martedì 16 giugno 2009

IMPRESAMIA.IT-CRISI - Catricalà: rischio nuovo protezionismo


Nella relazione annuale il presidente Antitrust ha esortato ad andare avanti sulle liberalizzazioni
Occorre vigilare con attenzione affinché le aziende non scarichino i costi della crisi sui consumatori. Lo ha detto il presidente dell'Antitrust, Antonio Catricalà (nella foto), nella sua relazione annuale, ammonendo che la dura recessione economica possa alimentare i rischi di protezionismo con l'effetto di scaricare i costi della crisi sui consumatori e di non risolvere gli annosi problemi di bassa crescita dell'economia italiana. "Il pericolo, latente in tutti i mercati, si manifesta in particolare in quelli caratterizzati da intrecci e posizioni dominanti - ha sottolineato Catricalà - le minacce al mercato interno sono attentati alla prosperità del continente, assicurata da oltre 50 anni di liberi scambi''.Il presidente dell'Antitrust ha sottolineato che l'anno scorso sono state varate alcune importanti riforme come la riforma della pubblica amministrazione, ma al tempo stesso sollecita a scoraggiare ''in Parlamento lo stillicidio di iniziative volte a restaurare gli equilibri del passato a detrimento dei consumatori'', riferendosi al caso delle parafarmacie, del mantenimento di un tetto antitrust per la distribuzione del gas, e l'abrogazione della facolta di recesso annuale nei contratti del settore assicurativo. Infatti, occorre andare avanti con le liberalizzazioni e non abbassare la guardia sul protezionismo perché "nel nostro Paese i vincoli di finanza pubblica, giustamente considerati dal Governo - ha ribadito Catricalà - ci mettono di fronte a una scelta obbligata e virtuosa: possiamo solo incoraggiare le liberalizzazioni e lo sviluppo di autonome iniziative imprenditoriali". Parlando della reputazione delle banche italiane e della trasparenza spesso troppo scarsa nei confronti dei clienti, il presidente Antitrust ha affermato che "stabilità e redditività degli enti creditizi discendono anche da fattori reputazionali, che oggi sembrano compromessi più che in altri periodi - ha spiegato- parte della sfiducia è dovuta alle prassi contrattuali spesso troppo articolate e difficilmente comprensibili da parte dei risparmiatori". Proprio per questo motivo, ha spiegato Catricalà, «vanno fatti ulteriori passi in avanti sulla strada della trasparenza, intrapresa solo ora con timidezza".

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