mercoledì 17 giugno 2009

IMPRESAMIA.IT-IMPRESE - Vendite domicilio in lieve crescita (+0,4%)


Occupazione in crescita (+5,4%) anche tra chi vuole far fronte alla cosiddetta quarta settimana
Il settore più importante della vendita diretta a domicilio è quello dei "beni durevoli casa" (46,7%). Seguono l'alimentare (17,3%) e la cosmesi (15,1%). Il primo trimestre delle imprese associate Avedisco (Associazione vendite dirette servizio consumatori) si è chiuso con un fatturato di 331 milioni di euro, facendo registrare un lieve incremento dello 0,4% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Il comparto più dinamico è stato il "cosmesi/accessori moda" con un aumento del 4,2% seguito da quello alimentare nutrizionale (+3,2%) e dai "beni di consumo casa" (+3%). Sostanziale tenuta per i "beni durevoli casa" (-0,5%), mentre hanno registrato una flessione il "tessile" (-5,4%) e i "servizi/utilities" (-49,3%). ''Anche nel trimestre da tutti considerato come il piuù nero per l'economia italiana - ha commentato Luca Pozzoli, presidente di Avedisco - la vendita diretta a domicilio ha dimostrato di saper reggere e, seppur lievemente, di crescere come sta facendo ormai da sei anni. I dati degli incaricati alla vendita dimostrano che la nostra è un'attività in pieno fermento, molto apprezzata e alla quale si rivolgono moltissime persone alla ricerca di una nuova occupazione, che cercano di fare fronte alla "quarta settimana" o che decidono di intraprendere un lavoro appagante capace di regalare moltissime soddisfazioni''. Di fatto, il numero degli addetti alla vendita diretta nel primo trimestre del 2009 ha raggiunto le 237mila unità con un incremento, rispetto allo stesso periodo del 2008, del 5,4%. Secondo i dati Istat, tutti i canali della distribuzione italiana hanno chiuso il primo trimestre dell'anno con flessioni più o meno marcate. Le "vendite al dettaglio in sede fissa" hanno segnato -3,2%; la "grande distribuzione" -1,4%; i "piccoli esercizi commerciali" -4,3%; le "vendite di prodotti alimentari2 e le "vendite prodotti non alimentari" hanno fatto registrare entrambi un calo del 3,2%.

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