venerdì 25 settembre 2009

IMPRESAMIA.IT-FOCUS - Distretto tessile di Prato fra le aree di crisi


Martini: positivo se soldi veri. Solow: diversificare o ampliare
''Il fatto che Prato sia stata inserita nella lista delle aree di crisi di per sé è positivo, speriamo che ci siano soldi veri'', ha detto Claudio Martini, presidente della Regione Toscana alla notizia dell'inserimento della città nella lista delle aree di crisi, decisa dal ministro Claudio Scajola che per l'occasione l'aveva definita "una delle prime situazioni che devono essere affrontate". L'inserimento nella legge 181 consente l'apertura a Prato di uno Sportello di Sviluppo Italia, e prevede interventi a sostegno di progetti di reindustrializzazione presentati da singole imprese. Gli interventi possono avvenire attraverso una partecipazione diretta di Sviluppo Italia al capitale di rischio, contributi a fondo perduto e contributi in conto interessi. Inoltre, c'e' la possibilita' che singole imprese che decidano di accorparsi costituendo una nuova societa' partecipino ai benefici della stessa legge 181. Per quanto riguarda la legge 99, questa prevede un accordo di programma al quale, per dettato normativo, dovra' partecipare anche la Regione Toscana. I progetti dovranno avere una valenza complessiva e riguarderanno l'interesse dell'intero distretto.''Tutto il tavolo del distretto - ha spiegato Martini, a margine del Forum Economia al cubo organizzato dalla Regione - aveva posto questo tipo di questione. Si tratta di capire che cosa c'è dentro il provvedimento perché da un pò di tempo ci sentiamo proporre risorse che non si sa bene da dove vengano''.Nell'ambito del Forum si è svolta una tavola rotonda sul tema '3 miliardi per Prato', a cui prende parte anche il Nobel Robert Solow , secondo il quale Prato deve ''diversificare'' o ''ampliare'' la sua base industriale perche' ''non può restare distretto tessile per sempre''. Il premio Nobel ha spiegato che "tentare di competere con Paesi come la Malesia non fa prefigurare un buon futuro''. Al contrario, il distretto può sfruttare la propria tradizione nel tessile per differenziare il proprio campo di attività ''Ci sono - ha spiegato Solow - produzioni ad alto uso di manodopera che non vanno piu' bene per una comunità relativamente agiata come Prato. Però - ha aggiunto - possono essere sviluppati nuovi settori industriali legati al tessile, come lo sviluppo di nuovi materiali, il design, la green economy".Sempre a proposito della situazione del distretto tessile, Martini ha sottolineato come ''anche un settore tradizionale come il tessile pratese può avere delle grandi innovazioni. Il primo che capirà come sarà il tessile nel 2050 o nel 2070 avrà un grande vantaggio. Se il filato del futuro lo inventeremo noi avremo nuovo ossigeno, se lo inventeranno i cinesi o i giapponesi noi avremo ancora meno possibilita' di competere''.

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