lunedì 9 novembre 2009

L'INTERVENTO - Fai: verso il dialogo con gli agricoltori


Cirone: neonicotinoidi sono una delle cause certe di morìa delle api
Prendiamo ora consapevolezza, come categoria apistica, che la nostra non è e non deve trasformarsi in una battaglia ideologica e strumentale contro il mondo agricolo: più concretamente i dati scientifici oggi disponibili debbono metterci in condizione di aprire un dialogo con i nostri colleghi agricoltori: è con loro che dobbiamo riuscire a trovare, nell’ambito della regola del reciproco rispetto: i neonicotinoidi sono una delle cause certe di morìa delle api. Lo ha dichiarato in un editoriale che qui pubblichiamo per intero, il presidente della Federazione italiana apicoltori, Raffaele Cirone.L’evidenza scientifica che mancava ora c’è: parola di Apenet, o meglio dei ricercatori che in seno a questo progetto di monitoraggio e ricerca hanno documentato e firmato i risultati delle indagini svolte in meno di un anno di lavoro. Partito in sordina, all’inizio del 2009, con una dotazione finanziaria di oltre 2 milioni di euro, bisogna dare atto al gruppo di lavoro coordinato dal CRA-API (l’ex Istituto Nazionale di Apicoltura oggi inquadrato nei ranghi del Mipaaf) di non aver affatto lesinato dati e riscontri puntuali: quanti avevano bisogno di capire da cosa dipendesse la morìa primaverile delle api oggi possono basarsi su una chiara fotografia del fenomeno. In questo primo report ministeriale, salta intanto all’occhio un dato che, già da solo, parla chiaro: nella primavera 2008 (prima della sospensione dei concianti del mais) le segnalazioni di mortalità di alveari sono state 185; tutte concomitanti con la semina. Nello stesso periodo del 2009 (nel corso della sospensione) le segnalazioni sono scese a 3, di cui una non ufficiale; quest’ultime chiaramente dovute a impiego illegale di semi conciati. C’è poi la questione delle “polveri”. I semi conciati, infatti, sottoposti all’azione abrasiva della macchina seminatrice, disperdono micro particelle: i ricercatori hanno dimostrato che i quantitativi sono superiori a quelli dichiarati dal produttore e che le polveri si distinguono in “fini” e “grosse”. Il fatto nuovo, sempre di elevato valore scientifico, è che le polveri grosse sono il 90% del totale e che, fatalmente, queste non vengono intercettate. In sostanza i filtri non funzionano e i principi attivi volano nei paraggi dell’area di semina e rischiano pericolosi fenomeni di deriva. Si definisce, infine, con maggior chiarezza l’inedito fenomeno della guttazione. Si tratta di una rugiada essudata dalle piante in via di sviluppo. I principi attivi dei prodotti concianti passano così dal seme di mais al fusto e poi alle foglie dove si ritrovano in concentrazioni elevate: le api che se ne abbeverano sono destinate a intossicazione, perturbazione sensoriale e morte. L’ape nel suo “esistere”, fatto di meticolosa perlustrazione di tutti gli ambienti circostanti un alveare, sta mettendo dunque in evidenza una criticità di cui l’industria chimica dovrà farsi carico: strade da percorrere ce ne sono, a cominciare dai nuovi metodi di concia.Il ministro Zaia si è fatto intanto carico delle istanze avanzate dal mondo apistico e occorre dargli atto che nel momento in cui ha dovuto decidere se privilegiare gli interessi dei produttori di agrofarmaci e dei loro utilizzatori, ha scelto di dare priorità agli interessi degli apicoltori. Prendiamo ora consapevolezza, come categoria apistica, che la nostra non è e non deve trasformarsi in una battaglia ideologica e strumentale contro il mondo agricolo: più concretamente i dati scientifici oggi disponibili debbono metterci in condizione di aprire un dialogo con i nostri colleghi agricoltori: è con loro che dobbiamo riuscire a trovare, nell’ambito della regola del reciproco rispetto, un punto di equilibrio. Non è facile immaginare un percorso… ma è universalmente chiaro che, affinché l’agricoltura possa essere condotta secondo criteri corretti e sostenibili, è sempre necessario che l’ape sopravviva nelle nostre campagne. Ignorare questa linea di demarcazione significherebbe farsi beffa delle norme vigenti oltre che di una comune regola del buon senso.

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