giovedì 10 settembre 2009

IMPRESAMIA.IT-CDM - Servizi pubblici locali: norma pro privati


Il decreto legge ha il fine di aumentare la liberalizzazione dei servizi pubblici locali
“Sono molto soddisfatto per l’approvazione da parte del Consiglio dei Ministri di una norma che, emendando l’articolo 23 - bis del decreto legge 112 del 2008, risolve alcuni nodi interpretativi dell’applicazione della precedente norma in materia di servizi pubblici locali di rilevanza economica.” Lo afferma il ministro per i Rapporti con le Regioni, Raffaele Fitto (nella foto). “Come è noto – ha proseguito il ministro - l’articolo 23 bis introduce una disciplina comune per il conferimento della gestione, per la definizione della transizione al nuovo regime con una serie di norme a carico dei soggetti titolari della gestione di servizi pubblici locali non conferiti mediante procedure competitive e affida al Governo il compito di emanare un regolamento di delegificazione. Il decreto legge approvato dal Consiglio dei Ministri – ha precisato Fitto - ha il fine di aumentare la liberalizzazione dei servizi pubblici locali agevolando l’iniziativa dei privati, riducendo i costi per le pubbliche amministrazioni e garantendo una migliore qualità per gli utenti.In particolare, si chiarisce che l’affidamento a società miste pubbliche e private, mediante procedura ad evidenza pubblica per la selezione del socio operativo (cosiddetta “gara a doppio oggetto”), rientra tra le modalità ordinarie di affidamento della gestione dei servizi pubblici locali, in linea con la Comunicazione interpretativa della Commissione europea del 5 febbraio 2008, prevedendo, contestualmente, che al socio privato sia attribuita una partecipazione non inferiore al 40 per cento. La previsione di una partecipazione del socio privato al capitale non inferiore al 40% - ha proseguito il Ministro - impone nei fatti un ruolo del privato nella gestione della società mista che incentiva l’efficienza.Sempre in tema di affidamento della gestione voglio ribadire la straordinarietà – direi una residualità marginale – dell’affidamento in house della gestione, sottoposta a stringenti requisiti verificati dall’Autorità garante della concorrenza e del mercato.Rimuovendo ulteriori dubbi interpretativi e potenziali sovrapposizioni di competenze tra Autorità di regolazione e l’Autorità garante della concorrenza e del mercato, si precisa che il parere di cui al comma 4 è reso soltanto da quest’ultima ed ha natura preventiva.Al fine di eliminare – ha sottolineato il Ministro Fitto - uno degli aspetti di maggiore criticità emersi in sede di attuazione del citato articolo 23-bis, delineando il regime transitorio degli affidamenti non conformi alla nuova disciplina.La norma approvata oggi fa chiarezza su tutto questo ed offre un quadro di transizione, certo ed equilibrato rispetto all’armonizzazione dei vari interessi in campo e dalla chiara impronta liberale.In sintesi, per quanto riguarda la fase transitoria, l’in house torna ad essere ipotesi marginale e straordinaria; vengono allineate le società miste ai più stringenti criteri espressi dagli orientamenti comunitari in materia di partenariato pubblico privato istituzionalizzato (PPPI).Per quanto riguarda gli affidamenti diretti alle imprese quotate in Borsa viene contemperato l’interesse ad una maggiore concorrenza a quello della tutela del risparmio, disponendosi una riduzione della partecipazione pubblica tale da valorizzare il ruolo degli investitori privati e delle fondazioni dai quali potrebbe giungere un prezioso contributo di capitali, come auspicato dalla stessa Autorità garante della concorrenza e del mercato.Al fine di completare, entro la fine dell’anno, il riassetto del settore – ha concluso il ministro Fitto - avvierò, nei prossimi giorni, il confronto con le parti interessate per la finalizzazione del regolamento attuativo.”

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