giovedì 11 giugno 2009

IMPRESAMIA.IT-IMPRESE - Fatturato a -15,1% per il tessile-abbgliamento


La moda italiana cerca un sostegno europeo grazie all'etichetta obbligatoria Made in
Introduzione obbligatoria del “Made in” per tutti gli articoli della moda importati da paesi terzi nella Ue. Lo hanno richiesto le Associazioni imprenditoriali e i Sindacati per colmare la lacuna legislativa esisiente: nell'Unione europea, infatti, non esistono leggi che impongano l'obbligo di apporre sui prodotti un'etichetta con l'indicazione dell'origine. L'introduzione di questa norma, sinora ostacolata dai paesi del Nord Europa, dovrebbe favorire la libertà di scelta dei consumatori e fronteggiare l'aggressiva concorrenza della Cina . "Il dialogo con il Governo italiano, dopo alcune concessioni ottenute inizialmente- ha affermato Michele Tronconi (nella foto), presidente di Sistema Moda Italia (Smi) - ha subito un rallentamento dopo il terribile terremoto che ha colpito l'Abruzzo lo scorso aprile". Anche per questo gli addetti ai lavori del comparto sperano nelle scelte comunitarie che sono determinanti per la competizione in un'economia globalizzata e in crisi, tanto che nel primo trimestre 2009 il fatturato dell'industria tessile-abbigliamento italiana è diminuito del 15,1% rispetto allo stesso periodo del 2008. Per arginare il trend negativo, Sistema Moda Italia ha chiesto la costituzione di un intergruppo parlamentare per il settore moda, che possa diventare un luogo di confronto e elaborazione. "In passato - ha ricordato Tronconi, l'attenzione dei nostri rappresentanti non è stata però delle più elevate e nell'intergruppo parlamentare di Strasburgo sul tessile non c'era neppure un rappresentante dell'Italia. Eppure la produzione del nostro Paese vale da sola il 25% di quella dell'intera Unione". Il presidente di Smi ha posto l'accento anche sulla reciprocità del commercio internazionale augurandosi che i nuovi accordi di Doha possano fissare al 15% il livello dei dazi per i paesi aderenti al Wto, con l'eliminazione di ogni altra barriera tariffaria. Altrettanto importante la tutela della proprietà intellettuale: sindacati e imprenditori della moda richiedono l'istituzione di un'Authority europea per la lotta alla contraffazione e alla pirateria, oltre all'agevolazione delle spese di registrazione di marchi e disegni.

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