupazionale. Eni ha poi illustrato le linee del proprio Piano per la chimica che prevede interventi per 700 milioni di euro nel periodo 2009-2012. Sono stati inoltre illustrati i principali interventi di riorganizzazione necessari per far fronte alla grave situazione di crisi in cui versa la chimica italiana ed europea ed in particolare all’ emergenza venutasi a creare in seguito all’istanza di amministrazione straordinaria presentata dalla società Vinyls. Sulla Vinyls, che interessa Marghera e Porto Torres, Scajola ha comunicato che "domani il Tribunale di Venezia dovrebbe nominare, su indicazione del Ministero, un commissario giudiziale con il compito di consentire nell’immediato il mantenimento dell’attività degli impianti e individuare rapidamente una soluzione industriale in grado di garantire la continuità aziendale". Nel corso dell’incontro, particolare attenzione è stata posta alle prospettive occupazionali, assolutamente da salvaguardare e, a tale proposito, il ministro ha dato atto al sindacato di aver dimostrato grande senso di responsabilità e ha annunciato di voler proseguire anche con le forze sociali e con gli enti territoriali l’esame delle diverse ipotesi di riorganizzazione del settore dando attuazione agli altri punti per il rilancio del settore definiti nel Tavolo nazionale della Chimica del 22 aprile scorso che di seguito indichiamo: 1. attivare tavoli territoriali per accelerare l’attuazione degli accordi di programma già in essere (in particolare Priolo, Sardegna e Porto Marghera) e per varare nuovi accordi alcuni dei quali già in via di definizione; 2. sottoporre alla Conferenza Stato-Regioni il decreto per l’individuazione dei 26 siti prioritari nel piano nazionale di bonifica e reindustrializzazione e portare al CIPE i primi 3-4 progetti immediatamente cantierabili; 3. aumentare le risorse del bando “Nuove Tecnologie per il Made in Italy” con fondi europei Pon (Programmi Operativi Nazionali) e Fas (Fondo Aree Sottoutilizate) per finanziare l’innovazione tecnologica del settore chimico; 4. accelerare l’adeguamento ambientale delle imprese chimiche al Regolamento Europeo Reach, con l’apertura di uno sportello ad hoc dotato di 120 milioni di euro; 5. istituire un gruppo di lavoro per monitorare il recepimento delle disposizioni comunitarie finalizzate alla semplificazione delle procedure amministrative; 6. varare interventi per ridurre il costo dell’energia per le imprese chimiche.

IMPRESAMIA.IT-CRISI - Senato: in grave pericolo il lavoro a Lecce


Chiesti provvedimenti urgenti per salvare il settore tessile-abbigliamento-calzaturiero e l'edilizia
Non si contano più le aziende chiuse e i lavoratori disoccupati e senza ammortizzatori sociali. Proprio per mettere in luce la disastosa situazione della provincia dl Lecce, lo scorso mercoledì 17 giugno, i senatori del Pdl Giorgio Costa (nella foto), Cosimo Gallo e Simonetta Licastro Scandrino, utilizzando lo strumento dell'interrogazione con richiesta di risposta scritta, hanno chiesto ai ministri dell'Economia e delle finanze, Giulio Tremonti, e dello Sviluppo economico, Claudio Scajola, di prendere iniziative concrete a soccorso dei lavoratori e degli imprenditori leccesi.L'interrogazione ha per oggetto la crisi del settore tessile-abbigliamento-calzaturiero (TAC) che si sta facendo sentire in tutta la sua portata, soprattutto nel Mezzogiorno e particolarmente in Puglia, dove ormai non si contano più le aziende chiuse e gli operai senza lavoro. La crisi internazionale in atto e il brusco calo del clima economico stanno determinando forti diminuzioni sul fronte della produzione industriale in percentuali mai registrate dall'inizio del secolo scorso e, rispetto all'anno 2007, nel 2008 è stato fatto maggiore ricorso agli strumenti degli ammortizzatori sociali per un totale di un milione di ore in più, con un incremento pari al 28%.I senatori interroganti focalizzano l'attenzione nella provincia di Lecce particolarmente colpita dalla crisi del settore tessile-abbigliamento-calzaturiero , facendo presente che nel metalmeccanico i lavoratori interessati alla cassa integrazione guadagni o dagli ammortizzatori sociali sono 2.500, mentre nel TAC arrivano a 5.000 unità. Non solo, anche nell'edilizia, se non si attua al più presto il piano casa del Governo e se non si procede ad emanare bandi, e se non si avviano subito i relativi cantieri, per una serie di opere quali la strada statale 275 (Maglie-Leuca), la Bradanico Salentina e la regionale 8, le conseguenze saranno, ad avviso degli interroganti, disastrose.Il partenariato socio-economico della provincia di Lecce auspica l'urgente adozione di accorgimenti e provvedimenti ritenuti indispensabili a fronteggiare la crisi che attanaglia il territorio con l'unico obiettivo di superarla, quali misure anticicliche (consistenti nella messa a bando, nel finanziamento e nella cantierizzazione di tutte le opere infrastrutturali sul territorio leccese) e misure in favore delle aziende (consistenti nella defiscalizzazione degli oneri sociali, la riduzione dei tempi di pagamento della Pubblica amministrazione, la sospensione delle azioni esecutive da parte di Equitalia, la revisione del regime di Basilea 2, le operazioni di consolidamento dei debiti a breve, il mantenimento delle linee di fido attuali e l'utilizzo dei confidi e l'accesso al Fondo centrale di garanzia assicurando la ponderazione zero).Quindi i senatori Giorgio Costa, Cosimo Gallo e Simonetta Licastro Scandrino chiedono ai due ministri Tremonti e Scajola di sapere se non si ritenga opportuno intervenire con urgenza avviando immediatamente i provvedimenti ed i cantieri di cui sopra, che da soli basterebbero ad alleviare lo stato di disagio.