venerdì 25 settembre 2009

IMPRESAMIA.IT-FISCO - Alemanno dà il via al federalismo in Comune


Adeguare la gestione finanziaria del Campidoglio al principio del fabbisogno standard
Cardine dell'intesa, in base alla proposta formulata dall'assessore al bilancio Maurizio Leo, la valutazione dei "fabbisogni standard" nelle spese che il Comune sostiene per funzionare ed erogare servizi: un metodo che individua le reali "funzioni di spesa" dei singoli settori comunali. L'obiettivo è duplice: sapere in quali campi è realmente possibile ridurre la spesa ed evitare sprechi e cominciare da ora ad adeguare la gestione finanziaria del Campidoglio al principio del "fabbisogno standard" che, a federalismo fiscale compiuto, costituirà il criterio fondamentale per l'assegnazione di risorse agli enti locali. La sperimentazione del nuovo sistema ha preso il via dal protocollo d'intesa firmato dal sindaco di Roma, Gianni Alemanno (nella foto), il presidente dell'Anci Sergio Chiamparino e il presidente del Consiglio Direttivo IFEL – Fondazione Anci, Giuseppe Franco Ferrari. La sperimentazione in Campidoglio (resa possibile dal contributo dell'IFEL, l'Istituto per la Finanza e l'Economia Locale dell'Anci) partirà dal confronto ("benchmarking") tra i costi che il Comune di Roma sostiene per erogare alcuni servizi essenziali e la spesa finanziata dagli altri principali comuni per servizi analoghi. Un'opera di razionalizzazione, sottolinea il Comune, che non produrrà "tagli generici e indiscriminati, ma seguirà un criterio di economicità oggettivo". Con la riforma del federalismo fiscale - si legge in una nota del Campidoglio, saranno completamente ridisegnati i rapporti finanziari tra Stato ed enti locali: non più trasferimenti ai Comuni in base alle spese degli anni precedenti (principio della "spesa storica"), ma in funzione del "valore effettivo delle prestazioni rese", calcolato appunto in base ai fabbisogni standard. Si punta così ad una maggiore efficienza nella gestione pubblica e dunque a migliori servizi per i cittadini. Senza più finanziare, in pratica, sprechi e inefficienze. Questi gli ambiti dell'attività comunale che saranno controllati: funzioni generali di amministrazione, gestione e controllo; giustizia e polizia locale; istruzione pubblica, compresi gli asili nido; cultura, beni culturali, settore sportivo e ricreativo. E ancora: turismo, viabilità e trasporti., gestione del territorio e dell'ambiente, servizi sociali, servizi allo sviluppo e alla produzione. Oltre al metodo del "fabbisogno standard", precisa infine il Campidoglio, si userà anche quello del "valore medio di spesa pro capite per ciascuna funzione", reso possibile (come l'altro) dalla legge delega sul federalismo fiscale: in questo caso si considerano i valori di spesa dovuti ai "fattori strutturali propri del territorio comunale considerato", non dipendenti da scelte di governo (dimensione territoriale, età media dei residenti, tasso di occupazione ecc.). Il valore di spesa così individuato si definisce normale per il comune preso in considerazione. L'analisi della spesa storica mostrerà a quel punto gli scostamenti dalla spesa standard, non giustificabili per "particolari condizioni socio-economiche" in cui il Comune possa essersi trovato.

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