mercoledì 27 maggio 2009

IMPRESAMIA.IT- IL CASO - L'azienda aspetta il mutuo, posti di lavoro a rischio

La storia, paradossale, non nasce dalla mancanza di commesse o dalla crisi di mercato

IL CASO - L'azienda aspetta il mutuo, posti di lavoro a rischio
C'è anche un mancato versamento di oltre un milione di euro da parte della Regione Sicilia. La cifra  è necessaria per il passaggio dai contratti di formazione a quelli a tempo indeterminato. E così, a un anno di distanza dall’apertura della vertenza della camiceria Castello di Brolo, in provincia di Messina, ancora nessuno sbocco si apre per le lavoratrici impegnate nell’azienda tessile. Punto centrale della vertenza, ora come allora, il piano industriale che la Castello da due anni ha presentato all’Irfis per l’approvazione di un finanziamento che consenta il rilancio industriale. Una vicenda alquanto complessa che non nasce dalla mancanza di commesse o dalla crisi di mercato. L’impresa, infatti, è paralizzata dal mancato versamento di oltre un milione di euro da parte della Regione per il passaggio dai contratti di formazione a quelli a tempo indeterminato. Inoltre i titolari dell’azienda attendono il mutuo con l’Irfis per l’acquisto di un nuovo capannone nell’area artigianale di Sinagra.
“Un finanziamento che, nonostante le pressioni sindacali e istituzionali – ha commentato il segretario generale della Uil, Costantino Amato - è rimasto impantanato sulle scrivanie dell’Istituto di credito che in tutto questo tempo si è limitato a richiedere all’azienda nuova documentazione oltre a quella già esibita.”
“Di tutti i provvedimenti regionali a sostegno delle aziende del settore, la Ite e la Castello vengono escluse – ha ancora precisato Amato – il risultato è che da un anno non si riesce a trovare uno sbocco ad una vertenza che oggi vede 300 lavoratrici senza lavoro e prive di qualsiasi ammortizzatore sociale. Il sindacato si è infatti assunto la responsabilità presso l’Ufficio provinciale del lavoro di non sottoscrivere con l’azienda l’accordo relativo alla Cassa integrazione guadagni straordinaria. Questo perché riteniamo che la Cigs debba essere connessa ad un piano di rilancio industriale che, per forza di cose, passa per l’approvazione del finanziamento richiesto all’Irfis. Non solo – ha sottolineato il segretario generale della Uil – riteniamo indispensabile riproporre la vertenza al confronto istituzionale perché finalmente si finisca di fare chiacchiera e si pensi a risolvere in concreto i problemi della provincia. Una provincia il cui presidente per ben quattro volte, preso da innumerevoli e improcrastinabili impegni, ha rimandato il confronto con Cgil, Cisl, e Uil.” Un ultimo appello Amato lo rivolge a tutte le donne della provincia. “Alle associazioni di genere, ai comitati pari opportunità, ma anche a tutte le libere cittadine, chiedo di manifestare tutto il loro impegno e interesse a sostegno di una vertenza tutta al femminile che investe un’azienda dove la totalità delle lavoratrici è donna".  

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