venerdì 26 giugno 2009

IMPRESAMIA.IT-UE - Accordo per le emissioni degli impianti industriali


Manifatturiero, energetico, agroalimentare e zootecnico i settori più interessati alla direttiva
La nuova direttiva fisserà i livelli di emissione a cui gli impianti industriali dovranno adeguarsi nei prossimi anni. Avrà, quindi, un notevole impatto su tutti i settori industriali: manifatturiero, energetico, agroalimentare, zootecnico. Nell'accordo raggiunto al Consiglio Ambiente di Lussemburgo in relazione alla proposta di direttiva sulle emissioni degli impianti industriali, sono state recepite le istanze su flessibilità ed equilibrio portate avanti dal Governo Italiano. La direttiva disciplinerà le condizioni per le autorizzazioni integrate ambientali (AIA) per le attività industriali e fisserà i livelli di emissione a cui gli impianti industriali dovranno adeguarsi nei prossimi anni.Nel corso del negoziato l’Italia, la cui delegazione era guidata dal sottosegretario Roberto Menia (nella foto), in rappresentanza del ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo, si è impegnata affinché il testo contenesse adeguati elementi di flessibilità ed equilibrio. La posizione italiana nasce dall’esigenza di proseguire, senza imporre costi insostenibili alle imprese, nel processo di adeguamento del sistema italiano alla normativa AIA che solo da un anno a questa parte il Governo Berlusconi sta finalmente facendo applicare davvero, rilasciando le Autorizzazioni agli impianti che stanno investendo per adeguarsi ai limiti di emissioni fissati per tutelare l’ambiente. Fino al settembre del 2008 infatti (quando è entrata in attività la nuova commissione per il rilascio delle autorizzazioni nominata dal ministro Prestigiacomo) erano state rilasciate solo 4 AIA (3 nel 2005 dal precedente Governo Berlusconi, 1 in due anni dalla nuova Commissione nominata dal Governo di centrosinistra). La nuova commissione ne ha già rilasciate 25 mentre altre 13 sono in corso di approvazione. Ciò significa che oggi si stanno imponendo al sistema produttivo forti investimenti ambientali. Da qui l’esigenza di flessibilità nel fissare nuovi e più restrittivi parametri per il prossimo futuro. Tra le più importanti proposte italiane accolte nel testo finale:- viene lasciata all’autorità competente sufficiente discrezionalità sui contenuti delle autorizzazioni, in quanto si potranno stabilire disposizioni che si discostino dai livelli di emissione basati sull’applicazione delle migliori tecniche disponibili in casi specifici, con riferimento alle condizioni locali e tecnico-economiche dei singoli impianti;- per quanto riguarda il settore energetico, è stato concesso un periodo transitorio di 5 anni per l’adeguamento dei Grandi Impianti di Combustione ai nuovi valori limite di emissione; - per le raffinerie, è prevista una clausola di revisione con la definizione di una normativa ad hoc che dovrà tener conto delle specificità del loro sistema energetico; - le condizioni delle autorizzazioni potranno essere riesaminate ogni 5 anni; - sono stati esclusi gli impianti di combustione di piccola taglia (sotto i 50MW) che non avrebbero potuto sostenere gli oneri.

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