martedì 8 settembre 2009

IMPRESAMIA.IT-AUTO - In crisi il comparto aziendale


Fise: rendiamo l'Iva detraibile per intero, anche se per un tempo limitato
Il comparto delle auto aziendali è in crisi: occorrono nuove misure di sostegno al settore. Lo indica una nota della Fise (Federazione delle Imprese di Servizi), diramata a proposito di un notevole calo nelle immatricolazioni delle auto acquistate in leasing, o noleggiate, dalle imprese. Secondo la Fise a fronte di una fase positiva che stanno attraversando le vendite di auto nella loro globalità (ad agosto le immatricolazioni sono state più di 84 mila, segnando una variazione positiva dell'8,54 per cento su base annua), si è riscontrato un calo nelle immatricolazioni di veicoli aziendali.I dati dello scorso mese, in questo senso, indicano una riduzione su base annua del 36,07 per cento nelle vetture acquistate in proprietà o in leasing dalle aziende nazionali (10.861 unità) e una riduzione del 33,86 per cento per le vetture acquistate ad uso noleggio (6070 unità).Complessivamente, dall'inizio del 2009 le immatricolazioni di vetture aziendali nel loro complesso (proprietà, leasing e noleggio) sono calate di 151 mila unità. Il calo di presenze sul mercato dell'auto, rispetto ai primi mesi del 2008, è stato del 10 per cento circa (dal 31 per cento del 2008 al 21,4 del periodo gennaio - agosto di quest'anno).A questo proposito, la Federazione delle Imprese di Servizi fa sapere come sia necessario includere anche le auto aziendali negli eventuali programmi di sostegno al mercato dell'auto per il 2010, considerata la rilevanza nel contesto economico - produttivo del comparto delle vetture in uso dalle aziende e le entrate per l'Erario.Quali potrebbero essere le misure per aiutare il settore delle auto aziendali a uscire dalla crisi? Secondo la Fise si potrebbe estendere il decreto finanziario Tremonti - Ter anche a questo comparto. Inoltre, rendendo l'Iva detraibile per un periodo di tempo limitato ma significativo, si arriverebbe a un impulso della domanda.

IMPRESAMIA.IT-FAO - Pesca: 91 Paesi firmano accordo per bloccare quella illegale


L'accordo dovrà essere ratificato da ogni nazione e avrà effetto dopo la firma di almeno 25 Paesi
Novantuno paesi hanno sottoscritto un accordo per bloccare i pescherecci coinvolti nella pesca illegale, al fine di impedire l'ingresso di pesce ''irregolare'' nel mercato mondiale. Lo ha riferito l'Onu in un comunicato. L'Agenzia delle Nazioni Unite per l'Alimentazione e l'Agricoltura (Fao) ha accolto con entusiasmo il trattato definendolo ''il primo patto globale incentrato sul problema''.Le nuove misure, a cui dovranno attenersi i pescherecci, comprendono per prima cosa che le imbarcazioni facciano richiesta di un permesso per l'ingresso nei porti stranieri, che le autorità siano informate del carico di pesce e che le navi dei Paesi firmatari siano pronte a sottoporsi a regolari ispezioni.Lo statuto sarà esaminato dal Consiglio della Fao entro la fine del mese e passerà a novembre alla Conferenza della Fao per la formale adozione. L'accordo dovrà essere ratificato da ogni nazione e comincerà ad avere effetto dopo la firma di almeno 25 paesi.

IMPRESAMIA.IT-EVENTO - Tecnologie: la differenza tra sopravvivere, vivere e fare business


Giovedì 17 Settembre dalle ore 09:00 alle 12:30 presso Sede Quadrifor
Nell'attuale contesto di crisi economica, l'efficienza e la competitività di ogni azienda stanno diventando le vere carte vincenti per restare sul mercato. Questo è tanto più vero quanto minori sono le dimensioni aziendali, in cui il differenziale si gioca sulla capacità di ottimizzare i processi interni e sulle modalità di porsi verso l'esterno.Le tecnologie, intese come innovazione dei processi, sono la chiave di volta: solo attraverso un loro sapiente utilizzo sarà possibile entrare in una nuova ottica di "fare azienda", il cui cardine è ripensare la propria organizzazione attraverso le nuove logiche portate dall'Innovazione.L'ICT è allora il fulcro di questa silenziosa e inevitabile rivoluzione, che parte dal basso, da ogni singola piccola azienda. E questo è anche il contributo specifico che vogliamo dare: spiegarne il valore e favorire concretamente il contatto fra le Pmi e le soluzioni tecnologiche più adatte al loro contesto, per stimolare quel rinnovamento ormai indispensabile ad una vera ripresa del nostro Sistema economico.L'evento si svolgerà giovedì 17 Settembre dalle ore 09:00 alle 12:30 presso Sede Quadrifor, Sala Michelangelo, Via Cristoforo Colombo 137.Per iscrizione:http://www.assintel.it/eventi/749.jsp

IMPRESAMIA.IT-PMI - Boom finanziamenti da fondo Mise pari a +67%


Altre 600 domande accolte nella seduta di gioedì scorso
E' proseguito anche in agosto il boom del Fondo di Garanzia per il credito alle piccole e medie imprese con 12.882 domande accolte nei primi otto mesi, il 54% in più rispetto al 2008. Lo rende noto il Ministero per lo Svluppo economico, specificando che il volume di finanziamenti attivati con la garanzia del Fondo è pari a 2,2 miliardi (+67% rispetto al 2008) per un importo garantito di 1,2 miliardi (+81% rispetto al 2008). L'incremento sta proseguendo anche in settembre: nella sola seduta di giovedì 2 settembre sono state accolte 600 domande e altre 600 si prevede saranno accolte giovedì prossimo 10 settembre.''Il Fondo di Garanzia - ha dichiarato il ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola (nella foto) - si conferma uno strumento importante per assicurare il credito al sistema delle piccole e medie imprese. Abbiamo esteso l'operatività del Fondo anche all'artigianato e abbiamo accelerato al massimo le procedure per ottenere le garanzie, procedure che impiegano mediamente dieci giorni per essere completate. Le risorse per le garanzie, pari a 1,6 miliardi da qui al 2012, sono ampiamente sufficienti ad assicurare la copertura a tutte le imprese che ne facciano richiesta ed abbiano i requisiti per ottenerle''.

IMPRESAMIA.IT-EVENTO - TesiCamp mette in relazione aziende e studenti


Si svolgerà venerdì a Milano ma è già iniziato on line sul blog www.tesicamp.org
Il prossimo venerdì 9 ottobre presso Palazzo dei Giureconsulti, Milano, si svolgerà TesiCamp, un evento unico nel suo genere: per la prima volta neolaureati e laureandi avranno l'opportunità di presentare i propri lavori a un pubblico selezionato di aziende in cerca di nuove idee e talenti.Sponsor e promotori dell'iniziativa sono la Camera di Commercio e la Provincia di Milano che tramite il Forum Net Economy offrono il supporto economico e organizzativo. La testata Corriere.it, versione online del Corriere della Sera, è media partner dell’iniziativa insieme a Infoservi.it, blog leader di tecnologia, innovazione e cultura digitale. L'evento ha il patrocinio di due istituzioni accademiche: l’Alta scuola in media comunicazione e spettacolo dell’Università Cattolica di Milano e la Scuola di Media design e arti multimediali di Naba - Nuova accademia di belle arti di Milano.Nel corso del TesiCamp verranno anche presentati in anteprima i risultati della nuova ricerca "Status Update" sul life-streaming nei media sociali, condotta dagli studenti del Social Media Lab dello Iulm. La ricerca esplora i vari modi in cui l'aggiornamento del proprio status nei social network come Twitter e Facebook sia utilizzato come strumento per costruire relazioni, condividere la vita in tempo reale ma soprattutto creare un nuovo ambiente comunicativo costantemente attivo e immersivo. Maggiori dettagli verranno divulgati nel corso della conferenza stampa.L’evento è già iniziato online attraverso il blog http://www.tesicamp.org/, dove saranno pubblicati anche tutti gli aggiornamenti e le istruzioni pratiche. Per ulteriori informazioni e la conferma della presenza alla conferenza stampa si può contattare lo staff di TesiCamp all'indirizzo tesicamp@tesicamp.org (Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo).

IMPRESAMIA.IT-COMPETITIVITA' - Italia in recupero ma fanalino di coda G7


La Svizzera rappresenta la più competitiva economia del mondo
L'Italia risale di un gradino la classifica della competitivita' mondiale, anche se resta fanalino di coda del G7. E' quanto emerge dalla classifica annuale del World Economic Forum che pone il paese in 48esima posizione dalla 49esima dello scorso anno, molto indietro comunque rispetto ai suoi partner più industrializzati, come la Francia, al 16esimo posto, la Germania, al settimo, e gli Usa al secondo posto. La novità del rapporto quest'anno è che gli Stati Uniti sono stati, dopo molti anni, scalzati dal trono dalla Svizzera, a tutti gli effetti ora la più competitiva economia del mondo. Al terzo posto in classifica, superando Danimarca e Svezia, si è invece piazzata Singapore (quinta lo scorso anno) come la più competitiva economia asiatica. Per quanto riguarda l'Italia, in recupero ma sempre in coda al G7 - fa notare il rapporto del Forum di esperti che organizzano Davos - il paese eccelle nella "business sophistication", ovvero nella efficienza di produzione di beni e servizi, e nella forte presenza dei distretti industriali (per cui si colloca al terzo posto), restano ancora i punti deboli "strutturali" di sempre di una eccessiva burocrazia, di un mercato del lavoro "tra i piu' rigidi del mondo", e di finanze pubbliche poco sane "con livelli estremamente alti di indebitamento".

IMPRESAMIA.IT-BANKITALIA - Abuso di potere e conflitto di interesse per Arbitro Bancario Finanziario


CONF.AS (Confederazione delle Associazioni): la denuncia del segretario Giovanni Pecoraro
Il segretario della Confederazione delle Associazioni ha inviato al ministro della Giustizia, Angelino Alfano, al ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, al ministro della Funzione Pubblica, Renato Brunetta, al Presidente della Corte dei Conti, Tullio Lazzaro e al Presidente dell'Antitrust, Antonio Catricalà, una lettera aperta che pubblichiamo quì di seguito.Organi di stampa hanno annunciato che La Banca d'Italia, ha designato i tre componenti effettivi, tra cui il presidente, e i tre componenti supplenti dei collegi di Milano, Roma e Napoli in cui si articola l'organo decidente dell'Arbitro Bancario Finanziario (ABF), il nuovo sistema di risoluzione stragiudiziale delle controversie in materia bancaria e finanziaria. Premesso : * che, l'aver "designato" i tre componenti fa venir meno il principio della imparzialità e neutralità dell'arbitro stabilito dalla Legge 69/2009, * che, a questi designati vanno ad aggiungersi gli altri arbitri "designati dagli intermediari finanziari" che, a loro volta compongono il direttivo che controllano l'operato del Governatore della Banca d'Italia; * che, anche il nominativo espressione delle associazioni di consumatori (in minoranza nel collegio arbitrale) è privo del requisito d'imparzialità e neutralità * che, le statuizioni del lodo sono vincolanti per i cittadini, i quali, molto spesso per necessità sono costretti a firmare veri e propri contratti bancari, senza conoscere il significato della clausola compromissoria, * che, se, la clausola compromissoria autorizza gli arbitri a decidere secondo equità il lodo non è impugnabile * che, la devoluzione in arbitrato, anche non rituale, di una controversia non preclude il ricorso alla tutela cautelare a norma dell'articolo 669-quinquies del codice di procedura civile, * che, non è dato sapere a chi compete il pagamento dei compensi agli arbitri designati e l'importo dei compensi da corrispondere. Tanto premessso la Conf.As- in persona del suo presidente Giovanni Pecoraro- a tutela anche delle varie associazioni aderenti ( tra queste: Federconsumatori-Confas, ANREC, Federinquilini ecc), presenta DENUNCIA, affinchè si accerti se, il fatto che questo organismo arbitrale istituito dalla Banca d'Italia sia illegittimo per i seguenti motivi: * perchè non garantisce l'indipendenza e l'imparzialità degli arbitri; * perchè non disciplina in modo unitario e completo la responsabilità degli arbitri, anche tipizzando le relative fattispecie; * perchè non disciplina l'istruzione probatoria, con la previsione di adeguate forme di assistenza giudiziaria (sorveglianza del Ministero della Giustizia per lo stesso organismo) * perchè non prevede che gli arbitri possano conoscere in via incidentale delle questioni pregiudiziali non arbitrabili, salvo che per legge sia necessaria la decisione con efficacia di giudicato autonomo; * perchè, non assicura la possibilità al cliente della banca di nominare un proprio arbitro; * perchè la vessatorietà della clausola compromissoria se, inserita "motu proprio" dalle banche fra le condizioni contrattuali di qualunque tipo, danneggerebbe e di non poco la possibilità di tutela di diritti disponibili dei clienti, che potrebbero trovarsi di fronte ad un lodo arbitrale sempre favorevole per le banche, a prescindere; * perchè esistente un conflitto d'interessi e una posizione dominante palese e per la lesione delle regole sulla concorrenza dell'offerta di servizi ed amministrazione arbitrali da parte della Banca d'Italia direttamente obbligata a vigilare sul corretto comportamento delle banche piuttosto che attuare eventuali salvezze (attraverso l'arbitrato) a loro favore.

IMPRESAMIA.IT-INCENDI - In Italia due terzi dei boschi sono proprietà degli agricoltori


Confagricoltura: forte preoccupazione per la situazione della Liguria
Gli agricoltori sono fortemente preoccupati per l’emergenza incendi boschivi in numerose regioni italiane. Soprattutto, in queste ore, in Liguria, con focolai nelle immediate vicinanze di Genova (dove sono bruciati 300 ettari di macchia mediterranea e pascoli), sul Golfo del Tigullio e nell’area boschiva delle Cinque Terre. La Liguria, dopo la Toscana, è la Regione dove si sono contati più incendi nel periodo 1 gennaio – 13 agosto 2009 (226). Ma la Liguria è anche la regione con la maggiore diffusione della proprietà privata dei boschi (l’82,3% di essi sono di proprietà privata), seguita da Emilia Romagna (82%) e Toscana (80%), mentre in Trentino c’è la maggiore incidenza della proprietà pubblica (72.2%).Confagricoltura ricorda che quasi i due terzi dei boschi italiani sono privati, soprattutto degli agricoltori, che assolvono con continuità a precisi compiti di manutenzione, pulizia e selvicoltura; spesso insufficienti di fronte al dolo. La gran parte degli incendi interessa proprio le superfici boschive private (ma anche pascoli, allevamenti, strutture) con ripercussioni sui redditi e danni, spesso irrecuperabili, all’agro-ecosistema, che penalizzano tutta la collettività. Nonostante queste ore infuocate, nell’anno in corso gli incendi sono diminuiti. Fino alla vigilia di ferragosto, nel nostro Paese – informa Confagricoltura, sulla base dei dati del Corpo Forestale - si sono verificati complessivamente 1.809 incendi boschivi, che hanno percorso 8.930 ettari (con un calo del 40% rispetto al 2008). Diminuisce del 70% la superficie boscata andata in fumo rispetto a quella dello stesso periodo dell’anno precedente e dell’80% quella non boscata.

IMPRESAMIA.IT-UE - Nel 2010 versione pilota di un indice ambientale globale


Lo strumento del Pil non può misurare l'economia del mondo che cambia
Misurare il progresso in un mondo in cambiamento è il tema della comunicazione della Commissione europea: le azioni proposte mirano a migliorare la misurazione del progresso integrando lo strumento di misura dell’attività economica attualmente più conosciuto, ossia il prodotto interno lordo (Pil). Nel quadro degli sforzi verso un’economia a bassa emissione di carbonio e a utilizzazione efficiente delle risorse, nel 2010 la Commissione presenterà una versione pilota di un indice ambientale globale. Il sistema statistico europeo includerà la contabilità ambientale come norma nelle statistiche macroeconomiche.Stavros Dimas, commissario europeo per l’Ambiente (nella foto), ha dichiarato: ”Per far fronte alle sfide del XXI secolo abbiamo bisogno di politiche più integrate e più trasparenti. Per poter elaborare queste politiche abbiamo bisogno di valutare meglio dove siamo, dove vogliamo andare e come possiamo arrivarci. Per cambiare il mondo, dobbiamo cambiare la nostra maniera di concepirlo e per questo bisogna andare oltre il Pil.”La Commissione propone misure per integrare il prodotto interno lordo (Pil), al fine di orientare le nostre politiche verso una crescita "verde" e verso una società inclusiva, a bassa emissione di carbonio ed efficiente nell’uso delle risorse. Le azioni proposte nella comunicazione rappresentano il seguito pratico della conferenza "Beyond GDP" (al di là del Pil) tenutasi nel novembre 2007. Il Pil viene utilizzato per elaborare previsioni economiche e permette confronti nel tempo e tra Paesi e non è stato concepito per essere uno strumento di misura del benessere. Non tiene conto di talune questioni di importanza vitale per la qualità della nostra vita, quali un ambiente sano, la coesione sociale o la misura della felicità individuale. Non si tratta di un indicatore sufficiente per attuare politiche moderne, che consentano di perseguire obiettivi sociali e ambientali. Questo aspetto è ancora più problematico se il Pil viene considerato la sola misura del progresso. La comunicazione illustra cinque azioni che rappresentano il prossimo passo pratico per andare al di là del Pil: nel 2010 verrà presentata una versione pilota di un indice ambientale che consentirà di valutare il progresso compiuto nei principali settori della politica e della tutela ambientali. L’indice includerà aspetti quali le emissioni di gas serra, il deterioramento del paesaggio naturale, l’inquinamento atmosferico, l’utilizzo dell’acqua e la produzione di rifiuti; la Commissione intensificherà gli sforzi miranti a produrre più rapidamente i dati ambientali e sociali. Attualmente i dati sono spesso pubblicati a distanza di due o tre anni, mentre i dati economici essenziali sono diffusi entro poche settimane. L’obiettivo della Commissione è sviluppare informazioni a sostegno delle decisioni politiche quasi in tempo reale; relazioni più accurate su distribuzione e diseguaglianze consentiranno una migliore definizione delle politiche in materia di coesione sociale ed economica; la Commissione svilupperà una tabella europea di valutazione dello sviluppo sostenibile per permettere di determinare le tendenze ambientali e il benchmarking delle migliori pratiche. La tabella di valutazione sarà basata su un insieme già esistente di indicatori dello sviluppo sostenibile; la Commissione lavora all'integrazione del Pil e dei conti nazionali, che presentano la produzione, il reddito e la spesa nell'economia, con una contabilità ambientale e sociale.

IMPRESAMIA.IT-EVENTI- Festa del marrone e dei frutti dimenticati


Sulle colline ravennati due appuntamenti per la valorizzazione di alberi da frutto abbandonati
A Casola Valsenio, che si fregia del titolo di "Paese delle Erbe e dei Frutti Dimenticati", le antiche tradizioni contadine locali di coltivazione delle piante si esprimono anche nella salvaguardia di alberi da frutto di varietà uscite di produzione, vive solo nei ricordi degli anziani. A questi frutti dimenticati la città dedica un doppio originale appuntamento autunnale: la Festa del Marrone, 10 e 11 ottobre, farà da gustoso antipasto alla Festa dei Frutti Dimenticati, giunta alla 18esima edizione, prevista per il 17 e 18 ottobre.Piante spontanee o coltivate negli orti e nei frutteti di casa per il consumo domestico fin dal tardo Medioevo, i frutti dimenticati sono perlopiù caratteristici della stagione autunnale e rappresentavano una preziosa scorta di cibo da conservare con cura per l'inverno. Salvati dall'estinzione e recuperati per la gioia di chi li ha conosciuti nel passato e di chi li vede per la prima volta, sono frutti profumati, dai colori caldi e dai nomi spesso originali: giuggiole, pere spadone, corniole, nespole, mele cotogne, corbezzoli, azzeruole, sorbe, pere volpine, uva spina, senza dimenticare noci, nocciole, melagrane e i marroni. La ripresa d’interesse verso i frutti di un tempo è rivolta anche al recupero di antichi metodi di conservazione, lavorazione e consumo alimentare. Per questo nel corso della Festa dei frutti dimenticati si svolge un concorso di marmellate e uno di liquori mentre i ristoranti della zona propongono per tutto l’autunno la “Cucina ai frutti dimenticati”. Si tratta di piatti che utilizzano i prodotti tradizionali del territorio sia secondo la consuetudine sia in modo moderno, proponendo una cucina gradevole, naturale e dal forte potere evocativo. Fra le ricette a base di questi frutti ricordiamo: la salsa di rovo e di gelso, le composte di corniole e di cotogne, la torta di mele selvatiche e i dessert con pere volpine, castagne, l'alkermes, il vino e il formaggio. Un gruppo di frutti dimenticati serve per preparare un antico piatto tipico, il "migliaccio", che richiede mele cotogne, pere volpine, mele gialle, cioccolato, pane, raffermo grattugiato, canditi, riso e sangue di maiale in aggiunta. A Casola Valsenio, infine, i frutti dimenticati trovano un grande aiuto gastronomico nel locale Giardino Officinale, e danno vita a piatti straordinari come le insalate di sedano, ribes bianco e rosso in agrodolce, o di finocchio selvatico con tarassaco, cerfoglio e salsa di melograno, completate dall'olio extravergine Brisighello. Nei menù compaiono i risotti di pere volpine, l'arrosto di arista con castagne e lamponi o il rotolo di vitello al melograno, la crostata di marmellata di sorbe, le prugnole ripiene di noci e zabaione, il sorbetto alle corniole.Fra questi frutti dimenticati, merita un accenno particolare il marrone al quale Casola Valsenio dedica un appuntamento specifico il fine settimana precedente la “Festa dei Frutti dimenticati”. Giunta alla quinta edizione, la “Festa del Marrone” (10 e 11 ottobre) propone bancarelle allestite dai produttori, conferenze tematiche sulla certificazione I.G.P., animazioni a tema agreste e assaggi delle eccellenze gastronomiche casolane preparate utilizzando questo prodotto: cotto nell’acqua con l’alloro (balòc), oppure arrostito sulla fiamma (brusé) o cotto nel forno della stufa a legna (spasmé) dopo averli “castrati”, cioè praticato un piccolo taglio. Con le castagne secche si prepara una minestra, mentre la farina di castagne è la base per la polenta da mangiare con formaggio fresco e per il dolce castagnaccio. Tra i dolci si ricordano anche i ravioli, detti topini, preparati con la polpa di marrone arrostiti. Il marrone di Casola Valsenio è particolarmente apprezzato per il consumo fresco e per la preparazione dei marron-glace. Per promuovere e conoscere al meglio il marrone casolano esiste la “Strada dei Castagneti”: un itinerario che vuole proporsi come occasione per entrare in contatto – in ottobre come negli altri periodi dell’anno – con il mondo dei castagneti e con le aziende agricole (in totale sono circa 80 con oltre 450 ettari coltivati a castagneto da frutto tra le valli dei fiumi Senio, Lamone e Sintria) che dedicano impegno, passione e fatica per mantenere vivo l’interesse per questo tipico prodotto dell’Appennino. Info. per il pubblico: Pro Loco Casola Valsenio tel. 0546 73033; http://www.terredifaenza.it/

IMPRESAMIA.IT-LAVORO - Micro e piccole aziende assumono


Fa eccezione la Lombardia dove la situazione è capovolta ed è la grande industria che assume
Anche se alle prese con la crisi, le imprese cercano oltre 524mila lavoratori e i più richiesti sono commessi, addetti alle pulizie, contabili, muratori e camerieri: almeno secondo una ricerca sul fabbisogno occupazionele elaborata dall'Ufficio Studi della Cgia di Mestre. Il 28,6% di questo abbondante mezzo milione di nuovi posti di lavoro troverà un'occupazione nel Nord Ovest del Paese, il 28,3% al Sud, il 23,2% nel Nord Est e il 20% al Centro. In termini dimensionali, invece, sono le piccole imprese a fare la parte del leone. Nel 62% dei casi, infatti, sono proprio le realtà produttive con meno di 50 addetti ad aver dichiarato che nel 2009 faranno ricorso a nuove assunzioni. "Nonostante la difficoltà economica e l'aumento della disoccupazione - ha precisato Giuseppe Bortolussi segretario della Cgia di Mestre (nella foto) - il ruolo delle piccole imprese nel contrastare la crisi continua ad essere determinante anche al Sud". Infatti, se analizziamo la classifica regionale sono le piccole e micro aziende la principale fonte di occupazione. E al primo posto troviamo il Trentino Alto Adige dove addirittura l'81,6% delle nuove assunzioni verrà assorbito nelle realtà produttive che contano fino a 49 dipendenti. Seguono la Basilicata (80,9%), la Calabria (79,4%), il Molise (77,8%), la Puglia (75,8%) e l'Abruzzo (74,7%). "Al Sud - ha aggiunto Bortolussi - sono le piccole imprese a farsi carico del maggior numero di nuove assunzioni. Mentre al Nord piccole e grandi realta' produttive si spartiscono le assunzioni pressoché a pari merito con un primato più o meno marcato per la piccola azienda. Ad eccezione della Lombardia dove la situazione è capovolta ed è la grande industria a farla da padrona attestandosi al 53,1% delle nuove assunzioni". Ma a rendere ancor più interessante l'indagine condotta dagli esperti della Cgia è l'approfondimento del tema occupazionale per macro area. Si scopre così che mentre al Nord e al Centro sono i commessi e gli addetti alle pulizie a guidare la classifica delle figure più richieste, al Sud sono i muratori a condurre le fila, seguiti da commessi e da conducenti di mezzi pesanti e camion. Per quanto riguarda la terza posizione il Nord si differenzia: nel Nord Ovest vengono piu' richiesti i contabili, mentre nel Nord Est i camerieri come avviene al Centro. Inoltre, sono richiesti nel Nord Ovest gli occupati del settore alberghi e ristoranti, nel Nord Est e al Centro i contabili mentre al Sud servono manovali e personale non qualificato dell'edilizia seguiti dagli addetti alle pulizie.

IMPRESAMIA.IT-FOCUS - Da Cernobbio l'invito a fare fronte comune


Urso: speriamo che tutti raccolgano l'invito e anche la Cgil superi le posizioni ideologiche
Contro la crisi serve un progetto-Paese: ecco in sintesi l'invito lanciato a Cernobbio in occasione della giornata conclusiva del Workshop Ambrosetti dalla presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia (nella foto), per evitare il ripetersi del cosiddetto autunno caldo. che aggraverebbe la già difficile situazione economica. "L'importante, in un momento difficile come questo - ha affermato Marcegaglia - è mettere insieme tutte le forze: per farlo, bisogna che tutti siano disponibili. Da parte nostra la disponibilità c'è. Attendiamo di capire se c'è anche da parte della Cgil". Guglielmo Epifani, segretario della Cgil, ha risposto che "conviene a tutti affrontare la crisi più uniti" anche se "abbiamo un tema che ci divide, cioè il modello contrattuale: noi abbiamo avanzato delle critiche. Abbiamo un interesse comune, tra noi e le imprese - ha sottolineato Epifani - a chiedere che non si licenzino i lavoratori, non si chiudano le aziende, che ci sia meno fisco sulle buste paga dei lavoratori". Di fronte a questo tentativo di avvicinamento, Adolfo Urso, vice ministro allo sviluppo economico con delega al Commercio Estero ha esortato "tutti" a raccogliere l'invito della presidente di Confindustria, auspicandosi che " anche la Cgil superi le posizioni ideologiche. Sarà un autunno difficile - ha commentato il vice ministro - ma se lavoriamo insieme si potrà superare la tempesta e creare le premesse della ripresa. La pace sociale serve - ha concluso Urso - a garantire gli interessi generali, a tutelare il bene comune e soprattutto i piu' deboli ma anche a fare le riforme necessarie''. Dal canto suo il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, ha invitato a non avere "nessuna paura per il periodo che abbiamo davanti - ha spiegato - per gli ammortizzatori sociali ci sono fondi oltre l'immaginabile".A Cernobbio, Marcegaglia ha anche avanzato la proposta dei fondi settoriali finalizzati a favorire la capitalizzazione delle imprese perché "non è un'idea chiusa - ha detto - ma vuole essere uno stimolo di riflessione. L'esperimento è gia' stato fatto negli anni Settanta - ha poi spiegato - e si tratta di una sorta di società consortili che sottoscrivono azioni e obbligazioni di aziende che poi le stesse aziende possono ricomprare dopo 3 anni. Se fatto bene - ha concluso - può dare una risposta concreta alle esigenze di ricapitalizzazione e di consolidamento delle imprese italiane''. Inoltre, per la presidente di Confindustria è molto importante che venga concretamente concessa dalle banche la moratoria alle piccole e medie imprese sulla restituzione dei crediti.

IMPRESAMIA.IT-TURISMO - Bocca: in ripresa ma non siamo usciti dal tunnel


Primi segnali di ripresa per il comparto alberghiero dopo sette mesi in calo
Con un aumento del 2,3% dei pernottamenti di turisti italiani e stranieri registrati nel mese di agosto, il comparto alberghiero, dopo sette mesi di dati negativi ( da gennaio ad agosto -5,1%) ha registrato "un primo timido segnale di ripresa, che tuttavia non ci può far dire di essere usciti dal tunnel''. Lo ha detto il presidente di Federalberghi-Confturismo, Bernabò Bocca (nella foto), commentando i risultati di una indagine svolta dalla Federazione dall'1 al 6 settembre, intervistando con metodologia internet, 880 imprese ricettive, equamente distribuite sull'intero territorio nazionale e rappresentative per classificazione di stelle. "I dati consolidati da gennaio ad agosto - ha spiegato Bocca - registrano un eloquente -5,1% di presenze alberghiere tra italiani e stranieri e, cosa ancor più grave, un -5,1% di lavoratori occupati, che ha comportato e continuerà a comportare per i prossimi mesi squilibri nel livello qualitativo delle imprese ricettive, vessate peraltro da una drastica riduzione dei fatturati. Pur non avendo ancora i dati scomposti - ha poi aggiunto - sappiamo per certo che il merito della crescita di presenze è determinato dalla clientela italiana, che ha concentrato quest'anno più che mai le ferie nel mese di agosto, scegliendo soprattutto l'Italia". Tuttavia nel mese di agosto il numero di lavoratori occupati ha avuto un calo del 2,4%: un trend negativo che ha visto a gennaio un -7% di presenze (e il -4,5% di lavoratori occupati), a febbraio -10% di presenze (e il -6% di lavoratori occupati), a marzo -14,6% di presenze (e il -8,6% di lavoratori occupati), ad aprile -3% di presenze (e il -6,5% di lavoratori occupati), a maggio -7% di presenze (e il -2% di lavoratori occupati), a giugno -10,6% di presenze (e il -5,8% di lavoratori occupati) e a luglio -3,4% di presenze (e il -5,2% di lavoratori occupati). Quindi, un calo delle presenze alberghiere (italiani e stranieri) da gennaio ad agosto del 5,1% e un calo dell'occupazione sempre da gennaio ad agosto del 5,1% (di cui -4,5% lavoratori a tempo indeterminato e -6,1% lavoratori a tempo determinato). "A questo punto - ha concluso Bocca- è indispensabile un atto di coraggio politico che porti l'Esecutivo a prendere seriamente in esame un allineamento dell'Iva ai livelli di Francia e Spagna (rispettivamente al 5,5% ed al 7%) e, per frenare l'emorragia di lavoratori, occorre almeno l'estensione del cuneo fiscale per i lavoratori a tempo determinato, affiancato da ulteriori misure volte a ridurre il costo del lavoro in generale".

IMPRESAMIA.IT-IL CASO - Costa meno il pane sloveno e gli italiani chiudono


I prodotti costano meno ma tassazione, manodopera e grano incidono di meno
Senza adeguamento normativo, nella Ue non c'è concorrenza ad armi pari e così dal confine con la Slovenia fino a Trieste, Gorizia e Udine il pane più venduto - al prezzo di un euro, e talvolta anche meno - è quello dei panificatori sloveni che hanno scoperto in Italia un buon mercato. Inevitabili e pesanti le ripercussioni con un calo del 40% delle aziende italiane di panificazione e una diminuzione del numero degli addetti da 550 a 400 circa. E' bene ricordare che la Slovenia fa parte della Ue dal 1° maggio 2004 e il 1° gennaio 2007 è diventata il primo stato dell'Europa Orientale ad adottare l'euro. "Se noi se vendessimo a un euro al chilo non copriremmo nemmeno le spese di produzione - ha affermato Edvino Jerian, presidente dell'associazione panificatori di Trieste e per molti anni presidente anche della Federazione italiana di categoria - Tra i due versanti del confine esistono dimensioni economiche differenti - ha poi spiegato - che già il confronto tra i Pil pro-capite possono testimoniare: nel 2006 era di quasi 31,7 mila dollari in Italia e di 18.6 mila dollari in Slovenia. Questo significa che la tassazione, la manodopera e la materia prima, cioè il grano, incidono in misura estremamente diversa sul costo finale del prodotto. Noi - ha aggiunto - per tasse e tributi locali, versiamo circa il 60% del fatturato, mentre in Slovenia esistono agevolazioni fiscali straordinarie, soprattutto per le nuove imprese. Lo stesso costo della distribuzione in carico ai nostri competitori, dal camion al suo autista, sarà evidentemente più basso. Non esiste - ha concluso Jerian - una concorrenza ad armi pari: questa è e sarà l'Europa, finché non subentrerà un adeguamento normativo".Nelle settimane scorse il problema ha conquistato spazio su Il Piccolo, quotidiano di Trieste: "I loro camioncini, imbottiti di panini, rosette e sfilatini ancora caldi - ha scritto Piero Rauber - si mettono in marcia ogni santa mattina quando il sole se ne sta ancora sotto l'orizzonte. Un pugno di minuti e sono a Trieste. Senza traffico, a quell'ora, con l'autostrada come un biliardo. (...) La "calata" dei panificatori sloveni, con il loro prodotto low cost destinato ai punti vendita italiani che lo richiedono, è ormai una realtà consolidata. E non solo nella nostra provincia, ma anche nell'Isontino e persino in Friuli. Il pane diventa così un altro emblema della concorrenza d'oltreconfine per una determinata categoria: dopo il carburante per i benzinai e le sigarette per i tabaccai, ecco il pane per i panificatori. Con una differenza tutt'altro che trascurabile. Qui non siamo noi a "espatriare" per risparmiare. Perché sono proprio i nostri vicini, in molti casi, a portare la merce a destinazione". Ha scritto ancora Il Piccolo: "Aziende fornaie di Nova Gorica, Sesana e Capodistria - riferiscono alcuni operatori locali del settore - si accordano infatti singolarmente con supermercati, discount, mense aziendali, ristoranti e alimentari, financo alcune panetterie del centro. Non sono in ballo per il momento - come assicurano fonti interne alle Camere di Commercio d'oltreconfine - contratti di settore "strutturati". È la piccola impresa slovena che crede nel business transfrontaliero, in altre parole, ad andare a caccia di clienti triestini. Ai quali vengono dunque garantite forniture "all'ingrosso" più vantaggiose di quelle applicate dai "colleghi" artigiani triestini. Si parla di un euro al chilo, anche qualcosa meno, per il tipo di pane più economico allo strutto".

IMPRESAMIA.IT-DISTRETTI - Moda: nuova collaborazione Nord-Sud


Obiettivo la tutela del vero Made in Italy
Al via una nuova sinergia nel settore dell’abbigliamento tra il distretto veneto dell’abbigliamento-Verona Moda (135 aziende coinvolte) e il distretto produttivo della Filiera Moda Puglia (203 aziende promotrici), grazie al progetto “Intreccio di filiere” della Federazione dei Distretti Italiani .Il progetto è nato nel 2008 da un'esigenza del distretto veneto dell’abbigliamento, alle prese con una crisi in pieno sviluppo e dalla necessità di individuare delle alternative produttive alla delocalizzazione o alla prestazione lavorativa conto terzi di laboratori irregolari. L'idea è piaciuta alla Federazione che raggruppa le eccellenze distrettuali italiane e ha, tra i suoi obiettivi, la creazione di progettualità sinergiche tra i distretti: dopo un’analisi attenta e uno studio della situazione, l’interesse si è concentrato sui laboratori pugliesi dell’abbigliamento. In seguito la Federazione ha avviato i primi contatti - con la collaborazione di Confindustria Bari, Confartigianato Puglia, Confindustria Taranto e Confindustria Lecce e di Arti, Agenzia della Regione Puglia attiva nella diffusione della cultura dell’innovazione e negli interventi a potenziamento delle filiere produttive - per instaurare un rapporto di collaborazione tra le aziende del distretto veneto e imprese pugliesi con lo scopo di avviare una collaborazione stabile per la valorizzazione del Made in Italy. Infatti, secondo Italo Martinelli, presidente del distretto veneto dell’abbigliamento,Verona Moda, il progetto Intreccio di filiere è "un passo importante verso la tutela e soprattutto la valorizzazione del vero Made in Italy, a partire dal controllo delle merci falsamente etichettate (Made in…) e messe in vendita sui mercati internazionali” avvalendosi delle potenzialità delle imprese pugliesi. " Possiamo fare affidamento - ha commentato Mario Totaro, presidente del distretto Moda Puglia, presidente della sezione Moda di Confindustria Bari - su una lunga tradizione nella realizzazione di prodotti di qualità ai quali si sono aggiunte, negli ultimi 10 anni, aziende moderne e ben strutturate che hanno contratti di licenza con griffe internazionali o che si stanno affermando con i loro marchi. Il settore della moda - ha aggiunto - è parte di un cambiamento economico internazionale che ha modificato i nostri tradizionali punti di riferimento commerciali e produttivi". Questo è solo il primo passo perché Intreccio di filiere prevede un ulteriore modello di cooperazione tra distretti per competere su scala globale, finalizzato in particolare all’integrazione delle imprese lungo la filiera della moda, allo sviluppo di prodotti di nicchia (dispositivi di protezione individuale, prodotti per utenze speciali, abbigliamento con garanzia ecologica, ecc) e allo sviluppo di campionari di “total look” per le varie fasce di mercato (donna, uomo, bambino, sport, sicurezza, lavoro). In questo particolare ambito, sono allo studio metodi per sviluppare modelli di comarketing per la formulazione congiunta di marchi, per realizzare campagne pubblicitarie e per organizzare la distribuzione dei prodotti su scala globale, creando così un’integrazione completa di servizi. "Ora la Federazione - ha affermato Valter Taranzano, presidente della Federazione dei distretti italiani (nella foto) - si attiverà perché questo network favorisca lo scambio di informazioni e di esperienze su problemi comuni, conferendo maggiore visibilità al ruolo svolto dai distretti industriali nel sistema economico nazionale".Il progetto si avvale della partnership del Gruppo Montepaschi - che opera sul territorio attraverso la Banca Monte dei Paschi di Siena e Banca Antonveneta - il quale favorirà lo sviluppo delle imprese della filiera produttiva che si è venuta a creare secondo un programma denominato “Progetto Distretti” con l'offerta di servizi personalizzati, nell’interesse di imprese che intendono eccellere sui mercati. "Con il progetto Intreccio di filiere - ha spiegato Enzo Nicoli, responsabile Corporate del Gruppo Montepaschi - la banca si rende disponibile a diventare componente intrinseca della filiera e a vivere intensamente la logica di funzionamento del suo business".Gli imprenditori veneti e pugliesi si incontreranno martedì 15 settembre alla Campionaria della Fiera del Levante di Bari.