martedì 10 novembre 2009

IM-IMPRESAMIA.IT-CAMERA - Mancati contributi a imprese rosa


La crisi non sembra scoraggiare l'imprenditoria femminile che continua a crescere
E' importante comunicare la data certa entro la quale saranno stanziate le somme necessarie a corrispondere i contributi a tutti i soggetti destinatari delle agevolazioni previste dal sesto bando di cui alla legge n 215 del 1992: si tratta di agevolazioni all'imprenditoria femminile che malgrado la crisi ha dimostrato fino ad ora una significativa tenuta e una grande capacità di rinnovarsi secondo gli ultimi dati dell'Unioncamere. E anche l'Osservatorio di Confartigianato conferma che le imprese rette da donne sono in aumento (nel primo semestre 2009 si registrano circa 20.000 unità in più). Questo l'argomento di un'interrogazione rivolta nella seduta dello scorso 9 novembre dai deputati del Pd ai ministri dello Sviluppo economico, Claudio Scajola, dell'Economia e delle finanze, Giulio Tremonti e delle Pari opportunità, Mara Carfagna. Primo firmatario Laura Froner (nella foto). Nell'interrogazione si legge che il forte sostegno e impulso allo sviluppo dell'imprenditoria femminile è da attribuirsi certamente alla legge 25 febbraio 1992, n. 215, che ha messo a disposizione delle imprese femminili, dal '92 ad oggi, stanziamenti erogati sotto forma di contributi in conto capitale a fronte di investimenti, operando con un meccanismo «a bando», attraverso il quale il Ministero dello sviluppo economico individua i termini per la presentazione delle domande per il riconoscimento dei contributi. Con i primi cinque bandi del Ministero i fondi complessivamente stanziati sono stati circa 598 milioni di euro, di cui 129,6 per i primi tre bandi, 242,8 per il quarto, 225 per il quinto. Il sesto bando, emanato con decreto ministeriale 5 dicembre 2005, metteva a disposizione risorse statali per 76.145.690 euro, alle quali si aggiungevano 12.389.659,64 euro di risorse regionali. Le domande ammesse cui è stato attribuito un punteggio utile per accedere ai contributi sono state 1.122 e su di esse ha inciso la norma della legge finanziaria 2008 (articolo 3, commi 36-39) che, riducendo da sette a tre anni il termine di perenzione dei residui delle spese in conto capitale, è all'origine del taglio delle risorse da assegnare per l'attuazione della legge sull'imprenditoria femminile. In particolare sono caduti in perenzione gli impegni finanziari relativi al 6o bando. La stessa legge finanziaria (comma 39) tuttavia consente al Ministero dell'Economia e delle finanze di iscrivere in appositi fondi le risorse riferibili a obbligazioni giuridicamente perfezionate.Il sottosegretario del Ministero dello Sviluppo economico, rispondendo il 29 settembre scorso alla interrogazione del deputato del Pd Massimo Vannucci n. 5-01399, ha assicurato di avere inoltrato al Ministero dell'Economia - Ufficio centrale del Bilancio - tutte le richieste di riassegnazione delle somme perenti. Più dei due terzi dei beneficiari, pur avendo ricevuto conferma definitiva del contributo, non hanno però ancora avuto dalle banche concessionarie l'erogazione dei relativi stanziamenti: la dichiarazione del sottosegretario Saglia secondo la quale le somme non riassegnate saranno presumibilmente disponibili con il prossimo esercizio finanziario non ha certamente dissipato la situazione di incertezza in cui vivono le imprese interessate, che, a causa dei mancati pagamenti, potrebbero essere costrette a chiudere (per qualcuna è già avvenuto), con gravi conseguenze sui livelli occupazionali.

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