mercoledì 18 novembre 2009

IM-IMPRESAMIA-MADE IN ITALY - Export: serve tutela per sostenere le Pmi


IV Forum delle Camere di commercio miste ed estere in Italia
Un valido supporto per la lotta alla contraffazione e per tutelare i marchi e i brevetti delle nostre Pmi che, in misura sempre maggiore, varcano i confini nazionali alla ricerca di nuovi sbocchi di mercato: le Camere di commercio miste si candidano a collaborare con il Ministero dello Sviluppo economico e le altre istituzioni impegnate sul campo per la tutela dei diritti di proprietà intellettuale che nei prodotti di elevata qualità assume una sempre maggiore importanza. E’ questo il messaggio del IV° Forum delle Camere di commercio miste ed estere in Italia.La contraffazione, la pirateria e più in generale le violazioni dei diritti di proprietà intellettuale rappresentano fenomeni in continuo aumento e di portata internazionale. Tali fenomeni inficiano, prevalentemente, i prodotti di alta qualità, ad elevato valore aggiunto di ricerca, innovazione e creatività, che spesso contraddistinguono le produzioni e l’attività delle piccole e medie imprese italiane ed europee. Molto spesso le piccole e medie imprese non sono dotate delle competenze per riconoscere, verificare, proteggere, monitorare e difendere la propria conoscenza, il proprio know how, il frutto delle proprie attività di ricerca, in una parola i propri diritti di proprietà intellettuale. Il problema viene acuito nel momento in cui le stesse piccole e medie imprese, a cui il mercato italiano ed europeo va ormai stretto a causa della riduzione dei margini di profitto e dell’elevato numero di competitor, varcano i confini nazionali ed europei per commercializzare i propri prodotti nei paesi extraeuropei. In questi paesi le Pmi in alcuni casi non riescono ad ottenere le registrazioni dei propri diritti di proprietà intellettuale, in altri casi, pur ottenendoli, non riescono a contrastare efficacemente le azioni di contraffazione a causa della debolezza intrinseca di tali diritti. “Stupendo tanti osservatori internazionali, le nostre imprese sono state in grado di fronteggiare la crisi che ha investito anche l’Italia meglio di quanto abbiano fatto altri Paesi europei. Questo, come confermato dagli indici economici internazionali, è avvenuto anche sui mercati esteri, nei quali la presenza del nostro Made in Italy è rimasta forte e compatta”. E’ quanto ha dichiarato il viceministro dello Sviluppo economico, con delega al Commercio estero, Adolfo Urso, aprendo i lavori del Forum delle Camere di commercio miste ed estere in Italia. “Per consentire al nostro sistema produttivo di mantenere e accrescere la propria competitività - ha poi affermato - il Ministero dello Sviluppo economico, sulla base delle deleghe che il Parlamento ha conferito al Governo, sta lavorando a una riforma del sistema degli enti per l’internazionalizzazione. Nostro obiettivo è affidare un ruolo centrale all’intero sistema camerale, che può svolgere un’utile funzione di raccordo e rappresentanza delle imprese territoriali interessate ai processi di internazionalizzazione produttiva e commerciale e contribuire alla crescita degli investimenti esteri in Italia. Nei prossimi anni - ha concluso Urso - i processi di internazionalizzazione riguarderanno in modo specifico i mercati dei Paesi emergenti (America Latina, Asia e Oceania) che offriranno le maggiori opportunità di crescita e di sviluppo per il nostro sistema imprenditoriale”.“I nostri dati più recenti dicono che il 41% delle piccole imprese e il 46% di quelle medie stanno reagendo alle difficoltà proponendo prodotti innovativi, rafforzando il proprio marchio, fidelizzando i clienti - ha detto il presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello (nella foto) - e le Pmi che prevedono un aumento degli ordinativi esteri nel secondo semestre del 2009 tornano a essere superiori a quelle che vedono nero. Questo è il momento - ha aggiunto - di offrire loro un ulteriore supporto, potenziando ulteriormente il raccordo tra istituzioni. Un esempio proficuo è il nuovo Accordo di programma con il Ministero dello Sviluppo economico che investe Camere e Governo su azioni specifiche: dalle missioni di accompagnamento all’estero, ad iniziative su aree specifiche come il Mediterraneo, dal follow-up alle missioni governative, fino allo sviluppo dell’incoming, cioè - ha concluso Dardanello - accogliendo qui in Italia le delegazioni di imprese straniere, sfruttando le meraviglie che offre la nostra terra”. “Nel corso degli anni - ha evidenziato il presidente della Sezione delle Camere di commercio miste ed estere in Italia, Pietro Baccarini - il Made in Italy ha sorpassato nella classifica dell'internazionalizzazione (misurata come indice di diversificazione geografica dell'export in rapporto alle vendite totali sui mercati esteri) paesi come Stati Uniti, Francia e Gran Bretagna, riuscendo a conquistare il secondo posto dopo la Germania. Allo stesso tempo - ha continuato - è cresciuto il peso dei paesi emergenti. Sia i beni di consumo che quelli di investimento hanno infine guadagnato terreno nell'area BRIC (Brasile, India e Cina) e in quella Mediterranea. Ma per dare supporto alle strategie di espansione internazionale, - ha sottolineato - è necessario sostenere le produzioni di qualità, essendo consapevoli che il pieno sfruttamento economico dei prodotti di qualità si realizza se tali prodotti sono adeguatamente protetti, in modo tale da mantenere inalterata la propria unicità e il proprio appeal sul mercato. La proprietà intellettuale - ha concluso Baccarini - consente di tutelare tale unicità e di preservarla rispetto a possibili fenomeni di imitazione o contraffazione”.Le Camere miste ed estere in Italia - associazioni di imprese italiane ed estere che hanno la sede principale in Italia e collegamenti con i diversi Paesi di riferimento – riconosciute dal Ministero del Commercio Internazionale ed iscritte alla Sezione dell’Albo, gestita da Unioncamere, attualmente sono 32. Queste associazioni sono impegnate nello sviluppo di relazioni economiche tra l’Italia e un ampio numero di Paesi appartenenti alla stessa area geografica. Nel complesso, le Camere miste sono in grado di offrire servizi per l’internazionalizzazione in 65 Paesi del mondo ad oltre 10mila associati, italiani ed esteri. La maggior parte di esse sono Camere bilaterali - 27 - a cui si affiancano 5 Camere regionali, dedicate a sviluppare le relazioni economiche tra il nostro paese e un ampio numero di paesi appartenenti alla stessa area geografica. Oltre 20 mila sono le imprese che si rivolgono alle camere miste per avere informazioni, servizi e per utilizzare tutto il know-how che queste possono offrire.

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