mercoledì 16 settembre 2009

IMPRESAMIA.IT-REGIONI - Lazio pole position per lavoro femminile


Spesso le romane diventano imprenditrici dopo la separazione, maternità o il divorzio
La Capitale guida la classifica italiana dell'occupazione femminile nell'imprenditoria. E' quanto emerge dal "Rapporto 2008 sul mercato del lavoro a Roma", realizzato dal Comune e illustrato dall'assessore al Lavoro, Davide Bordoni, nel corso del convegno sulle pari opportunità che si è tenuto in Campidoglio. Al meeting, organizzato da SFC (Sistemi Formativi Confindustria) con AIDDA (Associazione Imprenditrici e Donne Dirigenti d'Azienda) e con lo stesso Assessorato al Lavoro del Comune, hanno preso parte tra gli altri il ministro per le Pari Opportunità, Mara Carfagna, e il sindaco Gianni Alemanno. Quanto a pari opportunità nel lavoro, dunque, su scala regionale il Lazio è in pole position, con un tasso di occupazione femminile al 52% e un 26% di donne nelle imprese (la media italiana è 24%). La provincia di Roma è in testa alla graduatoria nazionale: 61.584 imprese femminili. Seguono Napoli con 59.725 e Milano con 57.199. L'identikit dell'imprenditrice romana, come lo traccia il rapporto dell'Assessorato capitolino al Lavoro: età tra i 30 e i 40, alto livello d'istruzione (il 60% ha una laurea, il 52% un master). Spesso le romane diventano imprenditrici dopo la separazione o il divorzio; alcune dopo una maternità, come alternativa al rientro nel lavoro dipendente. Molte le straniere: nella provincia di Roma lo sono 12.417 donne con cariche imprenditoriali, il 7,6% sul totale. Ma anche a Roma, ha ricordato, l'assessore Bordoni, "permangono forti differenze salariali e retributive tra uomini e donne". E comunque "coniugare il ruolo di lavoratrici con quello di moglie e madri è un' impresa spesso ardua". Il Campidoglio, ha concluso Bordoni, fa la sua parte sostenendo, tra l'altro, un progetto del Ministero del Lavoro: si chiama "Best in class" e promuove l'occupazione femminile. In particolare, ha ricordato Bordoni, il progetto mira a valorizzare e diffondere le buone prassi che si sono sviluppate nelle piccole e medie imprese, generando modelli positivi da adottare su vasta scala.

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