venerdì 29 maggio 2009

IMPRESAMIA.IT- CRISI - Draghi: grave ma se ne può uscire più forti



Segnali di ripresa generati dai mercati finanziari e dai sondaggi di opinione non da economia reale

CRISI - Draghi: grave ma se ne può uscire più forti
La fiducia non si costruisce con la falsa speranza, ma neanche senza speranza. Lo ha affermato il  governatore Mario Draghi (nella foto) nelle Considerazioni Finali lette davanti all'assemblea della Banca d'Italia. La situazione che si sta creando in Italia a causa della crisi economica è grave: nel 2009 il Pil scenderà dell 5% e tra ottobre 2008 e marzo 2009 ''il Pil è caduto in ragione d'anno di oltre 7 punti percentuali rispetto al semestre precedente''. La disoccupazione  ha raggiunto l'8,5% ma ''potrebbe salire oltre il 10%'' per effetto della crisi che comporterà la riduzione del personale in 2 imprese su 5. Il governatore ha delineato un quadro preoccupante sugli effetti della crisi con una cassa integrazione diffusamente usata e che si è già portata ai massimi raggiunti nel '92-'93. ''La sua copertura potenziale è limitata - ha ammonito Draghi -  interessa un terzo dell'occupazione dipendente privata e fornisce al lavoratore una indennità massima inferiore, in un mese, alla metà della retribuzione lorda media nell'industria. Inoltre, si stima che due quinti delle imprese industriali e dei servizi con 20 e più addetti ridimensioneranno il personale quest'anno - ha ribadito - la riduzione sarà probabilmente maggiore nelle imprese più piccole. Per oltre 2 milioni di lavoratori temporanei il contratto giunge a termine nel corso del 2009; più del 40% è nei servizi privati, quasi il 20% nel settore pubblico e il 38% è nel Mezzogiorno". Non solo,  l'effetto dell'aumento dei senza lavoro porta con sé la decurtazione del reddito disponibile delle famiglie e dei loro consumi. ''Un primo rischio per la fase ciclica che attraversiamo è una forte riduzione dei consumi interni a cui le imprese potrebbero reagire restringendo ancora i loro acquisti di beni capitali e di input produttivi''. Per questo Draghi ha posto al primo posto la "riforma organica e rigorosa" degli ammortizzatori sociali così da limitare il rischio più grande che corre l'Italia, vale a dire il crollo dei consumi da parte delle famiglie. Per superare la crisi bisogna "meritare la fiducia dei cittadini" allo scopo di ricreare posti di lavoro, restituire vigore alle imprese e riparare i mercati finanziari: bisogna, quindi, fare le "riforme strutturali: non solo per dire ai mercati che il disavanzo è sotto controllo, ma perché queste riforme costituiscono la piattaforma della crescita futura".
E quando sono i numeri a parlare, c'è poco da fare: il disavanzo pubblico nel 2009 supererà il 4,5% e nel 2010 il 5%; l'incidenza della spesa primaria corrente salirà, nell'anno in corso, di tre punti percentuali; la spesa pubblica complessiva supererà largamente il 50% del Pil e nei primi quattro mesi di quest'anno,  l'Iva riscossa è stata inferiore del 10% rispetto al corrispondente periodo del 2008. Anche l'imposta sui redditi delle imprese, scesa di oltre il 9% nel 2008 e potrebbe flettere in misura ancora maggiore nel 2009. Tutto questo significa, secondo il governatore, che, superata la crisi, "il nostro paese si ritroverà non solo con più debito pubblico, ma anche con un capitale privato depauperato dal forte calo degli investimenti e dall'aumento della disoccupazione". Perciò è necessario "assicurare il riequilibrio prospettico dei conti pubblici, attuare quelle riforme che, da lungo tempo attese, consentano al nostro sistema produttivo di essere parte attiva della ripresa economica mondiale". In particolare "le misure di riduzione della spesa corrente vanno introdotte nella legislazione subito, anche se con effetti differiti, senza rinvii a ulteriori atti normativi e a decisioni amministrative".
E Draghi ha dissipato anche le ultime illusioni affermando che ''i recenti segnali di un affievolimento della fase più acuta della recessione provengono dai mercati finanziari e dai sondaggi d'opinione, più che dalle statistiche finora disponibili sull'economia reale''.

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