mercoledì 22 luglio 2009

IMPRESAMIA.IT-MADE IN ITALY - La marcia dei centomila su valichi e porti


MADE IN ITALY - La marcia dei centomila su valichi e portiDopo il latte si allarga la mobilitazione Coldiretti a vino, ortaggi, cereali e frutta
Secondo giorno di mobilitazione della Coldiretti a difesa del Made in Italy dal campo alla tavola che dalla protesta di ieri al Brennero per il latte si è allargata a macchia di leopardo su tutto il territorio. Più di centomila agricoltori hanno lasciato le campagne e si sono uniti alla mobilitazione della Coldiretti che si è estesa a tutte le frontiere, dal Brennero al Tarvisio, dal Frejus fino a Ventimiglia, ma anche ai principali porti di sbarco dei prodotti agricoli stranieri. L'obiettivo è realizzare un grande sistema agroalimentare che premi i produttori e offra ai consumatori prodotti di qualità con origine certa, a chilometri zero e a prezzi competitivi: una filiera tutta agricola e tutta italiana. Come è tutta italiana la protesta che si estende dal Piemonte alla Calabria, con una punta di diamante nelle Marche con allevatori e agricoltori che presidiano il porto di Ancona contro l'importazione eccessiva di prodotti stranieri, olive, pasta, olio, frutta e verdura, che poi camuffati in Made in Marche. Del tipo olive verdi greche dirette ad Ascoli Piceno, patria delle olive ascolane, aglio cinese e carciofi peruviani,ciliegie e fragole turche, carne neozelandese che diventano marchigiani. E per ogni pagnotta fatta con grano marchigiano ce n’è quasi un’altra prodotta con grano dell’Ucraina, dove non esistono le stesse nostre norme sanitarie, mentre la soia per produrre olio di semi (circa 3,8 milioni di quintali) viene importata invece dal Brasile. “Per l’ortofrutta fresca - ricorda Coldiretti - vige l’obbligo di indicare in etichetta l’origine del prodotto, ma questa regola viene sistematicamente disattesa per mancanza di reali controlli, con un danno per le imprese agricole e un inganno ai consumatori”.

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