venerdì 5 giugno 2009

IMPRESAMIA.IT-LAVORO - Parafarmacie: continua la querelle



Pubblichiamo la posizione del Movimento Nazionale Liberi Farmacisti

 LAVORO - Parafarmacie: continua la querelle
Continua senza sosta il tentativo di cancellare tutte le liberalizzazioni avvenute in Italia negli ultimi anni.
Ad affermarlo è il Movimento Nazionale Liberi Farmacisti che indica per il settore del farmaci nel senatore Antonio Tomassini (Pres. XII Commissione Igiene e Sanità - Senato) il principale protagonista di un disegno di restaurazione teso a cancellare il Decreto Bersani.
Il senatore - scrive in una nota il Movimento Nazionale Liberi Farmacisti - mentre si elegge campione assoluto di liberismo vuole con il proprio progetto stilare una lista di farmaci che potranno essere venduti ovunque senza la presenza del farmacista e far rientrare sotto il completo controllo delle farmacie tutti gli altri farmaci d’automedicazione.
Mentre oltre il 67% degli italiani (indagine Eurisko) è favorevole alla vendita dei farmaci d’automedicazione fuori dalla farmacie e ben l’84% è contraria alla vendita di farmaci senza il farmacista, il senatore Tomassini continua a difendere un disegno di legge che ha un unico obiettivo: difendere gli interessi corporativi dei titolari delle farmacie.
La mistificazione raggiunge la massima espressione - secondo i liberi farmacisti - quando si vuol far credere che con tale progetto saranno aperte 1500/2000 farmacie, mentre conti alla mano e verifiche su tutto il territorio nazionale chiariscono in maniera inequivocabile che grazie al riassorbimento delle farmacie aperte in deroga alla legge vigente non sarà possibile aprire più di 3-400 farmacie in tutta Italia.
Un progetto quindi - si legge ancora nella nota - che prende in giro gli italiani nascondendo il vero obiettivo: restaurare pienamente il controllo monopolista delle farmacie sul farmaco. Del resto - sottolineano i liberi farmacisti - la maschera è stata gettata quando, davanti all’opposizione delle associazioni dei consumatori, dei produttori degli stessi farmaci e di gran parte della società civile, si è cercata una via più veloce presentando in Commissione lavoro al Senato un emendamento ad un disegno di legge delega sulla sicurezza del lavoro che oltre ad azzerare la liberalizzazione sui farmaci impone entro dieci anni la chiusura degli esercizi aperti.

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