martedì 16 giugno 2009

IMPRESAMIA.IT-IL CASO - Vignali: tutelare i piccoli azionisti di IT Holding


I marchi sono stati venduti anche se c'erano offerte concrete che garantivano il risanamento
Continua a fare notizia il caso del Gruppo IT Holding, che IM-Impresa Mia ha seguito fin dall'inizio. Oggi pubblichiamo l'interrogazione rivolta la ministro dello sviluppo economico, Claudio Scajola, dal deputato del Pdl, Raffaello Vignali (nella foto), ex presidente nazionale della Compagnia delle Opere, noto come il "paladino delle Pmi" e famoso anche per aver partecipato alla costituzione della Fondazione per la Sussidiarietà. Facciamo un breve riepilogo della vicenda: IT Holding, società della moda che fa capo a Tonino Perna aveva oltre 1.800 dipendenti e nel 2007 aveva ricavato 637 milioni di euro controllando Ferré, Malo ed Exté (inoltre aveva in licenza marchi altrettanto noti, come Versace Jeans Couture, Versace Sport, Just Cavalli, C'N'C Costume National e Galliano). L'azienda è la più grande del Molise e rappresenta un pezzo cruciale dell'economia molisana, visto che nella regione coordina un gruppo di società, anche di contoterzisti e fornitori,che disegnano, producono e distribuiscono pret-a-porter e accessori. Quì di seguito il testo dell'interrogazione Vignali.Il gruppo IT Holding è certamente una realtà importante nel settore del lusso. Annovera la titolarità di importanti marchi, quali ad esempio: Gianfranco Ferrè, Malo, Extè, e quindi anche, attraverso la controllata ITTIERRE, Just Cavalli, C'N'C' Costume National, Versace Jeans, John Galliano;l'azione quotata al segmento «Star» a luglio 2007 raggiungeva quotazioni superiori a 2,20 euro per azione con un incremento del 28 per cento circa sulla quotazione di inizio 2007. Un «trend» positivo della IT Holding che però, in un contesto borsistico quale quello del 2007, in cui il mercato azionario italiano ha subito una flessione media del listino del 7 per cento circa inspiegabilmente andava scemando, «scivolando», con consistenti escursioni negative di prezzo giornaliero, addirittura ad un valore di 1,08 euro, quindi con un calo superiore al 50 per cento rispetto ai massimi (2,20 euro) e del 32,50 per cento rispetto alla quotazione di inizio 2007; il mercato azionario nel 2008 subiva un ribasso del 50 per cento mentre l'azione IT Holding dell'83 per cento (da 1,08 euro ai minimi di 0,18 euro) e questo sempre con l'assoluto silenzio ed assenza degli organi di vigilanza. L'azienda, a fronte di questi cali repentini e ingiustificati ha rassicurato il «timore» del mercato sulla reale correttezza delle poste di bilancio pubblicate. IT Holding nella seconda parte del semestre 2008 chiedeva di riscadenzare il pagamento di affidamenti scaduti con il sistema bancario, il quale concedeva una proroga anche alla luce delle trattative in stato avanzato con fondi di investimento esteri pronti ad entrare nella compagine, o rilevare il marchio «Ferrè». Quest'ultimo, a bilancio per 149.000.000 di euro, riceveva un'offerta per la sua cessione di 120-140 milioni di euro;questa iniezione di liquidità avrebbe sicuramente riportato serenità sia nella gestione aziendale che nel sistema finanziario. Nel dicembre 2008 avviene un cambio ai vertici della direzione, anche al fine di trattare con i fondi di investimento cinesi interessati. A fine gennaio 2009 il consiglio di amministrazione di ITH dava mandato all'amministratore delegato, dottor Nebuloni, di verificare urgentemente se esistevano le condizioni per chiudere la trattativa con il fondo cinese. Domenica 8 febbraio 2009, riunendosi l'ultimo consiglio di amministrazione e verificando «inspiegabilmente» l'assenza delle condizioni per chiudere l'accordo, veniva diramato un comunicato con cui si chiedeva con effetto immediato la sospensione alle contrattazioni dell'azione al segmento «Star»;alla luce dei primi stati di insolvenza, veniva applicata la legge Marzano con l'amministrazione straordinaria, prima alla controllata Ittierre e poi a tutta la «galassia» IT Holding;appena incaricati i tre nuovi commissari (Ciccoli, Chimenti e Spada), succedevano eventi quasi «impensabili»: immediatamente 5 banche (Unicredit, S. Paolo Intesa, Banco Popolare, BPER e Banca popolare di Milano) concedevano una linea di credito di trenta milioni di euro; veniva rinnovata la licenza a produrre con Just Cavalli fino alla stagione autunno-inverno 2014/2015; Banca Ifis (società di factoring) concedeva una linea di euro 12,5 milioni a favore dei fornitori italiani di Ittierre; la regione Molise si rendeva garante al fine di assicurare il livello occupazionale sia diretto che dell'indotto della galassia ITH; veniva rinnovata la licenza a produrre con C'N'C' Costume National;con la messa in stato di liquidazione della IT Holding gli «attivi» non potranno soddisfare le passività aziendali e conseguentemente si manifesterà una evidente perdita per i piccoli azionisti;l'interrogante si chiede come mai si sia proceduto alla vendita dei marchi quando c'erano offerte concrete a prezzi di mercato che garantivano il risanamento: se nell'ambito dell'attività dei commissari si sia tenuto adeguatamente conto della tutela degli interessi dei piccoli azionisti preoccupati dalla vicenda e quali siano le modalità operative attraverso le quali i commissari intendano risolvere questa difficile situazione; se si intenda procedere da parte dei commissari alla riammissione del titolo alle contrattazioni di borsa.

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