lunedì 9 novembre 2009

IL CASO - Lazio: biomasse, primo impianto multi-fuel


Frutto di tecnologia italiana e finanziato dalla Regione, si basa sulla filiera corta delle biomasse
E' stato inaugurato, presso l’incubatore Bic Lazio di Colleferro, il primo impianto a microturbina multi-fuel alimentato da biomasse esistente in Italia, con l’obiettivo di sviluppare l’efficienza energetica e valorizzare la filiera agro-energetica locale: realizzato con il supporto economico della Regione Lazio, l'innovativo impianto si colloca nell’ambito della riqualificazione della Valle del Sacco dopo il degrado dovuto all'inquinamento. L'impianto di cogenerazione di energia elettrica e termica, frutto di tecnologia italiana (microturbina Turbec e caldaia Metalfer), servirà e servirà ad alimentare l’incubatore di Colleferro incentivando la filiera corta delle biomasse poiché la piccola dimensione scelta è perfetta per le Pmi italiane e per la taglia media degli appezzamenti agricoli.L’incubatore di Colleferro, attivo sul territorio dal 1999, ha una superficie di circa 3.000 mq e dispone di 8 ambienti (da 75 a 140 mq circa) destinati alle imprese, ciascuno dei quali provvisto di allaccio agli impianti elettrico, telefonico e idrico. Le aziende insediate possono disporre di una sala formazione da venti postazioni e di spazi attrezzati per ospitare convegni ed è stato avviato un servizio sperimentale per la valorizzazione degli scarti da lavorazione di vetroresina, con il quale l’incubatore intende specializzarsi sui temi dell’efficienza energetica e della sostenibilità come opportunità di impresa. "Le energie alternative non sono solo una questione legata alla tutela dell’ambiente - ha sottolineato il presidente di BIC Lazio, Enrico D’Agostino - ma anche una grande opportunità di crescita economica. In linea con quanto dichiarato dall’Unione Europea, credo che sia auspicabile la realizzazione di sistemi che contribuiscano a sviluppare nuova imprenditorialità attraverso l’innovazione tecnologica e la ricerca. L’impianto - ha aggiunto - può essere replicato anche in altri contesti, come ad esempio in aziende agricole, piccole attività industriali ed artigianali. Proprio per questo motivo ritengo che sia fondamentale avviare una efficace azione di formazione per le scuole e per le Pmi presenti sul territorio, per far sì che venga innescato un processo virtuoso di diffusione di queste soluzioni”. Progettato e realizzato da TEP (Tecnologie per l’Energia Pulita), in collaborazione con il Dipartimento di Ingegneria Meccanica dell’Università di Tor Vergata, e caratterizzato da una totale flessibilità di alimentazione, l'impianto sarà fondamentale per trasferire alle imprese incubate il concetto di efficienza energetica. La possibilità di adeguarsi alla disponibilità locale di biocombustibili (spesso variabile per quantità e qualità) è infatti da un punto di vista tecnologico basilare per la diffusione di questo tipo di energia. L’impiego dell’energia così prodotta, in un luogo dove le aziende crescono e realizzano nuovi processi produttivi, farà in modo che il concetto di risparmio energetico diventi sin dall’inizio parte integrante di questo percorso di crescita. Si tratta, in definitiva, di una nuova e concreta prova dei vantaggi in termini di risparmio e sostenibilità ambientale che l’energia da biomasse può garantire alle Pmi e alle aree rurali ed industriali del Lazio. Uno degli scopi dell’impianto, a sperimentazione attuata, è proprio quello di progettare altri sistemi di generazione di energia, sulla base di esigenze specifiche: ad esempio, per una impresa che produce carta che abbia molti avanzi di lavorazione, potrebbe essere progettato un impianto che generi energia utilizzando appunto questi scarti. Dal punto di vista tecnico l’impianto di Colleferro ha una potenza di 100 kilowatt e funzionerà con 1.050 tonnellate di biomassa all’anno, l’equivalente di circa 2000 barili di petrolio. Si stima inoltre che l’energia di questo impianto possa contemporaneamente fornire elettricità, riscaldamento e raffrescamento a 33 appartamenti, o soddisfare le necessità di un piccolo insediamento industriale. Inoltre, sono circa 800 le tonnellate di anidride carbonica che ogni anno si eviterà di disperdere nell’ambiente consentendo un notevole risparmio in termini di emissione di CO2: un punto di riferimento nel settore agro-energetico, che diventerà strategico per la Valle dei Latini e per il Lazio. La sede dell’Incubatore sarà dunque un vero e proprio “dimostratore di tecnologia” per la microgenerazione di energia, oltre a diventare un “laboratorio didattico” sul tema dell’efficienza energetica e della generazione distribuita di energia. L’obiettivo è quello di sostenere lo sviluppo di attività imprenditoriali nella filiera agro-energetica, accompagnando e promuovendo l’utilizzo di energie alternative tra le imprese e gli enti locali. "Questa esperienza – ha commentato l’assessore alla Piccola e media impresa Daniele Fichera – costituisce un significativo esempio di concreta integrazione tra politiche di tutela ambientale e politiche di promozione dello sviluppo. Un fronte sul quale insieme con l’assessorato all’Ambiente vogliamo lavorare per verificare la riproponibilità di esperienze analoghe in altri contesti”. Certo, le imprese devono investire in nuove tecnologie lungo la filiera energetica (sviluppo di nuovi business all’interno di programmi di riconversione industriale, di diversificazione o spin-off), operando una riorganizzazione interna (organizzativa, di processo, di gestione delle forniture) volta ad acquisire maggiore efficienza energetica, con conseguente riduzione dei costi, aumento dei posti di lavoro e crescita della propria competitività. “Sono convinta – ha detto l’assessore regionale al Lavoro Alessandra Tibaldi - che la strada intrapresa con questo esempio pratico di creazione di energia pulita vada nella direzione da tutti auspicata di uno sviluppo ecosostenibile. La Green Economy, sia in ambito macroeconomico che nelle buone pratiche locali quale è questa dell’Incubatore di Colleferro, si pone chiaramente come traguardo immediato per procedere nella riconversione industriale di aree dismesse o in crisi. Realizzare in casa propria azioni che possano essere di stimolo e riferimento per il territorio è molto importante. L’Incubatore di imprese, dove nascono idee e muovono i primi passi produzioni alternative destinate a fornire alimento all’innovazione, è un luogo simbolico da cui far partire questo messaggio. Anche attraverso queste iniziative intendiamo favorire l’uscita da questa drammatica crisi economica che colpisce particolarmente il territorio colleferrino e della Valle del Sacco”.

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