venerdì 29 maggio 2009

IMPRESAMIA.IT-ENERGIA - Da biomasse agricole anche posti di lavoro



A breve il decreto attuativo del Mipaaf che introduce la filiera corta

ENERGIA - Da biomasse agricole anche posti di lavoro
Le energie rinnovabili prodotte nelle campagne italiane produrranno nei prossimi dieci anni circa centomila posti di lavoro. Infatti la  produzione di energia rinnovabile proveniente dall’agricoltura italiana è destinata a triplicare nei prossimi dieci anni: raggiungerà nel 2020 una percentuale dell’8% del totale rispetto all’attuale 2%.  E' uno dei dati contenuti nell'analisi  presentata dalla Coldiretti al Forum internazionale “l’energia di domani”, organizzato insieme ad Ambrosetti a Venezia. Con oltre il 70% il maggiore contributo viene dalle biomasse combustibili provenienti dal legno, dalle colture erbacee, dai residui agroalimentari e dai reflui degIi allevamenti, ma non trascurabile è il contributo dei carburanti con il 20%, mentre il restante 10% è ottenuto attraverso solare, eolico ed idroelettrico.
In Italia una spinta alla produzione di energia da biomasse è attesa dal decreto attuativo del cosiddetto collegato alla finanziaria 2007 (legge 29 novembre 2007, n. 222) che il Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali ( Mipaaf) sta per emanare completando così il quadro dei finanziamenti espressamente rivolti alla produzione di energia elettrica mediante l’impiego delle biomasse agricole e forestali. Un provvedimento atteso dalle imprese agricole perchè riguarda, in particolare, l’introduzione di un incentivo destinato all’energia elettrica generata attraverso l’impiego di biomasse di origine agricola ottenute nell’ambito di intese di filiera o di filiera corta (70 km di distanza tra luogo di produzione della biomassa e luogo di trasformazione energetica), un criterio legato alla sostenibilità ambientale perché garantisce la riduzione delle emissioni da trasporto che caratterizzano i grandi impianti alimentati con biomassa importata e ottenuta in modo non sostenibile (deforestazione, sostituzione di coltivazioni a fini alimentari.). L’emanazione del decreto mette fine all’annosa questione della cumulabilità degli incentivi, andando a completare le prescrizioni normative che rendono l’accesso alla tariffa incentivante, da parte di impianti di proprietà di aziende agricole, agroalimentari, di allevamento e forestali, alimentati a biomasse e biogas, cumulabile con altri incentivi pubblici di natura nazionale, regionale e locale o comunitaria in conto capitale o in conto interessi con capitalizzazione anticipata non eccedenti il 40% del costo di investimento.

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