venerdì 19 giugno 2009

IMPRESAMIA.IT-TURISMO - Italia desiderata ma la quota si riduce


Unioncamere: flessione contenuta e migliori prospettive per 2010
La crisi non intacca il nostro primato: 8 turisti su 10 sognano un viaggio in Italia (ma solo 3 su 10 lo fanno). Le richieste della destinazione Italia, infatti, si trasformano in fatturato solo nel 34% dei casi, con una leggera diminuzione rispetto allo scorso anno, quando il venduto rappresentava il 35,6%. Nel 2009, un viaggio in Italia è stato richiesto all’80,9% dei Tour operator europei e all’89% di quelli statunitensi. Una flessione più decisa ha riguardato il mercato del Vecchio Continente (88,7% il dato del 2008), più contenuta quello americano (93% lo scorso anno). Malgrado l’evidente appeal del nostro Paese, i progetti di viaggio in Italia si trasformano in viaggi venduti solo nel 34% dei casi, con una flessione di 1,6 punti percentuali rispetto a quanto registrato nel 2008. E’ quanto emerge dalla analisi sull’andamento del turismo organizzato, curata da Unioncamere–Isnart, in collaborazione con l’Osservatorio nazionale sul turismo."La crisi investe anche il turismo, ma la flessione del nostro Paese a livello internazionale è tutto sommato contenuta - ha evidenziato il presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello (nella foto) - Questo è dovuto anche agli sforzi che stanno facendo le imprese del settore. Le politiche di contenimento dei prezzi degli hotel, soprattutto di categoria superiore, sono state una scelta efficace per fronteggiare il calo generalizzato della domanda. Non dimentichiamo poi che le previsioni di vacanza degli italiani sembrano migliorare. Al momento, già 22,6 milioni di connazionali hanno pianificato una vacanza. Di questi tempi, nel 2008, l’avevano fatto solo 16 milioni. Insomma - ha continuato il presidente - la buona richiesta del prodotto Italia proveniente dal resto del mondo, unita all’aumento del numero di turisti italiani, inducono a sperare si confermi quanto meno l’andamento dello scorso anno, in attesa di una ripresa nel 2010. Restano, comunque, molte potenzialità ancora non sfruttate del settore turistico, che, insieme al suo indotto, incide per il 9,7% sul Pil nazionale. Ecco perché, soprattutto in questa fase, è indispensabile potenziare la promozione dell’immagine del Paese. Inoltre, una politica di riduzione dell’Iva - ha concluso Dardanello - analoga a quella adottata da Francia e Spagna, potrebbe funzionare come leva per non lasciare l’intero peso della riduzione dei prezzi sulle spalle delle imprese”.Questa sostanziale tenuta assume un valore particolare se inquadrata all’interno di un calo internazionale dei viaggi organizzati, che colpisce molto severamente alcuni dei nostri più diretti competitor. E’ il caso della Spagna che, se si considera la domanda europea, risulta fortemente penalizzata. Seconda dopo l’Italia dal 2006, scende quest’anno al terzo posto con il 32,4% di consensi, circa 10 punti percentuali in meno del 2008. Tiene al contrario la Francia (36,1% le richieste nel 2009, erano il 34% nel 2008), confermandosi al secondo posto, mentre aumenta la quota di clientela che richiede la Germania (22,7% contro il 17,6% del 2008) e l’Austria, che, con il 17,3%, si aggiunge alla classifica delle prime 5 destinazioni richieste ai grossisti dell’intermediazione internazionale.La sensazione degli operatori, comunque, è che la stagione a livello internazionale non sarà delle migliori. Nel complesso, per il 2009, il 62,6% dei Tour operator segnala una diminuzione della domanda mondiale dei viaggi organizzati, il 25,9% indica una stabilità mentre l’11,5% un aumento.Migliori le prospettive per il 2010. Se per il 45,8% degli operatori del turismo organizzato le richieste di viaggio in Italia resteranno stabili, per il 40,7% aumenteranno. Solo il 13,5% indica una diminuzione.

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