venerdì 5 giugno 2009

IMPRESAMIA.IT-SCUOLA – In fattoria si apprende facendo



Un sondaggio europeo segnala la necessità di un nuovo rapporto con la campagna

SCUOLA – In fattoria si apprende facendo
Per i più giovani l'orto si trova nel supermercato, le galline allattano i pulcini, e il pollo ha quattro cosce. Ed è anche per contrastare questo trend europeo e per riavvicinare le giovani generazioni al mondo agricolo che la Cia-Confederazione italiana agricoltori ha messo a punto il progetto "Scuola in fattoria". Anche perché la scuola riconosce all'agricoltura un ruolo importante nel processo formativo dei bambini come il laboratorio vivente dove manualità e fisicità possono esprimersi compiutamente: dove si apprende facendo. Infatti, in campagna si capisce che non si può avere tutto subito ma che l'attesa di eventi e di cose è l'essenza stessa della vita. L'agricoltura fa recuperare ai giovanissimi il concetto di stagionalità (completamente cancellato dai messaggi pubblicitari e dalle offerte della rete commerciale), conducendoli ad assumere quelle informazioni necessarie a renderli consumatori consapevoli.
Attraverso questo progetto migliaia di bambini possono imparare, sul "campo", cos'è lo sviluppo sostenibile e il rispetto per l'ambiente, possono apprendere i principi fondamentali di una sana e corretta alimentazione. Il sondaggio europeo di cui abbiamo parlato prima mette in mostra la scarsissima conoscenza che i più piccoli hanno del mondo agricolo facendo emergere che i bambini hanno difficoltà ad associare i prodotti non trattati alla loro forma finale dopo la trasformazione. Per esempio, il 50% non sa da dove viene lo zucchero, tre quarti non sanno da dove viene il cotone, mentre un quarto crede che cresca sulle pecore e un terzo non è in grado di citare nemmeno un prodotto derivato dal girasole.
La maggior parte dei più piccoli entra in contatto con la produzione agricola unicamente al supermercato: solo il 10% cita la fattoria come regolare fonte di acquisti per la famiglia. Il numero è più alto in Lussemburgo e Austria (30 e 28% rispettivamente) e più basso in Irlanda (2%), Regno Unito e Spagna (3% entrambe). Quasi un quarto dei bambini non è in condizione di citare un metodo di conservazione del cibo diverso dal congelamento.
Interrogati su quali animali producono latte, tutti i bambini hanno citato le vacche. Tuttavia, tra la metà (Irlanda, Svezia e Italia) e tre quarti (Grecia) dei bambini hanno menzionato anche le capre. Inoltre, in media un bambino su due ha citato le pecore, con una frequenza che va da 1/8 in Finlandia, 1/5 in Irlanda e nel Regno Unito fino a 4/5 in Grecia, Italia, Portogallo e Spagna. Alcuni hanno addirittura citato le galline.
Forti differenze compaiono quando ai bambini viene chiesto quali prodotti possono essere ottenuti dal latte. Il formaggio è il più citato da tre bambini su quattro. Oltre la metà dei bambini ha citato il burro e lo yogurt e quattro su dieci la crema di latte. Altri prodotti (panna montata, formaggio di latte cagliato, gelato) vengono citati meno frequentemente.
I risultati di questo sondaggio europeo, ricorda la Cia, mettono in luce l'esigenza di un rapporto nuovo tra il mondo della scuola e quello dell'agricoltura. Una strada che la Cia ha intrapreso proprio con il progetto "Scuola in fattoria" che si sta sviluppando in tutta Italia.



1 commento:

Anonimo ha detto...

Salve, mi chiamo Jessica, sono nata a Milazzo 35 anni fa'(ME) ma vivo a San Giovanni la Punta (CT), sono sposata con un meraviglioso marito di nome Davide e mamma di un meraviglioso bambino di 4 anni di nome Mattia.

Mattia e' nato MORTO, ma dopo un lunghissimo massaggio cardiaco, il piccolo ha ripreso a vivere e, data la gravissima asfissia(circa 40 minuti!), subisce una paralisi celebrale.

Adesso vi racconto...

Dopo essere nato fu trasferito presso il Policlinico di Messina. Furono momenti terrificanti i quali solo chi li passa può capirli. A 5 mesi gli diagnosticarono una rara malattia, la Sindrome di West, una forma epilettica che porta ritardo mentale e psicomotorio.

Vidi mio figlio dopo 1 giorno, pieno di oggetti esterni che cercavano di tenere in vita il suo corpicino pieno di tremori (clonìe) ed inanime, imbottito di farmaci, con aghi infilzati ovunque...

Ebbe 5 trasfusioni e lo stesso giorno che lo vide il primario ci disse che era gravissimo e che secondo loro non avrebbe vissuto molto e se eravamo d'accordo sulla donazione degli organi.

Per ben 4 volte ci dissero che stava per andarsene e con lui credo anche noi... attorno al piccolo Mattia i miei occhi videro cose che prima immaginavo solamente, vedevo morire bimbi che dopo pochi giorni di ricovero (terapia intensiva) lasciavano l'ospedale per essere portati non tra le braccia dei genitori ma... con il Signore.

Non vi lascio immaginare... fui ricoverata in ospedale per 7 lunghissimi mesi, di cui 3 in terapia intensiva, senza andare a casa. Non vi dico il dolore, fino ad oggi il piccolo Mattia ha vinto tante battaglie non per le proprie forze, ma perché Dio è stato misericordioso con noi. Egli ci sta sostenendo con il suo Spirito che dice continuamente al mio cuore:


"Non temere, poiché io sono con te; non ti smarrire poiché io sono il tuo Dio; io ti fortifico, io ti soccorro... Non temere, io ti aiuto!

(Isaia 41:10-13)

Oggi mio figlio è un miracolo vivente, perché prima era morto... adesso vive!

Per questo daremo la nostra vita per riuscire a regalargli almeno un'altra possibilità!

Mattia è affetto da una gravissima forma di disabilità (Tetraparesi Spastica, e con una rara forma di Epilessia, la Sindrome di West che conta un caso su 150.00 bimbi),dovra' essere sottoposto ad un tipo di fisioterapia chiamata THERASUITE.

Queste terapie saranno eseguite negli STATI UNITI d'AMERICA, in Florida, il supporto economico della terapia si aggira sui 450.OOO,00 € circa suddivisi in tre anni e comprendono appunto le terapie, il pernottamento e tutti i mesi che dovremmo affrontare.

PURTROPPO E' UNA CIFRA ALTISSIMA ED IMPOSSIBILE CON UN SOLO STIPENDIO E UN MUTUO SULLE SPALLE DI OLTRE 900,00 € AL MESE PER 35 ANNI.

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