mercoledì 1 luglio 2009

IMPRESAMIA.IT-CAMERA- Vignali: presto tavolo siderurgia al MiSe


Pubblichiamo la mozione sulle misure a favore del comparto siderurgico
Porta la firma del parlamentare Pdl Raffaello Vignali, la mozione approvata dalla Camera dei Deputati a favore della siderurgia.“Il documento – a partire dall’importanza del sistema siderurgico italiano (al secondo posto in Europa) e dal fatto che la produzione ha registrato nel primo trimestre del 2009 una diminuzione del 40,8%, ad aprile 2009 del 42,9% e a maggio 2009 del 49,7% – impegna innanzitutto il Governo ad accelerare l'approvazione di ogni misura utile a superare l'attuale situazione e a prevedere l'esecuzione effettiva dei provvedimenti già adottati, con particolare riferimento a quelli previsti dagli interventi anticrisi”, spiega Vignali.Inoltre Vignali ( già presidente nazionale della Compagnia delle Opere - ndr) e gli altri parlamentari firmatari della mozione – Fava, Iannaccone, Franzoso, Raisi, Abrignani, Lazzari, Baldelli, Patarino – mirano a intensificare “gli sforzi per garantire la continuità del credito alle imprese del settore e dell'indotto, anche attraverso le provviste messe a disposizione dalla Cassa depositi e prestiti” e a semplificare ulteriormente “le procedure di programmazione negoziata, al fine di accelerare al massimo la cantierabilità delle opere pubbliche e delle infrastrutture per la mobilità e l'energia”.E, ancora, il Governo è chiamato a farsi carico nelle sedi internazionali, in particolare l'Unione europea e l'Organizzazione mondiale del commercio, della proposizione di una regolazione commerciale comune, basata sul principio di reciprocità, che eviti fenomeni di protezionismo e di concorrenza sleale e di dumping sociale, ambientale e commerciale.Da ultimo – conclude Vignali – “è opportuno convocare presso il Ministero dello Sviluppo economico un tavolo della siderurgia, con la partecipazione delle organizzazioni e delle parti sociali interessate, al fine di individuare ulteriori misure a beneficio di questo importante settore industriale, anche nella prospettiva di portarne gli esiti in sede europea”. Riportiamo quì di seguito il documento.La Camera premesso che le misure di sostegno all'economia adottate dal Governo non sembrano al momento dispiegare una particolare efficacia per quanto riguarda la grave situazione di crisi del mercato siderurgico; la crisi della siderurgia italiana, europea e mondiale è stata talmente repentina e profonda da non permettere ancora alle istituzioni europee, ai sindacati e agli operatori del settore di prendere misure concrete ed efficaci per farvi fronte; nel giro di pochi mesi è cambiato lo scenario: nei primi mesi del 2008 si discuteva di come adeguarsi al pacchetto climatico europeo, adesso siamo di fronte ad una crisi senza precedenti, con tagli alla produzione e all'occupazione; il problema non si può risolvere solo localmente: è necessaria una politica industriale italiana e un piano europeo che faccia ricorso ai fondi sociali; la produzione mondiale di acciaio nel mese di febbraio 2009 era inferiore del 22 per cento rispetto al 2008, ma in aumento rispetto al mese precedente, come lo era stato anche nel mese di gennaio 2009; gli aumenti mensili (destagionalizzati), dell'ordine del 3 per cento-4 per cento nei mesi di febbraio e marzo 2009, sono indotti principalmente dalla produzione cinese in ripresa, ma anche, in minore misura, in altre zone quali i Paesi Cis (Comunità degli Stati indipendenti); più grave la situazione del settore in Italia, dove nel mese di febbraio 2009 la produzione è stata inferiore del 39,9 per cento rispetto a quella dello stesso mese del 2008. Una contrazione solo lievemente maggiore era stata registrata nel mese di gennaio 2009 (40,4 per cento). In termini assoluti per trovare una produzione di acciaio più bassa di quella realizzata nel febbraio 2009, bisogna risalire ai primi anni settanta; il consumo apparente - ovvero l'ammontare di un determinato prodotto consumato all'interno di un Paese, proveniente da produzione nazionale o da importazioni che può essere ottenuto come residuo sottraendo la produzione interna esportata dalla somma di produzione interna e produzione estera importata - di prodotti siderurgici in Italia a fine 2008 ha registrato (fonte Federacciai) una forte caduta (-30,5 per cento nel mese di dicembre 2008), come le consegne dei produttori nazionali (-18,6 per cento nel mese di novembre 2008 e -24,4 per cento nel mese di dicembre 2008). Lo stesso si può dire per le importazioni e le esportazioni. I primi dati del 2009 confermano lo stato di forte crisi: la produzione di acciaio è in forte riduzione e le ore di cassa integrazione in rilevante aumento; le prospettive del consumo apparente anche nel 2009 sono assai negative. Si stima una possibile contrazione superiore al 20 per cento, di dimensione relativamente simile a quella della prima crisi petrolifera, ma quantitativamente ben superiore. Secondo questi dati un miglioramento, che comunque lascerebbe una notevole caduta in termini quantitativi rispetto agli anni passati, si potrà profilare solo nel 2010; l'incertezza è assai elevata a causa della forte e difficilmente prevedibile fluttuazione delle scorte siderurgiche; i dubbi sono accresciuti dalle prospettive economiche che, da un lato appaiono di volta in volta peggiori, ma dall'altro potrebbero risentire sfavorevolmente della mancanza di efficaci misure di sostegno all'economia; la produzione industriale in Italia nel 2008, con una contrazione del 4,3 per cento rispetto al 2007, ha presentato la più forte caduta dal 1975. La produzione di beni intermedi, di beni strumentali e di beni di consumo durevoli ha fatto registrare riduzioni superiori al 5 per cento, mentre relativamente meno marcata è stata la flessione della produzione di energia e beni di consumo non durevoli; il profilo mensile dell'indice generale della produzione industriale ha un andamento simile a quello di molti altri indicatori dell'economia reale: una rapida e violenta caduta iniziata nella seconda parte del 2008, rilevazioni di inizio 2009 che non forniscono spunti di novità rispetto alla situazione precedente. Nel mese di gennaio 2009 la produzione industriale realizzata in Italia è stata inferiore del 21,9 per cento a quella di gennaio 2008; l'indicatore del clima di fiducia nell'industria manifatturiera del mese di febbraio 2009 ha segnato un'ulteriore discesa, che ormai dura da 22 mesi. La contrazione è dovuta principalmente alla riduzione degli ordini interni ed esteri e alle peggiorate aspettative di produzione; negativa risulta la produzione complessiva dei settori manifatturieri che utilizzano acciaio e, in particolare, quello della fabbricazione dei mezzi di trasporto (-29,7 per cento fra gennaio 2008 e gennaio 2009); anche il settore delle costruzioni segna forti contrazioni dell'attività. L'indicatore del clima di fiducia del settore delle costruzioni conferma l'accentuazione del peggioramento iniziata nella seconda parte del 2008; il superamento della situazione congiunturale interna, estremamente negativa per quanto riguarda il consumo e i livelli di produzione, può realizzarsi a seguito di una ripresa delle attività produttive, in particolare nel settore delle costruzioni e della produzione industriale; secondo Confindustria circa 4,5 milioni di lavoratori europei potrebbero perdere il posto di lavoro nel 2009, previsioni ancora più inquietanti di quelle della Commissione europea, che aveva calcolato in 3,5 milioni il numero di posti di lavoro che potrebbero andare persi entro il 2009; in Italia la situazione potrebbe assumere dimensioni enormi: il ricorso alla cassa integrazione ormai si avvicina ai massimi del 1993, toccando le filiere produttive, l'indotto dei principali settori produttivi, le piccolissime aziende, anche quelle con meno di quindici dipendenti; a febbraio 2009 la cassa integrazione ordinaria è cresciuta del 553,17 per cento, a marzo 2009 del 925 per cento rispetto agli stessi mesi del 2008: nel primo trimestre 2009 l'aumento è stato del 589 per cento rispetto ai primi tre mesi del 2008; nella gestione ordinaria i settori con i maggiori incrementi rispetto a marzo 2008 sono stati il comparto meccanico (+1262 per cento), il metallurgico (+7004 per cento), il chimico (+1345 per cento) e il legno (+1728 per cento); per quanto riguarda il settore siderurgico, gli addetti in Europa sono circa 500 mila e la direzione industria della Commissione europea prevede un calo dell'occupazione intorno al 20 per cento: si profila, dunque, l'esigenza di interventi diretti in favore della siderurgia; il settore siderurgico è strategico per l'economia italiana: fino al 2006 si collocava al secondo posto in Europa, con un fatturato annuo di 35 milioni di euro, 100.000 dipendenti diretti e indiretti e una produzione nel 2005 di 29,3 milioni di tonnellate d'acciaio, cifra che rappresenta il massimo storico; pur in presenza di fattori critici, il settore ha proseguito la propria espansione, incrementando la produzione anche nel 2006; le misure intraprese dal Governo in favore dell'auto, delle costruzioni e delle grandi opere strutturali sono utili, ma non ancora sufficienti a ridare fiato al rilancio delle principali attività consumatrici di acciaio e a salvare le piccole imprese dell'indotto; l'andamento degli ordini al settore automobilistico, in incremento a seguito degli incentivi all'acquisto, non si è ancora massicciamente trasmesso al settore siderurgico, anche a causa delle scorte accumulate in tutti i gradini della catena produttiva: si profila la necessità urgente di aiuti diretti al settore siderurgico; per quanto riguarda gli interventi nelle costruzioni, si nota come la maggior parte di questi non sia ancora cantierata, o cantierabile nel breve termine, e pertanto gli effetti delle misure previste si potranno verosimilmente riscontrare non prima del 2010; a questo si aggiunge il rischio di un forte incremento nelle importazioni da parte di quei Paesi che hanno posto in essere misure di protezionismo interno; in particolare, la ripresa della domanda potrebbe essere intercettata dall'offerta di prodotti a prezzi fuori mercato da parte di operatori commerciali che trattano prodotti siderurgici importati da Paesi terzi e principalmente dalla Cina. Se così fosse, l'industria nazionale non trarrebbe quei benefici che le imprese del settore attendono; il rischio di dumping commerciale e di invasione di prodotti cinesi in tutti i segmenti della produzione siderurgica nazionale è un fenomeno legato alla sovraccapacità produttiva ed al sistema di sussidi, che caratterizza tutti i fattori economici e finanziari della produzione del Paese asiatico; si tratta in estrema sintesi di una concorrenza sleale che distorce fortemente questo settore del mercato globale. Il dinamismo e l'aggressività commerciale cinese si aggiunge al quadro di difficoltà dell'industria siderurgica nazionale sopra delineato, peggiorandolo ulteriormente; non va, inoltre, dimenticato che un ulteriore impulso al settore siderurgico può essere dato da un'azione coraggiosa per accelerare i pagamenti della pubblica amministrazione, oggi in fortissimo ritardo. Si tratterebbe di un'importante iniezione di liquidità a costo zero per le imprese, che riceverebbero nient'altro che quanto loro contrattualmente dovuto, che sarebbe immediatamente reimpiegata per l'operatività delle aziende, con un enorme effetto moltiplicatore; alla luce della situazione sopra delineata, per rendere effettivo l'obiettivo di rilancio dell'economia e della produzione, in particolare nel settore siderurgico, è di estrema importanza che le misure proposte dal Governo vengano ulteriormente implementate ed esplichino i loro effetti prima possibile, già entro il 2009, impegna il Governo: ad agevolare la realizzazione delle opere pubbliche immediatamente cantierabili, individuando gli interventi già allo stadio esecutivo, sbloccando i possibili interventi anche a livello locale, prevedendo la possibilità per gli enti, quali comuni e province, di derogare o riformulare i vincoli derivanti dal patto di stabilità; a porre una forte attenzione al problema del dumping commerciale, proponendo, nelle sedi opportune, misure di contrasto e attuando maggiori controlli del materiale in fase di importazione dal punto di vista del rispetto dei requisiti qualitativi, di sicurezza e di denominazione commerciale; a curare maggiormente i problemi connessi all'accesso al credito per le imprese del settore siderurgico e, in particolare, all'incremento delle garanzie per l'erogazione di prestiti alle aziende da parte del sistema bancario; ad accelerare i pagamenti della pubblica amministrazione; a chiedere, in sede di Unione europea, l'apertura di un tavolo operativo sulla crisi del sistema siderurgico europeo.

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